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21/12/2022 09:45:00

L’omicidio di Giovanna Bonsignore, Fidapa di Villabate: "colpisce l'associazione e l’intera comunità"

 Qualche giorno fa una tristissima vicenda ha colpito l’intera comunità di Villabate: l’omicidio di una giovane donna, Giovanna Bonsignore, uccisa dal suo ex compagno che poco dopo l’omicidio si è tolto la vita. La Presidente dell'"Associazione Fidapa" di Villabate che opera da tempo sul territorio, ha ritenuto doveroso esprimere il proprio cordoglio alla famiglia e una breve riflessione sulla tragica vicenda, e lo ha fatto attraverso le parole di una di una delle socie che ha interpretato il pensiero di tutte le altre :
«Da molto tempo, ormai , come associazione "Fidapa", ci occupiamo di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni, e degli Affari . Molto spesso ci siamo trovate a dovere affrontare argomenti che riguardano la violenza psicologica e fisica nei confronti delle donne, organizzando mostre e convegni a tema, ma mai ci saremo aspettate di ritrovarci insieme, malgrado tutte le iniziative che ci hanno sempre viste in prima linea contro il femminicidio, a pregare e soffrire per la perdita di una nostra concittadina, Giovanna Bonsignore, uccisa cosi barbaramente.  Anche la nostra Giovanna, che alcune di noi hanno avuto il privilegio di conoscere, era impegnata come volontaria all’interno dell’associazione "Archè" mettendo tutto il suo cuore, come fanno spesso le donne, sensibili e attente a promuovere tutte le iniziative per valorizzare il nostro territorio che, sebbene il triste epilogo, ha beneficiato della sua costante attività, interrotta bruscamente dal gesto insensato dell’ex compagno Salvatore Patinella, che poi si è suicidato. Giovanna era una donna che amava la vita e si prodigava per i più deboli, nel periodo della pandemia ha dato tutta se stessa per aiutare chi era in difficoltà.
E’ bastato leggere qualche riga scritta sul profilo facebook dall’ex compagno, Salvatore, per far scattare l’allarme di alcuni amici, ma ormai per Giovanna era troppo tardi.

Non vogliamo riportare ciò che l’ex compagno ha scritto prima di compiere il delitto, sarebbe ulteriormente doloroso per i familiari e gli amici di Giovanna e poi siamo sicure che molti di voi lo avranno già letto attraverso le notizie giornalistiche riportate in questi giorni , tuttavia quanto è stato scritto può portarci a riflettere … Quante volte abbiamo parlato delle motivazioni psicologiche, degli oscuri meccanismi che scattano nella mente degli uomini che uccidono le donne, e lo abbiamo fatto spesso insieme a psicologi e psicoterapeuti che si occupano, ormai da tempo, di casi di violenza nei confronti delle donne, molti dei quali finiti così tragicamente…»

"L’Amore non è morte!"

«Noi a quelle parole, scritte prima che si consumasse l’atroce delitto, abbiamo voluto dare un seguito con una semplice frase: "l’Amore non è morte!×´ , che riassume quello che invece è il vero significato della parola amore, legata non alla morte ma alla gioia e alla vita , una frase, tra l’altro, molto spesso ribadita durante i nostri incontri e che vogliamo rimanga per sempre come slogan contro il femminicidio e ogni forma di violenza che scaturisce da una visione distorta dell’amore. Come associazione ci impegneremo nel nostro territorio a fare ancora di più e meglio, insieme e in sinergia con tutte le altre associazioni che svolgono ruoli importanti nel sociale, come quella in cui Giovanna operava come volontaria, perché simili vicende non accadano mai più, e per questo occorre anche la collaborazione e la massima attenzione di tutti coloro che svolgono ruoli fondamentali per la sicurezza e la salvaguardia della vita delle donne vittime di violenza. Ci stringiamo come associazione attorno a tutta la comunità villabatese, attorno alla famiglia che ha subito un simile e atroce accadimento, dimostrando il nostro cordoglio per la grave perdita che ci ha fortemente scosso, ma ci ha reso ancora più determinate a lottare contro un male così dilagante. troppo spesso nascosto dietro un’apparente normalità».

Dorotea Rizzo