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12/01/2023 06:00:00

Minacce e transenne forzate. Il ponte Bocca Arena a Mazara è di nuovo chiuso


Sarebbe già successo alcune settimane fa e si sarebbe verificato di nuovo: ignoti delinquenti avrebbero messo qualche giorno fa sotto scacco un’intera comunità con le loro azioni violente, obbligando il cantiere sul ponte alla chiusura definitiva da mercoledì 11 gennaio, fino alla conclusione dei lavori. Fine delle operazioni, quindi, che di proroga in proroga avevano già fatto perdere le tracce della data conclusiva delle stesse.


L’ORDINANZA DEL LIBERO CONSORZIO - “Considerato che - si legge nel testo dell’ultima ordinanza (la n. 2 del 09-01-2023) pubblicata sull’albo pretorio del Libero Consorzio Comunale di Trapani - dopo qualche giorno dalla ripresa dei lavori l'impresa, come da comunicazione della stessa del 19/12/2022, ha segnalato il reiterarsi di gravissimi fatti posti in opera da diverse persone che, oltre alle minacce verbali agli operai, hanno forzato le transenne inibenti l'accesso al cantiere, addirittura in un caso con l'autovettura in transito” per la salvaguardia di persone e cose del cantiere si chiude tutto, baracca e burattini, non passa più nessuno, né veicoli né persone, in entrambi i sensi di marcia. La decisione è stata presa dalla responsabile del procedimento dell’ex provincia di Trapani, l’ing. Patrizia Murana.

LA ‘VIGILANZA FANTASMA’ - Nell’ordinanza del LCC c’è però, quantomeno, un ingombrante assenza: non c’è alcun cenno alla vigilanza privata del cantiere che - visti i quasi medesimi fatti violenti che sarebbero stati già subiti dagli operai della Metalwood S.r.l. e per i quali vi sarebbero state delle denunce alle forze dell’ordine in un recentissimo passato - la ditta esecutrice dei lavori avrebbe potuto e dovuto attivare. È mai possibile che per qualche presunto facinoroso si mettano in ginocchio centinaia di famiglie e migliaia di cittadini?

E “LA PRESENZA CONTINUA IN CANTIERE” - Le comiche non sono finite. Leggendo ulteriormente l’ultima ordinanza - con cui si chiude definitivamente il ponte sul fiume Delia, si scopre che, ripercorrendo la cronistoria recente della vicenda, in particolare quella relativa al periodo di metà novembre 2022 in cui si rimodulavano, spesso, orari di transito e orari di lavoro sul ponte - si afferma che: “avendo rilevato il perdurante difetto delle condizioni di sicurezza dei lavoratori a causa della presenza in cantiere continua da parte di estranei, ha condizionato la ripresa dei lavori” ecc. Ora, delle due una: se vi era già stata in passato “la presenza continua di estranei” come mai nessuno ha arrestato questi soggetti? Sono uomini dotati di superpoteri? Appaiono e scompaiono alla velocità della luce, tanto da non essere rintracciabili dalle forze dell’ordine? Ma allora potrebbe voler dire che la loro presenza non sarebbe così “continua”, come scritto nel testo dell’ordinanza, da rendere impossibile la normale prosecuzione dei lavori? C’è qualcosa che non quadra.

LA VIGILANZA NELLE ORE NON LAVORATIVE - E, la conferma dei molti dubbi, e che qualcosa di fortemente strampalato non faccia quadrare il racconto legato a questa vicenda, si avrebbe spulciando ulteriormente il testo della medesima ordinanza: “Considerato la necessità di garantire le necessarie condizioni per lo svolgimento delle lavorazioni, nell'interesse di potere completare l'opera e consegnarla alla fruizione della collettività, oltre alla estensione della vigilanza privata durante le ore lavorative, è stato stabilito di disporre la sospensione totale della circolazione stradale sul ponte, in modo da potere collocare sistemi di protezione stabili, non facilmente rimovibili per evitare la facile intrusione e per eliminare i tempi aggiuntivi necessari per le attività di pulizia giornaliera, di rimozione e ricollocazione delle barriere, che comunque rallentano le attività lavorative”. Siamo alla follia: scopriamo così, che la vigilanza era stata attivata solo la notte, a cantiere chiuso e non di giorno, quando cioè, avverrebbero le presunte aggressioni. Assalti in cantiere che si erano già verificati - secondo quanto affermato dagli operai della ditta esecutrice dei lavori - ma che non hanno suggerito alla stessa azienda di coprire e tenere al sicuro il cantiere ed i suoi operai durante le ore di lavoro? Incredibile ma pare che le cose stiano proprio così.

LE REAZIONE DEL SINDACO SALVATORE QUINCI - “Il LCC aveva già anticipato questa scelta - conferma a Tp24.it il primo cittadino mazarese - la quale non è per nulla condivisa da me: la trovo ingiustificata e sbagliata. E va nella direzione di generare nuovi disagi e pericolo per la popolazione residente nel quartiere Bocca Arena. La sicurezza dei lavoratori - continua il sindaco, Salvatore Quinci (liste civiche) - che sta a cuore anche a me, era garantita da ben 4 guardie armate a presidio durante l'orario di lavoro. Non è forse sufficiente? Cosa dobbiamo schierare? L'esercito contro pericolosi terroristi? Le motivazioni portate avanti dall'impresa e avallate dal LCC sono esasperate e ingiustificate. Di contro il LCC che ha la grave responsabilità di non aver effettuato la manutenzione periodica del ponte - accusa il primo cittadino - ha generato un disagio e danno economico a migliaia di persone. E non ne ha mai chiesto ammenda. Siamo di fronte al fallimento della gestione tecnico operativa dei lavori. La prima ordinanza risale a sedici mesi fa. Non siamo - prosegue Quinci - a conoscenza di un cronoprogramma di fine lavori! Mi sono assunto, per senso delle istituzioni, di farmi carico di proteste e tensioni che si sono scaricate sulla mia persona senza averne responsabilità, che è tutta del LCC. Adesso chiudiamo: che i lavori terminino in modo celere. L'impresa deve mettere in campo più forza lavoro possibile e non pochi lavoratori come negli ultimi mesi. Il LCC - conclude il sindaco, Salvatore Quinci - deve pretendere il rispetto dei termini contrattuali e fornire immediatamente un cronoprogramma. È il minimo - chiude così, la replica del primo cittadino mazarese, a Tp24.it - che deve alla città di Mazara del Vallo. Il ponte deve essere riaperto prima possibile!”

Alessandro Accardo Palumbo
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