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15/10/2022 17:00:00

Quando le proteste nascono grazie al giornalista

 Ci sono le proteste, organizzate, che prendono il via dopo che le istituzioni si dimostrano sorde alle legittime richieste; più volte abbiamo raccontato di gruppi anche numerosi di diverse categorie, che si riuniscono in piazza o davanti ai palazzi della politica. Le redazioni raccontano il malcontento, magari dopo essersi documentate sulla vicenda in particolare. E, per quello che possono, cercano di avere anche una spiegazione da chi sta al potere.

Poi c’è un altro tipo di protesta, quella che nasce grazie al cronista; nel senso che, senza il suo apporto, probabilmente non nascerebbe. Lo si chiama e si concorda un incontro per una diretta facebook. Una modalità certo accattivante, in cui si ha la possibilità di essere seguiti da un buon numero di persone, soprattutto se la redazione ha investito molto nella promozione social, costruendosi un bacino di follower consistente. Un tempo bastava la foto di gruppo sul giornale cartaceo, oggi è un po’ più complicato.

A volte però, il messaggio che si vuole veicolare può essere inquinato da convinzioni dell’intervistato che poco hanno a che fare col problema e che anzi lo spostano su un piano fallace, che paradossalmente finisce per snaturare il nobile intento della protesta.

 

E’ il caso di un giornale locale di Castelvetrano che qualche giorno fa ha denunciato, con una diretta di questo tipo, il ritardo nella partenza del servizio di assistenza alla comunicazione e all’autonomia negli asili e nelle scuole elementari e medie.

La legittima protesta è stata fuorviata da un concetto espresso da più di un intervistato tra genitori e operatori del servizio fornito da una cooperativa, in cui si sosteneva che lo Stato avesse mandato al comune i fondi, ma “chissà dove siano andati a finire”.

 

Il comune di Castelvetrano è stato costretto a fare un comunicato stampa in cui si precisa quanto sia “falso ed infondato, quanto dichiarato in una intervista da un’assistente che svolge il servizio, secondo cui sarebbe coperto da fondi statali e regionali. Ancor più falso – si legge nella nota dell’amministrazione - è affermare che tali fondi siano stornati per altre spese correnti dal Comune”. Insomma, i fondi inviati dallo Stato non esistono. Il servizio di assistenza alla comunicazione, dal 2004, è invece interamente finanziato dai bilanci comunali.

Ad ogni modo, aggiungono dal comune, il servizio potrebbe iniziare “entro la prima decade di novembre”. E questo è l’augurio di tutti. Genitori, operatori, amministratori... E giornalisti.

 

Egidio Morici