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13/02/2023 06:00:00

 Andrea Bulgarella: “La piazza sfregiata di Bonagia. Stanco di subire l’ennesimo affronto”

 “Un monumento che il mondo ci invidia, svilito ancora una volta dalla politica e dalle istituzioni”. Rompe il suo silenzio Andrea Bulgarella. Il noto imprenditore trapanese interviene sulla singolare vicenda di Bonagia. L’abbiamo raccontata su Tp24: nella piazzetta di Bonagia, a Valderice, è stata realizzata una tensostruttura per ospitare i relitti di alcuni barconi da pesca. L’opera, però, non solo è un pugno nell’occhio per chi arriva in piazza, come lamentano i residenti, ma sfregia anche la Tonnara, di proprietà proprio di Bulgarella. E mentre Sindaco e Soprintendenza si rimpallano le responsabilità, Andrea Bulgarella ancora aspetta una risposta.

A fine ottobre ho scritto una lettera a tutti gli enti interessati e alla Procura della Repubblica, per capire come si è potuti arrivare a questa scelta, che danneggia irrimediabilmente la Tonnara”.

Cosa hanno risposto? Perché, hanno risposto? Nessuno mi ha calcolato, come sempre, purtroppo. Come se della Tonnara di Bonagia non importasse a nessuno.

Si è fatto un’idea di come si è potuto arrivare a questo sfregio? Non lo so. So solo che il Sindaco di Valderice chiama in causa la Soprintendenza, dalla Soprintendenza non fanno sapere nulla. E a farne le spese è la bellezza dei luoghi, i residenti, e, naturalmente, la Tonnara.

Da quando lei, nel 1984, ha deciso di recuperare la Tonnara di Bonagia per renderlo un complesso turistico alberghiero di spessore internazionale, è successo di tutto. Ho subito di tutto. Vincoli, denunce, processi. Senza ovviamente mai una condanna.

Ma è importante recuperare queste barche, le muciare, testimonianza proprio dell’attività della pesca legata alla tonnara. Di più: è fondamentale. Io stesso all’interno della Tonnara ho realizzato un museo del mare, ho recuperato vascelli, mezzi dei pescatori. È la nostra storia, la nostra civiltà. Sono stato proprio io a sollecitare, nel 1998, il recupero di questi barconi. La Regione Siciliana ha infatti poi imposto il vincolo. E con mia grande sorpresa, mi hanno mandato una diffida perché dovevo essere io, secondo loro, a provvedere al loro restauro, come se fossero miei! Ma questi barconi sono stati per decenni abbandonati all’incuria nell’area davanti la costa e sul litorale, vicino la Tonnara. Finalmente hanno deciso di recuperarli, scelta saggia, partorendo poi però questa orribile struttura, che deturpa la Tonnara ed impedisce la fruizione della piazza. Sembra che me lo facciano apposta.

Ma non è stato informato prima dei lavori? No, nessuno mi ha coinvolto. Avremmo potuto mettere a disposizione, gratuitamente, i nostri progettisti e le nostre risorse per la migliore soluzione espositiva. Avremmo potuto anche concedere un’area appropriata. E invece, ancora una volta hanno voluto mortificarci.

Perché dice così? Siete mai venuti alla Tonnara? Davanti l’ingresso c’è la possibilità di ammirare una costa favolosa, il nostro mare, i tramonti più belli, le isole Egadi. Peccato che qualche anno fa hanno dato l’autorizzazione per la collocazione di un piccolo chiosco destinato a bar, che con il passare degli anni è diventato sempre più grande, proprio nel piazzale di fronte l’ingresso. Un pugno nell’occhio, è la prima cosa che notano tutti i turisti stranieri quando vengono da noi. E poi ci sono continuamente aperitivi, grigliate, schiamazzi, serate di musica, che mal si conciliano con l’incanto dei luoghi. E potrei continuare.

Ancora? Si. Voi non lo sapete, ma tutte le opere di urbanizzazione per la realizzazione dell’albergo ho dovuto farle io. Ho pagato i contributi per una rete fognaria che non esiste, tanto che ho dovuto mettere un costosissimo impianto di depurazione. Cosa per la quale subisco periodicamente severi controlli. Chissà se tutte le altre strutture, compreso quel chiosco di cui parlavo, dal notevole impatto paesaggistico ( e che potrebbe magari essere spostato da un'altra parte …) ricevono le stesse attenzioni…

Ha mai denunciato tutte queste anomalie? L’ho fatto per decine di volte a partire dal lontano 1984, iniziando con l’appalto per l’autoparco di Trapani. Ma nessuno si è mosso. In compenso ho scoperto che da una lettera anonima (avete capito bene, anonima) è nata un’indagine per un presunto scarico di acque reflue e l’apertura di alcuni vani. Anche in questo caso, siamo pronti a difenderci e a dimostrare l’insussistenza delle accuse. Ma la mia amarezza è tanta: perché questa disparità di trattamento?

Alla fine, che idea si è fatto di tutta questa vicenda? Io sono stato il primo imprenditore a credere nelle potenzialità turistiche del nostro territorio, ho investito, ho lavorato, ho creato ricchezza e tanti posti di lavoro. Eppure sono solo contro tutti. Oggi più che mai la Tonnara di Bonagia rischia la chiusura. Sono stanco della guerra che “chi non vuole fare” combatte contro “chi fa”. Stanno vincendo loro. Ma devo aggiungere anche una cosa …

Cosa? Io lavoro in tutta Italia. E quello che accade dalle nostre parti, altrove non accade. In Liguria, in Toscana, a Milano come sulle Dolomiti, ho eseguito tanti recuperi e restauri conservativi di immobili importanti (non mi sono mai interessate le speculazioni) le istituzioni fanno a gare per essere vicine a chi, ha dimostrato di possedere professionalità e capacità, investe e crea lavoro, c’è un dialogo, un confronto continuo...

E qua, in provincia di Trapani, invece? Vivo una condizione di grande isolamento. Perché è questa la verità: con amarezza debbo prendere atto che nelle mie battaglie contro le anomalie, le ingiustizie e le illegalità sono stato lasciato sempre solo. Non ho mai avuto accanto le istituzioni. Lo Stato non c’è. Tranne quando arriva una lettera anonima sul mio conto. In quel caso, improvvisamente, in Procura diventano solerti, arrivano le ispezioni, si aprono i fascicoli. Non sapete quante volte in questi anni la Tonnara è stata ingiustamente bersagliata per fesserie. Ripeto: fesserie. Io invece ho denunciato e denuncio fatti gravissimi, a Trapani e non solo, ma non vengo minimamente preso in considerazione. Posso concludere facendo io una domanda?

Prego.

Ma che immagine comunicano le istituzioni quando vanno dietro le lettere anonime, mentre si ignorano i nostri esposti, le nostre denunce e le lettere aperte? È come se avessero paura …