Lavoratori sfruttati, pagati 1,85 euro l'ora. Succede a Trapani, dove la Squadra Mobile della Polizia ha arrestato quattro persone, ai domiciliari, accusate, a vario titolo del delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro; è stata inoltre disposta la misura cautelare reale del controllo giudiziario dell’azienda con la nomina di un amministratore per la gestione.
L’attività d’indagine, avviata nell’inverno scorso e supportata da sistemi di videoripresa a distanza e intercettazioni telefoniche, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine a conclamate condizioni di sfruttamento dei lavoratori impiegati da una società con sede a Mussomeli (CL) nell’allestimento del nuovo punto vendita di Trapani, poi inaugurato nella primavera scorsa.
In sintesi, la società gestita da due fratelli di origine nissena, utilizzando fraudolentemente lo strumento della somministrazione di manodopera avvalendosi di un’azienda di intermediazione, faceva sottoscrivere ai dipendenti contratti di lavoro part-time, che prevedevano 24 ore settimanali articolate su 6 giorni lavorativi, per poi impiegarli a tempo pieno e ben oltre lo stesso orario ordinario previsto anche per contratti full – time. I dipendenti erano in sostanza costretti a lavorare in condizioni di estremo disagio per 10/11 ore giornaliere, per una retribuzione di circa 500 euro mensili (pari a 1,85 euro per ciascuna ora lavorativa) senza vedere assicurato, in molti casi, neanche il riposo settimanale.
Durante l’attività di indagine, sono state accertate macroscopiche e reiterate violazioni sia della normativa giuslavoristica che di quella in materia di sicurezza sul lavoro. I lavoratori, infatti, a fronte del profilo per cui erano stati assunti - afferente l’area del commercio - venivano impiegati per mansioni assai diverse rispetto a quelle previste dal contratto e in particolare come carpentieri, manovali, pittori, addetti alle pulizie e financo in servizi di guardiania notturna nella fase di allestimento della struttura. Oltre alle gravi irregolarità sopra segnalate, alcuni lavoratori hanno anche riferito di essere stati sottoposti a condizioni di lavoro degradanti a causa delle gravi violazioni delle norme igienico-sanitarie sui luoghi di lavoro e a reiterati comportamenti vessatori e offensivi posti in essere dai due imprenditori e da un loro collaboratore.
Durante le attività investigative sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza anche nei confronti di due dipendenti della società; a carico del primo, addetto alla selezione e gestione del personale, sono stati raccolti gravi elementi indiziari circa il suo intervento nella sistemazione artefatta della documentazione amministrativo-contabile del personale, a partire dal reclutamento, all’assunzione e alla predisposizione delle buste paga; il secondo collaboratore invece è risultato essere l’esecutore materiale delle direttive impartite dai due datori di lavoro nelle fasi di avvio dell’attività commerciale a Trapani, assumendo atteggiamenti vessatori similari a quelli posti in essere dai titolari della società.
Dalle investigazioni è emerso altresì che analoghi episodi di sfruttamento del lavoro da parte degli stessi indagati erano stati in precedenza commessi durante le fasi di apertura di un punto vendita a Castelvetrano avvenuta nel 2018; era stata in passato presentata una denuncia anche da parte di un lavoratore del nisseno ove sono presenti altri punti vendita della stessa società.
Le indagini sono state supportate da attività ispettive e accertamenti tecnici a cura del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) dei Carabinieri di Trapani, sia per quanto riguarda il profilo delle violazioni in materia di sicurezza sul lavoro che per quanto riguarda le omissioni contributive.
Proseguono gli accertamenti a cura del predetto Organo accertatore unitamente al personale INPS per quantificare l’entità complessiva delle violazioni rilevate e dei versamenti omessi.