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24/11/2022 06:00:00

La massoneria universale e i Rosacroce dietro le vicende italiane dell’ultimo secolo

 Servizi segreti, politica, magistratura, imprenditoria. Sono gli ambiti attraverso i quali la loggia P2 si era infiltrata nello Stato per controllare le istituzioni e realizzare il “Piano di rinascita democratica” di Licio Gelli. Ma sia la magistratura che la Commissione Anselmi avrebbero  limitato la loro azione ad accertare la responsabilità dell’appartenenza dei singoli alla P2, tralasciando invece quella dell’istituzione massonica nel suo insieme.

Una etichettatura degli appartenenti puramente formale”, la definisce così Carlo Palermo, nell’audizione del 17 marzo 2022 in Commissione antimafia.

Sostituto procuratore della Repubblica  di Trento dal 1975 al 1984 e di quella di Trapani fino al 1989, Carlo Palermo era nel mirino di Cosa nostra, che nel 1985 provò ad ucciderlo con un’autobomba a Pizzolungo. L’attentato provocò invece la morte di una donna di 30 anni, Barbara Rizzo e dei suoi due figli gemelli di 6 anni, Giuseppe e Salvatore Asta.

Secondo l’ex magistrato, non sarebbe stata sufficientemente approfondita la reale finalità della massoneria nel suo insieme, con conseguenze visibili fino ai nostri giorni.

Nessuna indagine sulla “superloggia di Montecarlo”, un “Comitato ristretto” fatto di circa 30 persone a cui Gelli affidava l’operatività a livello internazionale.

 

E soprattutto nessuna indagine su documenti di estrema importanza, recuperati dallo stesso Palermo e contenuti tra gli atti del processo sul Centro studi “Scontrino” di Trapani.

Ce n’è uno in particolare, rimasto da sempre nell’ombra: “il manifesto dei Rosacroce”.

Sono scritti massonici sequestrati nel 1982 dai giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone, subito dopo l’acquisizione dei documenti della P2. Ma, sottolinea l’ex magistrato, mentre questi ultimi sono stati approfonditi più volte sia dalla Commissione Anselmi che dall’autorità giudiziaria e dagli studiosi, il materiale che lui aveva recuperato a Trapani era stato subito ignorato e dimenticato.

Quegli atti invece sarebbero stati molto importanti, perché avrebbero rivelato “l’esistenza di un’altra massoneria, diversa da quella nota”: la “massoneria universale” o “massoneria internazionale”, che avrebbe “interferito nei fatti oggetto di quasi tutte le più importanti indagini della magistratura italiana – si legge nella relazione dell’audizione - per i suoi rapporti con il potere politico, la criminalità mafiosa e le interferenze con la pubblica amministrazione”.

Una struttura massonica con l’obiettivo di “condizionare il governo del mondo”, ristretta a famiglie e a dinastie “rappresentative della storia dell’umanità”, che perseguirebbe obiettivi di lungo termine, al di là della durata dei singoli governi, in grado di sopravvivere anche a quei regimi con finalità opposte a quelle proprie.

 

A capo dei Rosacroce e punto di riferimento di questa massoneria universale, precisa il dottor Palermo in base ai documenti ritrovati, ci sarebbe stato Aleister Crowley, che durante la sua permanenza in Italia (dal 1920 al 1922)  fondò a Cefalù l’Abbazia di Thélema.

Nei suoi riti cè il costante richiamo alla cabala e ai culti legati al sangue, oltre alla “teorizzazione eseguita nei primi anni del '900 dei forni crematori come metodi sacrificali, idee che poi sono state recepite ed acquisite da ideologi che le hanno praticate”.

Tra gli scritti trovati dall’ex magistrato al Centro studi “Scontrino” di Trapani c’è anche l’obiettivo di questa élite massonica, ovvero quello di tendere “all’unità dei popoli, all’unità delle religioni, all’annullamento delle religioni, alla realizzazione attraverso la scienza della divinizzazione dell’uomo”.

 

Ma dietro, secondo il dottor Palermo, ci sarebbe il vero obiettivo della massoneria universale, ovvero la “spersonalizzazione dell’umanità”  da parte di “questi soggetti che elitariamente ritengono di essere i proprietari nel mondo, i gestori del mondo”.

E proprio la massoneria universale sarebbe intervenuta attivamente anche nelle vicende storiche e di cronaca che hanno interessato il nostro Paese nell’ultimo secolo, dal “lodo Moro” degli anni ’70 alle privatizzazioni e le partecipazioni statali negli anni ’90, fino al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di oggi.

Per comprendere quale sia stato il reale intervento della massoneria universale nel nostro Paese, spiega Palermo, gli eventi andrebbero letti in una prospettiva di lungo periodo “e non limitarsi ad una visione a breve termine come invece si è soliti portati a fare”.

 

Egidio Morici