«Il 5 maggio scorso sono iniziate le operazioni per portare fino ad un massimo di 63,7 metri il livello dell’acqua nell’invaso, grazie ad un provvedimento dell’Ufficio Dighe, provvisorio e in via emergenziale, e in ritardo rispetto alle esigenze degli agricoltori».
Lo ricorda la deputata Cristina Ciminnisi (M5S) che ha seguito da vicino il complesso iter che ha portato alla odierna operatività della diga sul fiume Delia.
«Esprimiamo moderata soddisfazione per l’obiettivo raggiunto dopo gli appelli delle imprese agricole ma – aggiunge –, oggi siamo costretti a sperare che il clima sia clemente e ci regali alcuni giorni di pioggia per arrivare a quei 5 milioni di metri cubi d’acqua da impiegare per l’irrigazione delle campagne del Belìce».
«Tuttavia – continua la deputata –, rimane una grande amarezza per quanto segnalato dall’Ufficio Dighe sul rischio, purtroppo molto concreto, della revoca del finanziamento di 3 milioni di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020 destinato all’incremento delle condizioni di sicurezza della diga Trinità; somme che sarebbero state indispensabili per migliorare le condizioni di sicurezza della struttura».
«Il Governo regionale – esorta Ciminnisi - si attivi immediatamente per recuperarlo o individuare altre linee di finanziamento per garantire la gestione ordinaria dell’invaso, affinché gli agricoltori belicini non si ritrovino nuovamente nella medesima situazione alla prossima stagione. Già alla fine dell’estate le paratoie della diga saranno nuovamente aperte, l’acqua andrà dispersa, e gli agricoltori belicini saranno ripiombati in quella condizione di incertezza in cui operano da anni».