A Ischia, tra le 4 e le 6 di sabato mattina, una colata di fango è venuta giù dalle pendici del monte Epomeo e ha trascinato auto e bus turistici fin sulla spiaggia del porto di Casamicciola Terme. Una corsa lunga quasi tre chilometri. Case travolte. Morte. Distruzione. Finora sono stati accertati sette morti, tra questi un neonato di 21 giorni. Cinque i dispersi. Ancora si sta scavando nel fango sperando di trovare qualcuno vivo.
Sono 230 gli sfollati, trasferiti in albergo dopo essere stati rifocillati dai volontari della protezione civile.
La procura di Napoli ha aperto un fascicolo che ha come ipotesi di reato “disastro colposo”.
Il governo ha proclamato lo stato di emergenza per Ischia. Durerà almeno un anno. Il Consiglio dei ministri ha scelto Simonetta Calcaterra – attuale commissario prefettizio al comune di Casamicciola – come commissario straordinario per l’emergenza e stanziato due milioni di euro per l’attuazione dei primi interventi urgenti: soccorso e assistenza alla popolazione, ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture, etc.
Scrive Il Messaggero: «Il fiume di acqua e terra ha investito le casette, costruite forse anche con troppa disinvoltura sul pianoro immerso nel verde dell’Epomeo, prima di scaricarsi a mare. Un’onda lunga quattro chilometri, che ha sfondato gli argini di via Celario e via Santa Barbara, oggi trasformate in un cimitero di melma, massi pesanti tonnellate, grovigli di lamiere che prima dell’alluvione erano auto parcheggiate sulla strada. Giovan Giuseppe, Maria Teresa, Francesco e gli altri non hanno avuto il tempo di capire, o almeno questa è la speranza che rimane a chi vuole cercare un conforto».
Racconta il Corriere della Sera: «Centoventi millimetri di pioggia, tra mezzanotte e le sei del mattino. A Ischia ieri, secondo quanto riporta il Cnr, è piovuto come mai era accaduto negli ultimi venti anni. L’ennesimo fenomeno estremo del 2022 in Italia (130, quelli registrati). Il picco massimo di pioggia oraria è stato di 51,6 millimetri a Forio, uno dei Comuni ischitani, e di 50,4 millimetri sul Monte Epomeo, la montagna dalla quale si è staccata la frana che ha devastato Casamicciola Terme. Anzi, varie micro-frane incanalate in un flusso che ha creato un unico fiume di detriti, con grande capacità distruttiva».
Ancora: «Enzo Botta alle cinque e un quarto era già in piedi, la pioggia lo stava preoccupando. La corrente elettrica era appena saltata. Si è affacciato alla veranda della casa che ha costruito con tanti sacrifici e dove vive con la moglie Maria e i tre figli, e ha capito subito che quella che stava arrivando dal cielo era l’ira di Dio. “Allora ho chiamato tutti e gli ho detto di scendere nel viale, o almeno in quel poco che restava del viale”, ha raccontato all’Ansa. Poi ha chiamato i soccorsi: “Veniteci a prendere, qui frana tutto”. Si sono salvati. Ma ricorderanno il 26 novembre del 2022 come il giorno in cui hanno scampato la morte. “I soccorsi non arrivavano e siamo rimasti fuori nel viale, dove avevamo deciso di restare dopo essere usciti tutti da casa, e ci siamo messi al riparo dentro la macchina. Eravamo sotto la pioggia tutti e cinque, ci tenevamo stretti, e lì dentro siamo rimasti per un paio d’ore, perché per i soccorritori era difficile raggiungerci: davanti a noi c’era il baratro, sembrava di essere in un film, era surreale”. Le sue ragazze hanno ventiquattro e ventuno anni, il maschio quasi dodici. Sono una famiglia luminosa, bella. Enzo ha 52 anni, Maria Acampora, sua moglie, 50. Lui fa il piastrellista, lei lavora come stagionale negli hotel. Hanno continuato ad aspettare l’arrivo dei soccorritori, mentre il fiume di melma si ingrossava sotto il loro occhi consumandogli la terra sotto i loro piedi e lo strapiombo prendeva forma davanti alla loro casa. Ma ancora non arrivavano. Il Monte Epomeo intanto veniva giù con la pioggia. “Ci siamo stretti restando uniti, intanto vedevo il vuoto attorno a me”, è andato avanti Botta».
Giovan Giuseppe Di Massa, 55 anni, è l' idraulico, ripreso in video con il fango che gli arriva fino al collo. I vigili del fuoco lo hanno ritrovato in un cantinato di Corso Vittorio Emanuele, la furia del fango lo aveva trascinato a valle per chissà quanto, aveva tutti i vestiti strappati, era rimasto solo con una maglietta. Ricoverato all ospedale Cardarelli. Ha uno schiacciamento toracico e una costola rotta. Ma quel che più preoccupa i medici è il fatto che ha ingerito tanto fango. Fa ancora molta fatica a respirare e per questo resta in prognosi riservata.
Eleonora Sirabella, 31 anni, commessa in un negozio di abbigliamento. Sabato mattina, quando ha capito che stava per essere travolta dal fango, ha chiamato al telefono il padre Ciro. «Ti prego, vieni ad aiutarmi, vieni a liberarmi». Purtroppo però il muro di fango ha fermato Ciro Sirabella e il figlio a poche centinaia di metri dalla casa di Eleonora. I primi soccorritori sono stati costretti a bloccarli, perché andando avanti avrebbero rischiato di morire. Il cadavere di Eleonora è stato il primo ad essere ritrovato: era stato trascinato lontano, fino a piazza Maio. All’appello manca anche il marito, Salvatore Impagliazzo, marinaio. Risulta disperso.
Maurizio Scotto Di Minico, 32 anni, lavorava in un ristorante sull’isola, ritrovato morto. Giovanna Mazzella, 30 anni, ritrovata morta. Giovani Giuseppe Scotto Di Minico, loro primo figlio, 21 giorni, era nato il 4 novembre. Ritrovato morto anche lui. Il suo corpicino era ancora avvolto in un piccolo plaid azzurro, inutilmente protetto dalla culletta rovesciata dalla furia del fango. Poco più in là c’erano i genitori.
Maria Teresa Monti, 6 anni tra due settimane. Il suo corpo è stato trovato grazie al fiuto di due cani da soccorso, indossava un pigiamino rosa, sotto di lei un orsacchiotto di peluche. Suo fratello, Francesco, 11 anni, ritrovato morto. I loro genitori, Gianluca Monti e Valentina Castagna, lui tassista lei casalinga, e il loro terzo figlio, Michele, 15 anni, sono ancora dispersi. Scrive il Messaggero: «I loro parenti non si arrendono, li stanno cercando ovunque, sono passati nel sali e scendi delle emozioni quando sembrava che potessero essere tra i feriti negli ospedali. Ieri hanno raggiunto l’abitazione. La cucina e la sala erano intatte, ma il fiume di detriti venuti giù dal Monte Epomeo ha distrutto le camere da letto. Un parente che stava cercando disperatamente, sperando che nella famiglia vi fossero dei sopravvissuti, è salito sul tetto, ha urlato: inutile. Ha provato a chiamare al telefono, si sentiva lo squillo, nessuno rispondeva. Un cavallo di proprietà della famiglia Monti è stato trovato a valle, carcassa. Lo zio dei due bambini ieri è stato chiamato in obitorio e ha raccontato: “Mi hanno convocato per il riconoscimento di due miei nipotini”»
Gianluca Monti amava vivere a Casamicciola per avere un contatto più stretto con la natura. In particolare, adorava i cavalli e per questo si era trasferito lì, dove aveva trovato lo spazio necessario per allestire una piccola stalla. Una passione che aveva trasmesso ai figli e alla moglie. Il cavallo, con il quale Gianluca percorreva i sentieri che si inerpicano sull’Epomeo in cerca di legna da ardere o di funghi, è stato trovato morto, trascinato a valle dalla frana, al contrario di due muli che sono sopravvissuti .
Nikolinka Glancheva Blagonka, detta Nina, 58 anni. Nata a Pazardzhik, in Bulgaria. Due figli grandi, rimasti in Bulgaria. Arrivata a Ischia tanti anni fa come cameriera per la stagione. Innamoratasi di un ristoratore, Vincenzo Senese, locali in Spagna e in Germania, che a un certo punto le aveva proposto di trasferirsi a Berlino. Avrebbe voluto chiedere la cittadinanza italiana. Risucchiata dall’onda di fango mentre dormiva. Il suo corpo recuperato alle 17 di ieri, non senza difficoltà. Un soccorritore: «Il cadavere era ricoperto da due metri e mezzo di mota: quando siamo riusciti ad estrarla era inginocchiata, incastrata tra il letto e un comodino, e aveva le mani congiunte, quasi in preghiera».
Scrive il Corriere della Sera: «L’obitorio allestito all’ospedale di Lacco Ameno è andato improvvisamente riempiendosi. Ora, dal momento che c’è una indagine della magistratura, è probabile che per ognuna delle vittime venga disposta l’autopsia. Quindi non è ancora possibile ipotizzare quando saranno fissati i funerali».
La geologa Micla Pennetta, docente di Geomorfologia all’Università Federico II: «Sarebbe semplicistico ricondurre quanto è accaduto solo alla tempesta d’acqua. La colpa è del cemento. Lì c’è un terreno di natura vulcanica, ovvero poco compatto. In caso di piogge abbondanti l’acqua lo gonfia e tende a portarlo a valle. Gli alberi svolgono un ruolo fondamentale per prevenire questi fenomeni, ma ne sono stati eliminati molti per le attività antropiche. La cementificazione dei suoli ha ridotto la capacità di assorbimento delle acque, che scivolano a valle con una violenza devastante, trascinano fango ed altri materiali e creano disastri. Si è verificata una colata detritica». Non è la prima volta che accade: «È un fenomeno molto simile a quello del 2009, quando una colata rapida invase Piazza Bagni e morì una ragazza».
Gli interventi che, secondo la geologa Panetta, vanno realizzati subito per evitare che si verifichino a Casamicciola nuove tragedie: terrazzamenti con rimboschimento, vasche di laminazione, canali di drenaggio.