C'è anche una villa abusiva con piscina, che al catasto, a Salemi, era registrata come "magazzino".
La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Trapani - Sezione Misure di Prevenzione - nei confronti di Francesco Isca, imprenditore di Vita, nel Belice, attivo nel settore dei lavori edili e della produzione e commercializzazione di calcestruzzo. Il sequestro ha un valore di circa 800mila euro.
L’attività fa seguito ad un precedente provvedimento del valore di oltre 12 milioni di euro eseguito nei confronti dello stesso imprenditore, disposto dal Tribunale di Trapani su proposta del Direttore della DIA.
Su Tp24 ci siamo occupati di Isca in un articolo che potete leggere cliccando qui.
Nei confronti di Isca è stato delineato un profilo personale dal quale l’Autorità Giudiziaria competente ha rilevato una “pericolosità sociale” connessa con i legami intrattenuti con esponenti della criminalità organizzata di Vita, dai quali risulta che l’imprenditore abbia ottenuto sia le risorse finanziarie per avviare ed alimentare le proprie aziende, sia la “copertura” mafiosa per espandersi sul mercato, imponendosi nei lucrosi affari legati alla realizzazione delle grandi opere pubbliche a danno delle imprese concorrenti alterando, così, il corretto funzionamento del libero mercato e violando le regole della leale concorrenza.
I nuovi accertamenti eseguiti dagli investigatori della DIA - anche mediante la mappatura geografica che permette di rappresentare virtualmente i territori interessati e l’impiego di un software che permette di sovrapporre le immagini satellitari con i dati catastali – hanno consentito di rilevare:
- un complesso residenziale abusivo, composto da circa 300 mq coperti ed un’area con piscina di circa 60 mq, costruito nel comune di Salemi in luogo del quale risulta censito un magazzino di appena 38 mq;
- una quota di terreno insistente nel Comune di Calatafimi Segesta;
- 2 ville in corso di costruzione nel Comune di Paceco; riconducibili all'imprenditore ed il cui valore complessivo ammonta a circa 800 mila euro.
Le condotte di abusivismo edilizio hanno fatto scaturire anche la segnalazione dei fatti reato alla Procura della Repubblica di Marsala.