Il centrodestra a Roma lavora per creare il partito unico, l’insieme delle sigle di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Il partito unico è il sogno di Silvio Berlusconi ma non scioglierà Forza Italia: “Il centrodestra è tornato a governare il paese e guida la maggior parte delle Regioni italiane. La nostra è una coalizione unita, credibile, fatta di rapporti leali fra forze politiche diverse, ma capaci di lavorare insieme da quasi trent’anni. Una coalizione che un giorno potrebbe essere un partito unico, sul modello dei Repubblicani americani, senza perdere in nessun caso il suo carattere plurale che valorizza storie diverse, culture diverse, linguaggi diversi capaci di confluire in un progetto comune”, così Silvio Berlusconi su Facebook.
Ci sono delle ipotesi in campo già per le europee del 2024 sui nomi e simboli: Partito dei Conservatori, Partito degli Italiani, Partito della Nazione, Centrodestra Nazionale.
A questo progetto starebbero già lavorando Licia Ronzulli, braccio destro di Berlusconi e il leader della Lega, Matteo Salvini. Molto cauti, invece, i meloniani, che di quella fusione vorrebbero comunque mantenere la leadership.
Questa operazione raffredda un po' la federazione Calenda- Renzi, che hanno sempre pensato di godere dall’implosione di Forza Italia per crescere nei consensi e nelle adesioni.
Carlo Calenda poi in Sicilia dialoga con Raffaele Lombardo, a quel mondo guarda con attenzione per una convergenza politica, a livello nazionale flirta con la Meloni.
In Sicilia Forza Italia ha molti problemi da risolvere, la rottura interna non è stata ricomposta: il commissario Gianfranco Miccichè è sul piede di guerra, il gruppo capeggiato da Stefano Pellegrino è a fianco del presidente Renato Schifani.
Come declinare questa realtà alle amministrative che si terranno tra qualche mese è la discussione interna al partito.
E’ possibile che vadano con 2 liste diverse, una corrente che farà capo a Miccichè e l’altra a Schifani, che si tradurrà in ulteriori fratture sui territori.
A Catania lo scontro sarà tra Nicola D’Agostino, “miccicheiano”, e Marco Falcone, . Stesso scenario per Trapani con Toni Scilla vicino a Miccichè e con Pellegrino invece vicino a Schifani.
Nel frattempo continua a non convincere l’accordo Stato-Regione per la rinegoziazione dei debiti, Cateno De Luca chiede che vengano rivisti i termini e le condoni dell’accordo, gli otto parlamentari che fanno parte dei due gruppi presenti all’ARS, con apposita mozione, hanno chiesto che la questione dell’accordo venga affrontata in Aula: “Non accetteremo compromessi e non siamo pronti ad assistere passivamente a questo strozzinaggio di Stato”.