Attacca la criminalità locale mafiosa e non nell’ultimo comizio di venerdì scorso e nella notte successiva scompare il suo manifesto elettorale dal tabellone che gli era stato assegnato. Soltanto il suo manifesto è stato rimosso, non quelli degli altri candidati per il rinnovo dell’Ars. A denunciarlo alla Procura di Marsala e al prefetto di Trapani, è la 34enne insegnante campobellese Carla Prinzivalli, consigliere comunale per i “Centi Passi” a Campobello di Mazara, candidata all’Ars per la medesima lista. Ad assistere la Prinzivalli è l’avvocato Biagio Di Maria, co-firmatario dell’esposto.
“A chi ha potuto dare fastidio la candidatura della Prinzivalli? Non certo agli altri candidati, alcuni dei quali non la conoscono neppure. Il gesto ha una precisa simbologia. L’oscuramento o rimozione del manifesto di questa candidata a dispetto degli altri si traduce in preciso significante nella cultura mafiosa. Questa, perfettamente recepita dal cittadino onesto che è costretto nuotare in un ‘humus mafioso che storicamente alligna a Campobello di Mazara’, come ha scritto il Gip di Palermo Turturici in una propria ordinanza (il riferimento è alla recente operazione antimafia “Hesperia”, ndr).
Il messaggio è chiaro: tutti gli altri candidati vanno bene, questa NO. A chi pratica la legalità non rimane altra strada che chiedere l’intervento alle Autorità competenti. Nonostante la corporatura minuta – continua l’avvocato Biagio Di Maria – Carla Prinzivalli è dotata di grande coraggio. Alle ultime elezioni amministrative è stata eletta come consigliera comunale nella lista CENTO PASSI. Ha condotto un’opposizione decisa contro le sbavature della sindacatura Castiglione. E grazie al suo impegno politico è stata scelta dalla lista CENTO PASSI per la SICILIA come candidata all’A.R.S. Ha condotto una campagna elettorale con budget di soli 500 euro e con il sostegno dei consiglieri d’opposizione e di pochi militanti/e di sinistra.
Nel corso della campagna elettorale si è rivolta agli elettori con comizi e porta a porta. Gli altri partiti, tranne la lista di Cateno De Luca sono stati assenti. Ora, nonostante non abbia offerto luculliani banchetti o trovato ospitalità nelle emittenti o radio locali, il suo impegno ha disturbato ‘qualcuno’. Tanto è vero che i manifesti con la sua foto e l’invito a votarla, incollati scrupolosamente nello spazio elettorale della propria lista, sono stati, dapprima, ricoperti da quelli di altri candidati e nella notte di sabato strappati. A chi ha potuto dare fastidio? Non certo al proprietario del bar, che la sera di venerdì, inaugurando il proprio locale, ha rallegrato comizianti e il poco pubblico presente con un sottofondo tecno musicale. Se i comizianti fossero stati di disturbo, le due poliziotte municipali presenti sarebbero intervenute per fermare il comizio. Non credo che possa avere portato nocumento al Sindaco Catania, il quale, oltre ad essere sospinto dal vento di destra, gode dell’appoggio a Campobello delle persone che contano, vertici apicali del Comune, farmacisti, avvocati, imprenditori ecc.
Non certo Lombardo, il quale, a quanto pare, è tanto caro agli olivicoltori. Non certo all’Assessore Scilla o all’Avv. Stefano Pellegrino, i quali neanche conoscono questa candidata, anche perché neanche sono venuti, tanto c’è chi si preoccupa di raccogliere per loro i voti. Forse il buio, come gli incubi, crea mostri immaginari, ma provoca a volte paure, magari immotivate. Ora, nella fattispecie, il gesto ha una precisa simbologia. L’oscuramento o rimozione del manifesto di questa candidata a dispetto degli altri si traduce in preciso significante nella cultura mafiosa. Questa, perfettamente recepita dal cittadino onesto che è costretto nuotare in un «humus mafioso che storicamente alligna a Campobello di Mazara», come ha scritto il Giudice Turturici in una propria ordinanza”.