A Marinella di Selinunte hanno fatto il lavoro a metà? È quello che ci si potrebbe domandare dando un’occhiata al porticciolo turistico, dopo che l’impresa ha chiuso il cantiere.
Ma è tutto in regola, perché in realtà si è intervenuto laddove era possibile farlo. Sì, perché il porto, come disse tanti anni fa l’allora sindaco Pompeo, è abusivo “ed è difficile far funzionare una cosa abusiva”. O meglio, una parte è abusiva e l’altra (quella di terra) no.
I lavori sono stati fatti dalla Regione Siciliana, con più di un milione di euro ed un bando intitolato così: “Lavori di potenziamento della struttura portuale di Marinella di Selinunte, attraverso il dragaggio dei fondali, il consolidamento delle opere strutturali esistenti, l’illuminazione e l’adeguamento dei pontili - 1° Stralcio”.
Ma oggi, dal momento che i lavori (iniziati nell’ottobre del 2020) sono finiti da un po’ e si aspetta soltanto l’attivazione dell’illuminazione e il collaudo statico, salta subito all’occhio che a parte la ricostruzione della banchina di terra dopo il rovinoso crollo del 2018, lo scalo di alaggio e la bonifica dalla posidonia, i nuovi corpi illuminanti sono stati installati soltanto da una parte, mentre il molo di ponente (quello a forma di L) rimarrà al buio.
Anche le bitte per l’attracco delle barche sono state messe solo lungo la banchina di terra. Invece l’adeguamento dei pontili non c’è proprio stato. Anche perché questi si trovano lungo l’altro molo, che è quello abusivo. Molo che in tanti avevano proposto di allungare, per risolvere definitivamente il problema dell’intasamento da posidonia in seguito alle forti mareggiate di scirocco.
E’ una soluzione che necessiterebbe di ulteriori autorizzazioni, hanno risposto i politici regionali, e che “non è prevista dall’attuale progetto”.
Ma non si può fare a meno di chiedersi quale progetto istituzionale potrebbe mai prevedere l’allungamento di un molo abusivo. Oppure l’adeguamento dei relativi pontili. Certo, molti anni fa il comune ne cementò il piano di calpestio, quindi non bisogna disperare. Com’è che si dice, i limiti sono fatti per essere superati.
Intanto lo scivolo in legno per l’accesso ai disabili è stato distrutto durante il cantiere. Così come i gradini di cemento di alcune rampe che conducono alle barche ormeggiate avrebbero bisogno di un piccolo restyling. E va beh, problemi collaterali destinati ad essere risolti. Insieme ai pneumatici tirati su dai fondali e ancora in attesa di essere portati via.
Poi sarà tutto pronto per il progetto del nuovo porto, così almeno aveva promesso Nello Musumeci.
Che però non è più il presidente della Regione Siciliana. Chissà se Schifani vorrà realizzarlo. Per il ponte sullo stretto ha già detto di sì.
Egidio Morici