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10/04/2023 06:00:00

Alluvioni nel Trapanese. Finalmente lo stato di calamità, tra le polemiche

 Da un lato la richiesta di calamità naturale che arriva dopo sei mesi. Dall’altro il rischio di finire in tribunale per il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida.

Sono due i fronti aperti sui danni provocati dalle alluvioni dello scorso autunno in provincia di Trapani, in particolare gli allagamenti di Misiliscemi, ad ottobre, e quelli nel centro di Trapani a settembre.

Nei giorni scorsi la Giunta Regionale ha approvato con propria delibera la richiesta di stato di calamità nazionale da avanzare al Governo centrale, atto propedeutico per ulteriori interventi a favore delle attività economiche e delle popolazioni della frazione di Salinagrande, di Misiliscemi, di Trapani e di altri comuni della provincia colpiti dall'alluvione dello scorso 13 ottobre.


Una richiesta che arriva con molto ritardo rispetto ai fatti accaduti.
Un segnale che ancora una volta i tempi della politica sono lentissimi quando si tratta di dare una mano ai cittadini. Proprio di recente abbiamo fatto un giro per la Salina Grande di Misiliscemi, ancora segnata dall’ondata di acqua e fango che ha invaso la frazione a causa dell’esondazione del fiume Verderame.

 

 

 

Qui invece un interessante contributo di Luca Sciacchitano.


“Ci sono voluti quasi sei mesi e nonostante la delibera giunga con ritardo, rispetto alla mozione mai calendarizzata e discussa che ho presentato come primo atto nel novembre scorso, subito dopo il mio insediamento, è una buona notizia” commenta la deputata regionale dei 5 Stelle, Cristina Ciminnisi, la notizia della richiesta di stato di calamità naturale..
“Adesso - conclude la deputata trapanese - è necessario accelerare e definire tempi certi per giungere concretamente ai ristori a privati, cittadini e lavoratori che hanno subito gravissimi danni e che ancora oggi attendono una risposta”.


“Meglio tardi che mai, mi sento di dire - ha detto il deputato regionale del Pd Dario Safina-. Sono stati persi sei mesi di tempo per addivenire ad una verità che era sotto gli occhi di tutti: quegli eventi meteorologici sono stati straordinari e distruttivi, una forza che nemmeno le strutture della Protezione Civile regolarmente allertate e attivatesi sono riuscite né a prevedere né a contenere”.
“La richiesta di stato di calamità non può limitarsi ad essere una mera formalità – incalza Safina -. Il Governatore Schifani deve immediatamente attivarsi presso il Governo Centrale per discutere lo stanziamento delle risorse necessarie a ristorare tanto i privati quanto il pubblico”.


“Politicamente mi sia consentita una osservazione – conclude il deputato regionale -: il provvedimento del Governo siciliano, supportato dai dati riscontrati dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile, mette definitivamente a tacere le speculazioni politiche che nei mesi scorsi, e addirittura nelle stesse giornate degli eventi calamitosi, furono poste in essere da quanti (Movimento Cinquestelle compreso) amano soltanto fare passerella gettando fumo negli occhi dei cittadini”.

Poi ci sono i commercianti di Trapani che hanno subito diversi danni dagli allagamenti causati dalle piogge del 26 settembre scorso. Per le strade completamente allagate rischia di essere portato in tribunale il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, per la mancata manutenzione delle condotte fognarie.

Già dallo scorso anno, erano state inviate le diffide con messa in mora e con invito a aderire alla negoziazione assistita. Commercianti e cittadini hanno anche inviato le perizie per una corretta quantificazione. Lo stesso sindaco di Trapani nelle sue dichiarazioni stampa dell'ottobre scorso ammetteva la mancata manutenzione negli anni delle condotte fognarie, circostanza confermata dal Dott. Salvo Cocina dell'ufficio di protezione civile regionale.

"Non avendo avuto alcun riscontro dal Comune, ( che si è limitato ad aprire la pratica) né dalla sua Assicurazione e decorsi i termini di legge, i cittadini hanno deciso di passare adesso alla fase giudiziaria”, spiega l'Avvocato Vincenzo Maltese legale incaricato dagli stessi danneggiati.
“L'omessa manutenzione delle condotte fognarie cui il sindaco era tenuto a disporre nel corso del suo mandato, anche su suggerimento del Commissario Messineo nella sua relazione di fine incarico, imputa a mio parere, ai sensi dell'articolo 2051 del codice civile, una diretta responsabilità di questa amministrazione. Ho dato ulteriori otto giorni di tempo per vedere se ci sia la volontà di non andare in Tribunale ma, decorso tale ultimo termine - conclude l'Avvocato Vincenzo Maltese - porteremo all'attenzione dei giudici tutta la vicenda accaduta a Trapani nel settembre scorso, chiedendo ovviamente di accertare in sede civile il nesso di causalità tra gli allagamenti e la condotta dell'amministrazione".
Un caso, questo, che all’alba della campagna elettorale potrebbe penalizzare il sindaco uscente, molto criticato dai cittadini, comprensibilmente arrabbiati, nei giorni successivi agli allagamenti.