Dall’anno scolastico 2024/25, tutte le scuole con meno di 900 studenti dovranno essere accorpate ad altre.
"L’obiettivo è evidente: penalizzare la scuola, presidio di legalità in molti quartieri a rischio, e risparmiare risorse a scapito dell’unico laboratorio attivo di cultura e conoscenza che è capace di sottrarre manovalanza alla criminalità organizzata", le parole della responsabile scuola di Italia Viva Sicilia Liliana Modica.
Per l’istruzione scolastica i 52 miliardi e 114 milioni del 2023 diminuiranno a 47 miliardi e 997 milioni di euro del 2025. Dal 2023 al 2025 ci sarà un taglio del 50% delle risorse sul reclutamento e sull’aggiornamento dei dirigenti e del personale.
"Questo è il cambiamento, il rinnovamento che il ministro Valditara aveva preannunciato nel suo discorso di insediamento - continua la Modica -. La scuola è l’infrastruttura più importante del Paese. Deve, in primo luogo, saper individuare, valorizzare e fare emergere i talenti e le capacità di ogni persona indipendentemente dalle sue condizioni di partenza, perché ciascun giovane possa avere una opportunità nel proprio futuro, tra l’altro in consonanza con la lettera e lo spirito dell’articolo 3 della Costituzione. È su questi presupposti che lavoreremo per una scuola che torni a essere un vero ascensore sociale e che non lasci indietro nessuno. E tanto per cambiare la Sicilia sarà danneggiata con il taglio di 109 scuole - conclude -".