La tipica maschera dei “GIARDINIERI” di Salemi, piena di fascino e mistero, tra le piu’ antiche della Sicilia, e’ stata una delle protagoniste dell’evento ‘Carnevali della tradizione’ organizzato dell’UNPLI , l’ Associazione nazionale delle Pro Loco.
Con la manifestazione si e’ voluto tributare un giusto riconoscimento alle“maschere” che da un punto di vista antropologico sono tra quelle italiane le piu’ significative.
A rappresentare il ricco patrimonio storico-antropologico siciliano ci hanno pensato i componenti del valoroso gruppo dei “Giardinieri” di Salemi che da anni vanno in giro per per fare conoscere le peculiarità della maschera salemitana.
E quale migliore palcoscenico della Piazza San Marco di Venezia con il suo Carnevale di risonanza internazionale!
Bene ha fatto l’Amministrazione comunale a finanziare la spedizione in Laguna, un motivo in piu’ per pubblicizzare anche le specialità del territorio. L’organizzazione del viaggio è stata curata dal Presidente della Proloco di Salemi Giuseppe Pecorella.
Sulle origini dei “Giardinieri” non si hanno certezze. Di questa antica maschera ottocentesca, tipica di Salemi, Giuseppe Pitre’non ne fa cenno, cosi come anche altri etnologi.
La "letteratura" che al riguardo ho potuto rintracciare si riduce ad una breve nota che lo studioso di storia locale Paolo Cammarata, già direttore della Biblioteca comunale di Salemi, una tra le piu’ ricche della Sicilia, ebbe a stilare circa 25 anni fa.
Secondo Cammarata, le fonti tutte orali da lui raccolte, lo portarono alla conclusione che la maschera affondasse le sue radici nella contrada Pioppo, una delle piu’ rigogliose del contado salemitano, citata anche da Consolo nel suo splendido “Retablo”.
Una zona nota per essere una delle poche a produrre agrumi e per la presenza di una fontana da cui sgorgava perennemente un getto d ‘acqua freschissima e di cui si raccontavano miracolose virtù salutari.
Ogni buon siciliano sa che gli agrumeti o gli oliveti in lingua locale vengono chiamati “jardina d’aranci” e “jardina d’alivi”.
I “Giardinieri” della maschera, quindi, nulla hanno a che vedere con i coltivatori di fiori o di terreni destinati a ricreazione o passeggio.
I nostri giardinieri erano invece i custodi dei "jardina d'aranci e lumiuni” (aranci e limoni, agrumeti, insomma).
Costoro, prestando il servizio di custodia e di sorveglianza (la cosiddetta guardiania) amavano indossare una sorta di divisa caratterizzata da un abito in velluto di colore marrone, con pantaloni alla zuava, stivali al ginocchio e a tracolla, ovviamente, uno fucile, pronto a far fuoco.
L a maschera carnevalesca ha apportato alcune modifiche alla divisa: ha aggiunto al cappello a falde larghe delle strisce di carta multicolori che potrebbero richiamare l’arcobaleno, un fiocco di raso rosso al collo sostituendo però il fucile con una scaletta estensibile, mediate la quale distribuisce caramelle ai passanti. Fino a quaranta anni addietro venivano offerte soprattutto le arance , ma anche “pizzini” d’amore alla donna corteggiata.
A Venezia i “Giardinieri” di caramelle ne hanno offerte ben cinquanta chili.
Una maschera di origini contadine, quindi, che niente ha a che vedere con la maschera dello “Scalittaro” , come erroneamente e’ stato divulgato da una agenzia di stampa e ripresa, come al solito acriticamente da tante testate giornalistiche.
Si tratta, come abbiamo raccontato, di una maschera contadina, autoctona e peculiare del territorio di Salemi e che rappresenta il patrimonio etnologico della Citta’ di Salemi.
Stesso discorso per le famose “Mascherate” (le piu’ famose quelle allestite da una famiglia conosciuta con l’epiteto “Attuppateddi”).
Rappresentazioni teatrali a tema itineranti, i cui personaggi indossavano costumi originalissimi, alla cui preparazione venivano volontariamente impiegati tanti mesi dell’anno.
Assieme ai “ Giardinieri”, le “Mascherate” marcavano la differenza del Carnevale di Salemi dagli altri paesi.
Sono queste le autentiche tradizioni da far rivivere e non quella della sfilata dei Carri che non e’ mai appartenuta ai salemitani, anche per la conformazione urbanistica della città.
Seguire la strada intrapresa dai signori Giardinieri Capizzo Salvatore, Carmelo Maltese, Adorno Giacomo, Nicola Amante, Francesco Amante, Salvatore Messina, Franco Muraca, Gaetano Tramonta, Vito Drago, Pietro Distefano, Giuseppe Cucchiara, i quali con tanta dedizione e sacrifici, sono riusciti a mantenere viva la tradizione della maschera doc salemitana facendola conoscere in tutto il mondo.
Ecco perché crediamo che sia giunto anche il momento che venga richiesta da chi di competenza l’iscrizione del “Giardiniere” al REIS regionale (Registro Eredità Immateriali della Sicilia).
Franco Ciro Lo Re