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24/11/2022 16:30:00

La morte di Lucrezia, il primo #metoo della storia #controlaviolenzasulledonne

Qualche giorno fa a cena con un mio amico, un pò per gioco e un pò per noia, abbiamo cercato di ricordare i nomi dei 7 Re di Roma e dei suoi 7 colli.

Vi giuro, che non è stato semplice. E, tra le risate generali, alla fine ci siamo arresi e affidati a Santo google.
Quello che però tutti noi ricordiamo è Tarquinio il Superbo, che già solo per quel suo epiteto reale mi è sempre stato sulle palle... fin da piccola.

Del resto, doveva essere veramente altezzoso, per non dire stronzo, se il suo nome riecheggia ancora da secoli.
Ed effettivamente da studiosa qualcosa del mio atavico dubbio, negli anni, ho appreso.
Resta comunque indiscusso che a TUTTI noi bambini - ormai adulti- Tarquinio il Superbo è impresso nella mente perché fu l'ultimo Re della dinastia etrusca, cacciato a calci in culo dal Popolo di Roma. E fin qui nulla di strano, uno con quel nome lí non è che potesse andare molto lontano, eh!

Ma nessuno di Voi sa che il motivo per cui il popolo di Roma s'incazzo' pesantemente è perché Tarquinio aveva cresciuto un figlio depravato, pazzo, misogino e stupratore, tale Sesto Tarquinio.
Uno di quelli che decide di violentare la moglie dell'amico, perché è bella ed elegante. Tesse la tela ed è una grandissima gnocca.
Tipo l'amico del fidanzato della maestra di Torino che, per carità, non la violenta, ma si tiene gelosamente nel cellulare il video porno dell'insegnante e lo mostra con orgoglio a tutti. Anche a sua moglie.
Praticamente tra Sesto Tarquinio e il depravato amico torinese ricorre la tecnologia, internet e, ovviamente, whatsapp.
Per il resto, il cervello è lo stesso. Ma non divago La storia in questione ce la raccontano in modo dettagliato Livio e Dionigi di Alicarnasso.

Nel V secolo a.C., in una villa di campagna, due vecchi amici cenano e bevono insieme. Forse si drogano anche perché, come le fonti ci dicono, "ognuno esaltava la propria moglie", fino a scommettere come due dementi sulla fedeltà delle stesse.
E questo già la dice lunga sull'ancora dominante pensiero gretto tutt'oggi vigente.

Così, come due rintronati, euforici dal vino, decidono di sorprenderle di nascosto. Già me li vedo, barcollanti, zitti zitti e quatti quatti aggirarsi tra le stanze di una villa romana tra mosaici e affreschi, cercando di trattenersi della risate.
Si recarono subito dalla sposa di Collatino, che “pur dedita al lusso e e non ai conviti, seduta in mezzo all’atrio, a tarda notte, era intenta a filare la lana in compagnia delle ancelle” (Tito Livio).

Fu in quel momento che bimbo Sesto Tarquinio si invaghì di Lucrezia e decise di farla sua.
Così, nei giorni successivi alla cena, Tarquinio si recò da solo nella casa di Lucrezia che, non immaginando le intenzioni di questi, lo accolse con tutti gli onori.

Durante la notte, il figlio del Re entrò dentro la stanza della donna e provò a farla sua. Ma Lucrezia, terrorizzata, preferì essere violata che perdere l'onore.                                                                                                                                  Sicuramente è colpa di Lucrezia, come si è permessa a riempire di onori un altro uomo? L'ha circuito lei.
Un pò come quando le donne sorridono agli uomini: ci stanno.
Un pò come quando le alunne indossano la gonna: distraggono i professori.
Un pò come quando le ragazze si vestono succinte: se la cercano.
Ecco, Lucrezia nel 400 a.C. se l'è cercata, esattamente come se la sono cercata le ragazzine che questa estate sono state violentate dai loro coetanei ad una festa.
Tutto regolare, insomma.

Ma alle prime luci dell’alba, Lucrezia chiama intorno a sé i suoi cari e si toglie la vita con un pugnale, urlando:
“io assolvo me dal peccato, ma non mi sottraggo al supplizio; da questo momento in poi, sull’esempio di Lucrezia, nessuna donna viva più nel disonore!”.

È il primo #metoo della storia: la prima voce, orgogliosa, di donna a levarsi contro la violenza, la prima vittima a non voler accettare il silenzio complice.

Il resto lo sappiamo: il gesto di Lucrezia, porterà al sentimento di vendetta e a segnare la fine della monarchia a Roma e, per la prima volta, l’inizio della Repubblica sul suolo italico. Questa è il mio contributo nella settimana dedicata alla violenza contro le donne!

Valeria Marrone