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23/11/2022 06:00:00

Comitati d’affari e rituali violenti, il lato oscuro della massoneria

 Nel 1717, a Londra viene fondata la massoneria moderna, “dopo oltre cento anni di ricerca dell’esistenza di un presunto nucleo segreto comune delle religioni”.

Da questa data si espanderà in tutta Europa. Lo racconta, nella sua audizione alla Commissione parlamentare antimafia del 12 luglio 2022, il professore Massimo Introvigne, tra i maggiori esperti a livello europeo di simbologia ed esoterismo.

Ed è proprio nel Settecento, riferisce lo studioso, che la massoneria si spacca al suo interno: la “corrente fredda” e la “corrente calda”. La prima opera in un’ottica razionalista, influenzata dalla filosofia  dell’Illuminismo. La seconda, attraverso segreti magici e pratiche di occultismo.

Posizioni contrapposte che si scontreranno per tutto il secolo, quando la corrente fredda ha un ruolo nella preparazione della rivoluzione francese e quella calda considerata irrazionalista, al punto che alcuni suoi esponenti vengono persino giustiziati.

Un conflitto che proseguirà anche nell’Ottocento, dando luogo a due centri distinti: la Gran Loggia di Londra e il Grande Oriente di Parigi. La prima, la più antica, abbraccerà il simbolismo e l’esoterismo. Il Grande Oriente di Parigi, sceglierà invece il razionalismo (e nel 1866 anche l’ateismo).

Qualcosa di simile influenzerà anche la massoneria italiana. Il professore Introvigne, nell’audizione, ha ricordato che il Grande Oriente d’Italia, dal punto di vista ideologico “ha sempre mostrato vicinanza ai modelli razionalisti francesi. Ciò, pur avendo avuto esponenti sia dello stesso Grande Oriente sia di organizzazioni rivali come la Gran Loggia l’Italia, che invece hanno coltivato in maniera prevalente interessi di tipo esoterico e speculativo”.

 

Ma il contributo più interessante dello studioso ha riguardato l’uso improprio del termine “massoneria”, ricordando che negli Stati Uniti e in Inghilterra ci sono apposite leggi che disciplinano l’uso del termine. Solo le organizzazioni depositarie del marchio possono fregiarsi di essere massoniche. Nessun’altra può arrogarsi il diritto di usare nella propria denominazione il termine “massoneria” o “loggia massonica”.

In Italia è diverso.

Non esiste nessuna legge del genere. E quindi chiunque può fondare una organizzazione e attribuirle il nome “massoneria”: “Questo anche perché – spiega Introvigne - dal punto di vista del copyright dei marchi, si ritiene che si tratti di un’espressione generica e non specifica”. Tale situazione, secondo il professore, ha favorito la proliferazione di moltissime organizza­zioni sedicenti massoniche.

Certo, non succede solo in Italia, ma anche in Francia, Spagna e negli Stati Uniti (anche se in modo meno marcato). Si tratta di fenomeni “di deviazione del complesso arcipelago massonico dagli ideali ispiratori”.

 

E riguardano sia l’ambito della corrente “calda” della massoneria, che quella “fredda”.

Se infatti, nella corrente calda, alcuni gruppi (marginali) hanno trasformato l’esoterismo in rituali violenti e, in qualche caso, criminali, in quella fredda “l’aiuto reciproco nella politica degli affari che, nell’intenzione dei fondatori della massoneria, aveva carattere secon­dario, diventa invece, in concreto, l’elemento fondamentale di aggregazione”.

Il rischio, spiega ancora Introvigne, è quello “di trasformare le logge massoniche, non solo in comitati d’affari, ma addirittura in comitati d’affari illeciti.

E’ difficile non pensare alle distorsioni ancora più macroscopiche, rappresentate dalla P2 di Gelli o dal caso della loggia Iside 2, che a Trapani si celava dietro il circolo culturale “Centro Studi Scontrino”. Ma anche a dinamiche più recenti, oggetto di processo in corso, fatte di corruzione (certo, presunta, non c’è ancora una condanna) ed altri reati, come l’indagine Artemisia, il cui principale imputato, il castelvetranese Giovanni Lo Sciuto, è stato perfino nella Commissione parlamentare antimafia regionale.

 

Egidio Morici