Era originario di Palermo Gaetano Furceri, il luogotenente dei carabinieri di 58 anni in servizio ad Asso, in provincia di Como, ucciso da un collega che poi si è asserragliato all’interno della caserma ed è stato successivamente arrestato. A sparare a Furcieri il brigadiere Antonio Milia con la pistola d'ordinanza al comandante.
Milia è accusato di omicidio e del tentato omicidio di un militare del Gis, che ha colpito con un proiettile a un ginocchio nelle fasi concitate dell'irruzione.
Il blitz è avvenuto poco prima delle 6 di questa mattina, dopo che per quasi dodici ore un mediatore dell'Arma aveva cercato invano di convincere Milia ad arrendersi, era armato e asserragliato dietro la porta blindata della caserma, dove sono state liberate dopo ore di angoscia anche una donna carabiniere, che si trovava in una camerata della caserma, e le famiglie degli altri militari che comunque non si sono mai trovate in pericolo.
Gaetano Furceri Aveva 58 anni, una moglie, tre figli ed era tifoso dell'Inter. Si era trasferito per lavoro in Lombardia ormai da tempo ma era sempre rimasto legato a Palermo e alla Sicilia. Era stato trasferito ad Asso nel mese di febbraio, dopo 17 anni trascorsi al comando della stazione di Bellano, sul lago di Como. Il trasferimento era stato disposto dopo che il sottufficiale dal mese di dicembre dello scorso anno era stato oggetto di ingiurie e accuse con scritte anonime sui muri del paese.
Il brigadiere verrà interrogato già nelle prossime ore per consentire agli inquirenti di far luce sui motivi del suo gesto.
Sposato e con tre figli, Milia era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell'Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi. Era stato riammesso in servizio a seguito del giudizio di una Commissione Medico Ospedaliera, ente sanitario esterno all'Arma, e dopo copiosa documentazione medico-sanitaria di una struttura Ospedaliera pubblica. Attualmente era in ferie.
Sposato e con tre figli anche il luogotenente Furceri, trasferito ad Asso dalla provincia di Lecco. Prima di arrivare nel Comasco il sottufficiale ucciso aveva prestato servizio per alcuni anni a Bellano, da dove era stato spostato per incompatibilità ambientale. Nel centro storico della località sulla sponda orientale del lago di Como erano comparse alcune scritte contro il militare: "Giù le mani dalle mogli degli altri". Non si sa se queste accuse siano in qualche modo collegate con il gesto del brigadiere Milia.
Il luogotenente Doriano Furceri non voleva riammettere in servizio il brigadiere Antonio Milia, dopo la sospensione per motivi psichiatrici. Secondo quanto emerge da indiscrezioni in ambienti investigativi, sarebbe stata questa la causa scatenante, il motivo che ha portato il brigadiere ad avere una discussione con il superiore fino ad ucciderlo. Milia era stato sospeso in concomitanza con l'arrivo ad Asso di Furceri, nel febbraio scorso: un provvedimento preso dai vertici della Compagnia di Como in seguito ad alcuni comportamenti allarmanti, che avevano fatto emergere una tendenza suicida del militare, per via, sembra, di una crisi dei rapporti con la moglie. Gli era stata inoltre tolta la pistola di ordinanza. Fino alle scorse settimane, quando Milia ha ottenuto il via libera al reintegro in servizio da parte della commissione medica di Milano, senza alcuna limitazione. Ma il luogotenente Forceri non lo riteneva in condizioni tali da poter tornare al lavoro, per cui l'aveva messo forzatamente in ferie. Da qui, molto probabilmente, gli attriti e la discussione sfociata in omicidio ieri pomeriggio.