Livio Marrocco, ex deputato regionale, è arrivata l’assoluzione per l’inchiesta “spese pazze” all’Ars. In appello c’è stata l’assoluzione e prescrizione per Giulia Adamo, pene ridotte per Pogliese e assoluzione nel merito per lei. In questi nove anni, ha mantenuto sempre, non solo una grande serenità, ma si è sempre confrontato con i giornalisti anche quando l’ironia era facile, questo gli va assolutamente riconosciuto. Come sono stati questi anni?
Descrivere questi lunghi anni non è semplice. Ci vogliono spalle larghe per affrontare vicende di questo tipo. I dieci anni che sono passati, perché le indagini sono iniziate nel 2012, sono davvero pesanti, se si pensa che una persona debba aspettare così tanto tempo per vedere finita una vicenda che, per chi la vive in prima persona, diventa, alcune volte, fuori da qualsiasi logica. Lo ripeto, se fossi stato un’altra persona, che non aveva la mia formazione culturale o la mia formazione spirituale, non so come sarebbe finita. Una vicenda così finisce con il distruggere l’animo di una persona. Affrontare tutto quello che una persona pubblica subisce, - perché quando sei conosciuto da tutti, basta una cosa negativa per essere additato come il male assoluto, e i social in questi anni nella mia vicenda hanno scritto di tutto e di più e se non si ha la forza di resistere a tutto questo, non lo so cosa può succedere ad una persona. Questo è l’aspetto più difficile che si deve affrontare. Per quanto mi riguarda io ho avuto la mia famiglia che ha sofferto con me, ma che mi ha anche sostenuto, amici che hanno creduto in me e che mi hanno sostenuto, molti hanno cambiato strada dall’indomani della vicenda, ne potrei citare tantissimi, tanti che magari oggi dicono: “non avevo dubbi”, in realtà qualche dubbio c’era, ma poco importa, oggi pensiamo solo alle cose positive e al fatto che la vicenda si è chiusa nel miglior modo possibile: l’unico assolto nel merito, cosa che io cercavo con forza. Era il miglior modo per rispondere a questi dieci anni passati in questo modo che, ripeto, nessuno mi ridarà mai, anche questo è frutto di un sistema malato. Le tante prime pagine, i tanti articoli e le cose scritte sui giornali, sui media, non li spenderà mai nessuno per riequilibrare quello che è successo, ma fa parte del sistema, ciò che fa notizia è sempre la cosa negativa, non lo è mai quella positiva.
Quando Rino Formica disse “la politica è sangue e merda”, si riferiva anche a questo.
Certo, il meccanismo dei media è tale per questo, si cerca la notizia in termini negativi perché è quella che cammina più velocemente. Dovremmo riflettere però, anche su quello che di male causa sulla vita delle persone quando questi risultano innocenti.
Marrocco, in questi dieci anni si è messo di lato rispetto all’impegno politico. Le è mancato questo ruolo di esposizione e, soprattutto, ora cambia il suo impegno?
Sarei uno stupido a negarlo, dopo 25 anni di politica attiva senza mai fermarmi un attimo, passare dieci anni di pit stop forzato, ovviamente non è stata una cosa bella, specie per chi come me ha vissuto la politica, sin da piccolo, come servizio nel vero senso della parola, come protagonismo nel miglior senso possibile. E’ difficile stare come un leone in gabbia, ma era anche doveroso. Attiene anche quello alla mia formazione culturale, io non sarei riuscito a fare politica in prima persona, sapendo di avere questa spada di Damocle sopra, io non sono fatto così, ho ricoperto ruoli istituzionali di un certo tipo e attenendomi ad un certo senso dell’etica che, per me è parte integrante della politica e che probabilmente attiene ad una mia visione romantica della politica, forse oggi non è più così, ma sta di fatto che mi ha fatto fare un passo di lato e occuparmi di altro. Ho fatto associazionismo, cultura che continuo a fare, ed è quello che mi ha dato tante soddisfazioni. Intanto mi dedico a questo, mi dedico alla mia azienda, alla mia famiglia che ha sofferto con me e poi il resto si vedrà, di certo abbiamo levato un grosso macigno dalla mia vita.
Chi vince a Trapani tra i quattro candidati a sindaco?
Io mi auguro che vinca il nostro candidato Maurizio Miceli, è una campagna elettorale difficile. Io la vedo dall’esterno, anche se sono un dirigente regionale di Fratelli d’Italia, però, mi rendo conto della difficoltà di chi fa campagna elettorale oggi. Io la vedo con l’occhio di chi faceva politica in un "altro mondo" e in un altro momento storico. Oggi si pensa più ad attaccare l’avversario, a denigralo, anziché a parlare di ciò che si aspetta la gente. E’ un gioco della fazioni, forse per colpa dei mezzi di comunicazione, intendo anche i social, che questo problema lo acuiscono, non aiutano a stemperare i toni e a soffermarci su ciò di cui si dovrebbe parlare. Questo non aiuta tutti i candidati e a maggior ragione chi dall’opposizione tende a voler vincere contro il sindaco uscente.
Secondo Marrocco l’assessore regionale Mimmo Turano ha tradito o è stato tradito? I "suoi" sono con Tranchida e lui, invece, che si era impegnato a fare una lista non c’è riuscito.
Il vulnus di questa vicenda risale a cinque anni fa, quando tutto il centrodestra era con Tranchida, questo è il vero problema. Cosa si è fatto in questi cinque anni per ricostruire il centrodestra a Trapani? Non si può arrivare a qualche giorno dalla presentazione delle liste chiedendo agli uomini, amici di Turano di non essere coerenti, perché loro si sono candidati con Tranchida, hanno governato con Tranchida e continuano a stare con Tranchida. Il tema vero sul quale dovremmo confrontarci oggi è: Turano è assessore del governo di centrodestra ed è giusto che sia con il centrodestra, ma il centrodestra cosa ha fatto in questi anni quando Tranchida è venuto a fare man bassa del nostro elettorato, del nostro consenso, e perché la stragrande parte del centrodestra è andata con Tranchida cinque anni fa? Noi allora proponemmo una candidatura, velleitaria, quella di Bartolo Giglio, ma serviva per marcare la differenza sul fatto che il centrodestra era dall’altra parte e in tutti questi anni non si è lavorato per ricostruirlo e alla fine ora i nodi vengono al pettine.