Prima alleanza ufficiale a Trapani tra Fratelli d’Italia, che ha schierato in campo come candidato sindaco Maurizio Miceli, e l’Mpa, il Movimento per le Autonomie. I due partiti, che rappresentano una parte del centrodestra, adesso devono organizzarsi per allargare la coalizione agli altri partiti e allestire le liste.
La coordinatrice provinciale le Movimento, Maricò Hopps, parla di volontà dell’elettore: “Le appena passate elezioni regionali e nazionali hanno determinato certamente, e senza alcuna smentita, la volontà dell’elettore di un ritorno ai valori e ai contenuti dei partiti. Lo abbiamo auspicato alla costituzione del nostro coordinamento comunale e lo ribadiamo oggi all’ufficializzazione della candidatura dell’ avvocato Maurizio Miceli che abbiamo accompagnato già nelle primissime fasi di proposta, individuandola e sposandola come espressione di quella che dovrà essere una formazione di chiaro indirizzo politico per dare una svolta amministrativa alla città di Trapani”.
Ad organizzarsi anche il centrosinistra, il Partito Democratico ha riunito la sua segreteria la settimana scorsa e ha messo i paletti circa l’utilizzo del simbolo, a Trapani, Comune dove si vota con il sistema proporzionale il segretario provinciale, e i nuovi componenti, hanno stabilito che i dem correranno con il proprio simbolo di partito: “Rispetto alle Amministrative, in virtù del lavoro fatto in questi mesi sull’identità del partito e in considerazione dei voti di lista ottenuti alle regionali, è necessario presentare il simbolo del Pd in tutti i Comuni in cui non si vota con maggioritario, così come già fatto ad Erice alle scorse elezioni vinte dal Partito Democratico, insieme con i movimenti civici e i moderati che rappresentano il giusto perimetro di alleanze”.
Questa linea potrebbe mal sposarsi con quella del sindaco uscente Giacomo Tranchida che punta, invece, a uno schieramento civico senza simboli di partito.
In verità anche in consiglio comunale a Trapani non esiste il gruppo consiliare dei dem, nonostante ci siano persone tesserate e che hanno fatto parte della dirigenza come la consigliera Marzia Patti.
A questa presa di posizione non ci sta Dario Safina, già assessore con Tranchida e ora deputato regionale del Pd: “Ho letto la nota della segreteria provinciale del Partito Democratico e devo riconoscere che a parte il doveroso compiacimento per la cattura di Matteo Messina Denaro non mi convince null’altro, soprattutto sotto il profilo della forma, che – in questo caso – si fa sostanza. Reputo un errore, a meno che non siano altri gli obiettivi perseguiti, quale ad esempio quello di dividere ancora una volta la nostra comunità, assumere linee politiche sulle prossime elezioni amministrative senza dapprima aver ascoltato i territori ed il coordinamento provinciale che, seppure nel rispetto dell’autonomia dei singoli circoli, è l’organismo di direzione politica”.
Il problema è che a Trapani non c’è più il segretario comunale dem, Andrea Rallo si è dimesso da qualche mese, poi Safina continua: “Non è tempo, a mio avviso, di prese di posizione che, è stato dimostrato con i risultati alle Amministrative degli ultimi anni, rischiano di disperdere le energie ed allontanare ulteriormente gli elettori dalle urne. C’è un modello, il modello Trapani in particolare, che ha dimostrato di essere uno strumento di aggregazione efficace per assicurare alle città, ed al capoluogo in particolare, quella coesione necessaria per il buon governo. Mi auguro che la segreteria torni a riflettere su temi così delicati e avvii una indispensabile campagna di ascolto prima di assumere qualsivoglia decisione, che rischierebbe di non essere compresa dai dirigenti locali e, per tale ragione, sembrerebbe animata dalla volontà di impressionare i non allineati ad un nuovo corso, che non vorrei profumasse tanto di vecchi metodi”.
In questo scontro tra Safina e Venuti, che è tutto politico, Tranchida non mette becco e come sempre ha fatto continuerà sulla sua strada.
Rossana Titone