Ci sono alcuni elementi nuovi e gli inquirenti stanno cercando di mettere assieme i puzzle mancanti per fare completa chiarezza riguardo alla violenza sessuale avvenuta la scorsa settimana, la notte tra giovedì e venerdì, a Trapani, nei confronti di Nataliia, la 44enne ucraina che ha lasciato il suo paese dopo lo scoppio della guerra. Responsabile della violenza sarebbe il 37enne, pregiudicato trapanese F. P. A., rinchiuso al "Pietro Cerulli" di Trapani.
Un “buco” di sei minuti nei filmati acquisiti dalla polizia - Le telecamere riprendono Nataliia e il suo presunto aggressore. Poi i due spariscono per riapparire, alle Mura di Tramontana, dopo 360 secondi. La donna ucraina sarebbe stata violentata in quel lasso di tempo, secondo quanto lei stessa ha denunciato alla polizia dopo essere stata accompagnata in ospedale.
Lo stupro non è avvenuto sulla panchina sporca di sangue. Le telecamere di sorveglianza non hanno ripreso la violenza sulla donna, che sarebbe avvenuta sulla strada sottostante le Mura, dove Nataliia e l'uomo, ora in carcere, si sarebbero appartati per consumare un rapporto sessuale.
Le due versioni raccontante al gip - “Lei era consenziente”, avrebbe detto l'indagato al Gip del tribunale di Trapani, Massimo Corleo, durante l'interrogatorio di garanzia. La donna, invece, avrebbe raccontato di una richiesta da lei non assecondata. Un diniego che sarebbe sfociato in violenza. Circostanza, questa, che l'uomo nega con forza. “Quando ho visto che Nataliia perdeva sangue sono stato io a chiedere ad un ragazzo di chiamare un'ambulanza”. Accusato di violenza sessuale e di lesioni personali, il 37enne, con piccoli precedenti alle spalle, è rinchiuso al “Pietro Cerulli”. Quando l'ucraina e l'indagato riappaiono alle Mura, la donna insanguinata si siede su quella panchina, sequestrata dalla polizia, sporcandola di sangue. Poi l'arrivo dei sanitari del 118 e la corsa al Sant'Antonio Abate.
Cosa detto l’uomo arrestato nell’interrogatorio di garanzia - “Sì. Io e Natalia abbiamo avuto un rapporto sessuale. Lei era consenziente. Anche in passato abbiamo avuto incontri intimi. Io e Natalia ci conoscevamo da diversi mesi”.
Lo avrebbe rivelato l’uomo di 37 anni, accusato di violenza sessuale e di lesioni personali, al Gip del tribunale di Trapani, Massimo Corleo, durante il suo interrogatorio di garanzia.
L’uomo nega la violenza - “Non c’è stata alcuna violenza. Il rapporto è avvenuto con le stesse dinamiche di quelli precedenti. Quando ho visto che perdeva sangue ci siamo fermati e l’ho aiutata a rivestirsi. Le ho detto: Nataliia stai sanguinando e lei non diceva niente”. Dichiarazioni, rese dall’uomo arrestato, che coinciderebbero in parte con quelle fornite agli investigatori e inquirenti da Nataliia. La donna, infatti, avrebbe confermato il rapporto sessuale, aggiungendo, però: “Mi ha fatto una richiesta che io non ho voluto assecondare e mi ha presa con la forza”. Circostanza, questa, che l’uomo nega. E le ecchimosi al collo? “Non ricordo di averla afferrata per il collo. Se poi è successo è stato durante il rapporto, ma non era mia intenzione farle del male”.
Il racconto di quella notte, nelle dichiarazioni dell’uomo - Quella notte, secondo il racconto di F.P. A., si sarebbe incontrato con Nataliia in un locale del centro storico. “Io ero con amici e lei si è avvicinata, iniziando a bere con noi”, le sue parole.
I due poi si sono recati alle Mura di Tramontana come dimostrano le immagini estrapolate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza. Qui si sarebbero seduti su una panchina, vicina a quella rinvenuta sporca di sangue, continuando a bere. Poi si sono alzati. Scesa la scalinata, Nataliia e il 37enne avrebbero consumato un rapporto sessuale sulla strada sottostante. Rapporto interrotto, sempre secondo la sua versione, quando la donna ha iniziato a perdere sangue. “L’ho aiutata a rivestirsi e siamo ritornati sulle Mura”. L’ucraina si è seduta sulla panchina. “Mi ha detto che aveva freddo io l’ho abbracciata. Siccome continuava a sanguinare mi sono affacciato dalle Mura. Ho notato un ragazzo che lavora al panificio lì nei pressi e gli ho chiesto di chiamare una ambulanza”. Quando sono giunti i sanitari del 118, l’uomo era ancora lì. I vestiti che indossava quella notte sono stati sequestrati dalla polizia. Non erano sporchi di sangue. In tasca è stato trovato un coltellino.
La solidarietà per Nataliia e la richiesta di costituzione di parte civile al Comune - A Trapani, intanto, si cerca una casa per Nataliia, a lanciare l'appello, nei giorni sorsi, a istituzioni e privati, è stato l'avvocato Fabio Sammartano che assiste la donna vittima di violenza sessuale. E nel capoluogo le consigliere comunali, Marzia Patti, Anna Garuccio, Claudia La Barbera, Chiara Cavallino, Grazia Spada, Laura Genco, Azzurra Tranchida e Francesca Trapani, hanno chiesto al sindaco Giacomo Tranchida che il Comune si costituisca parte civile in un eventuale processo contro il pregiudicato finito in carcere.