Continua la nostra inchiesta a puntate sul caso D'Alì. Ci riferiamo all'ex senatore trapanese, che si trova in carcere dopo una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Il suo nome è spesso legato a quello di Matteo Messina Denaro ed allora abbiamo voluto un po' leggere le carte del processo, lunghissimo, a D'Alì, per capire quali sono le reali accuse a suo carico, cosa il tribunale ritiene provato e quali sono le considerazioni sollevate dalla difesa. Abbiamo spiegato così la vendita fittizia del terreno di Contrada Zangara, il ruolo della mafia nella sua elezione nel 1994 e nel 2001.
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Dopo il 2001, un altro episodio che diventa centrale nel lungo processo ad Antonio D'Alì, è quello del Prefetto Fulvio Sodano, e della Calcestruzzi Ericina, sequestrata alla mafia. E' uno dei momenti, per i giudici, di "maggiore intervento" di D'Alì per aiutare la consorteria mafiosa trapanese.
Qui c'è il racconto che la vedova del Prefetto fa durante una trasmissione su La7 di qualche settimana fa.
In sintesi, cosa accade? L'impianto di calcestruzzi era stato sequestrato alla mafia, il Prefetto Sodano insisteva con le aziende locali, impegnate nei lavori pubblici per la Louis Vuitton Cup che si è tenuta a Trapani nel 2005 (c'erano da realizzare la nuova caserma dei vigili del fuoco, quella della Polizia di Frontiera, e la banchina Garibaldi) affinchè utilizzassero il suo calcestruzzo, salvando così l'impianto dal fallimento. D'Alì, invece, secondo l'accusa, brigava con il cartello delle imprese per boicottare la Calcestruzzi Ericina, e poi, da sottosegretario agli Interni, si attivò per fare spostare Sodano, ritenuto scomodo, che poco dopo si è ammalato ed è morto. Oggi Sodano è cittadino onorario, alla memoria, di Trapani, e a lui è intitolata la sala conferenze del Comune.
Qui un altro servizio, sempre de La7, sul ruolo di Sodano e la Calcestruzzi Ericina.
La difesa di D'Alì replica sul punto che Sodano, in realtà, è stato Prefetto a Trapani anche oltre la media di permanenza di un Prefetto dalle nostre parti, che non c'erano alcun motivo di astio, ma solo un'antipatia personale tra i due, dovuta ad alcuni sgarbi da cerimoniale. Circa la sua malattia, la SLA, è iniziata ben prima che fosse Prefetto a Trapani. Infine, alcuni imprenditori hanno riferito che rifornirsi alla Calcestruzzi Ericina, l'azienda in amministrazione giudiziaria, era molto più costoso, i prezzi erano fuori mercato, in alcuni casi poi i cantieri preferivano, in economia, gli impianti che avevano vicino. C'è poi anche chi valuta singolare il ruolo di un Prefetto che, in nome certamente di una giusta causa, irrompe così nella libera concorrenza tra le imprese, cercando di "imporre" un fornitore rispetto ad altri. Insomma, un ginepraio di polemiche, con tossine che arrivano anche ai nostri giorni.
La Calcestruzzi Ericina era una società in origine di Vincenzo Virga, ma poi confiscata. Secondo il teste chiave, il pentito Birrittella, il boss reggente Ciccio Pace (che aveva preso il posto di Virga dopo il suo arresto, secondo un pizzino che girava: "Tutte le imprese con Pace") era risentito con il prefetto di allora, Fulvio Sodano, che si stava spendendo fattivamente per aiutare la Calcestruzzi ericina, mentre Pace voleva mandarla in difficoltà per poterla poi acquisire tramite un prestanome, che doveva essere, secondo Birrittella, Tommaso Coppola. C'era un cartello di imprese che aveva interesse al progetto, la Siciliacalcestruzzi di Pace, l'impresa di Vito Mannina (che poi sarà assolto, però, dall'accusa di concorso esterno all'associazione mafiosa) e la Calcestruzzi Spa, impresa nazionale che in Sicilia, però, cercava contatti con Cosa nostra ("era gestita a Trapani dal geometra Genova" racconta Birritella).
Il Prefetto Sodano si opponeva a questo disegno, e si spendeva per fare avere commesse alla Calcestruzzi Ericina, e salvarla dal fallimento. Da qui l'intervento di D'Alì per fare trasferire Sodano. Va anche detto che Sodano è stato Prefetto di Trapani per due anni e sette mesi (Dicembre 2000 - Luglio 2003) ed è stato comunque Prefetto per una durata superiore ai due anni dell'incarico. D'Alì si attivò su richiesta di Pace, riferisce Birritella (che la prima volta non cita D'Alì, nel 2007, ma dice che Pace si sarebbe attivato "secondo alcune sue conoscenze". Se lo ricorda poi quando viene risentito nel 2010).
Ma secondo la sentenza di assoluzione dell'imprenditore Vito Mannina, non c'era alcun cartello mafioso: “… la scelta del Mannina, quale fornitore del calcestruzzo, non è dipesa da una <<ripartizione mafiosa>> degli incarichi che, in contrasto con le regole di mercato, imponeva una certa e predeterminata turnazione, ma in virtù di contingenze legate ai precedenti rapporti imprenditoriali o alla dislocazione dei lavori, a prescindere da ipotizzabili coartizioni di tipo mafiose …". Insomma, l'opposto delle dichiarazioni di Birrittella. Nella sua arringa difensiva, l'avvocato Arianna Rallo fa notare proprio questo aspetto: " Se è stato processualmente escluso, con sentenza passata in giudicato, che a Trapani ci sia stata una ripartizione mafiosa del territorio per l’acquisto del calcestruzzo e che Mannina sia un mafioso e se è vero, come è stato accertato, che il tentativo di acquisto della Calcestruzzi Ericina da parte di Mannina sia stato del tutto slegato dalle logiche mafiose e criminali, bensì dettato esclusivamente da quelle imprenditoriali; allora, come può processualmente e seriamente ritenersi che il responsabile del trasferimento di Sodano sia stato D’Alì per realizzare gli interessi della famiglia mafiosa trapanese e che il trasferimento sia stato il prezzo che il Prefetto ha dovuto pagare per avere aiutato la Calcestruzzi Ericina, osteggiata da D’Alì per favorire le ditte collegate a “cosa nostra” sul mercato della calcestruzzo ...".
Dopo Sodano, arriva a Trapani un nuovo Prefetto Finazzo. Anche il suo operato, va ricordato, sarà nella direzione di un forte e pressante attività sul territorio a discapito della mafia, dei beni confiscati e a favore dell’attività della Calcestruzzi Ericina, ed infatti saranno assegnate alla ditta tutte le forniture del calcestruzzo (addirittura, fino al suo esaurimento) per i lavori al porto relativi alla Louis Vuitton Cup.
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