"Stanno pulendo le aiuole, vuole dire che c'è qualche evento". E' perspicace l'anziano che aspetta l'autobus a Sappusi, giovedì mattina. E' presto, ma già vede un'insolita attività. "Non si vedeva da anni", dice. Già, perché nel quartiere popolare di Marsala, giovedì, c'è stata l'ennesima parata antimafia dell'Amministrazione Comunale di Marsala, questa volta per dedicare strade e piazze della zona alle vittime delle stragi di Capaci e di Via D'Amelio. E quindi, per la prima volta in tanti anni, gli abitanti del quartiere hanno visto quei servizi che solitamente mancano "o che ci sono solo subito dopo le elezioni" precisano. Per tornare poi presto ad essere abbandonati.
E' per questo che giovedì mattina, alla parata del Sindaco Grillo, c'erano la solita claque, il parentado, le scuole precettate, le autorità, ma nessun abitante. I pochi, guardavano annoiati dalla finestra, per cercare di spiegare al Comune che non è dedicando strade alle vittime della mafia che si risolvono i problemi di un quartiere dove mancano i servizi più essenziali, e che, per gli investigatori, è uno snodo dello spaccio di droga dell'intera provincia.
Gli abitanti della zona presenti si potevano contare sulle dita di una mano e affacciati alle finestre dei palazzi non c'era quasi nessuno. Erano, invece, presenti autorità civili, militari, forze dell'ordine (diversi anche in pensione) e studenti accompagnati dagli insegnanti.
Il sindaco Massimo Grillo nel suo intervento ha affermato: “La coscienza civile negli ultimi trent'anni è notevolmente cresciuta. Adesso, quando si subisce il furto del motorino non ci si rivolge più ai criminali”. Poi, il presidente del Tribunale, Alessandra Camassa, che alla Procura di Marsala è stata uno dei sostituti di Borsellino, ha ricordato il “controllo militare del territorio” che un tempo aveva la mafia e le “quarantacinque autopsie eseguite nell'arco di tre anni ”. Riferimento, quest'ultimo, alle guerre di mafia combattute dai clan mafiosi a Marsala e in altri centri della provincia tra la fine degli anni '80 e primi del '90. Sono, poi, intervenuti anche un rappresentante dell'Anm (il pm Giuseppe Lisella), il prefetto di Trapani, Filippina Cocuzza, e il questore Salvatore La Rosa.
A Falcone e Borsellino, anni fa, Marsala ha già dedicato una strada e una piazza. Adesso, una piazza è stata intitolata a Vito Schifani, strade invece a Francesca Morvillo (moglie di Falcone), Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Causi e Claudio Traina. Lo scorso anno, era stata intitolata ad Emanuela Loi la strada del Commissariato di polizia. Scoperte le lapidi, la cerimonia ha avuto un'appendice al Teatro Comunale “Sollima”, con un concerto dell'Orchestra di Fiati del Conservatorio “Antonio Scontrino” di Trapani. Intanto, sull'iniziativa del Comune è intervenuto don Francesco Fiorino, che aiuta molte famiglie che vivono in quel quartiere. “E' ottima cosa conservare la memoria riconoscente di chi ha lottato la criminalità organizzata e servito lo Stato con coraggio – ha detto il prete - tuttavia, servono anche azioni e progetti specifici per il bene comune e per la promozione della sicurezza e della legalità” . Elencando, poi, i “bisogni prioritari del quartiere Sappusi e dell'intera comunità marsalese”. A cominciare dai “beni confiscati alla mafia”, auspicando che “siano meglio e celermente utilizzati a beneficio della collettività e per il suo sviluppo socio-culturale” e dal contrasto alla “diffusione delle droghe e dei criminali che vendono morte”.