Continua a tenere banco a Marsala la pista ciclabile urbana. Ne parliamo con due consiglieri comunali, Flavio Coppola e Rino Passalacqua che hanno una visione totalmente opposta.
Flavio Coppola, parliamo della pista ciclabile urbana di Marsala. Quando nasce questo progetto?
Il progetto è stato approvato a luglio 2020, eravamo in pandemia e piena campagna elettorale, con riduzione dei poteri del consiglio comunale, e mi rammarico di non aver avuto modo di conoscere i progetti di queste piste ciclabili, né di quella urbana né di quella della Spagnola, con tutte le sue criticità che si sono riscontrate successivamente e che, per risolvere, credo ci sia un impegno dell’amministrazione, anche di natura urbanistica. Si dovranno fare espropri, fare delle strade di ritorno, perché chi si addentra nel lungomare Spagnola, poi per tornare deve fare decine di chilometri e questo disagio lo vive soprattutto chi ci abita. Io che ci vado una volta all’anno lo trovo piacevole.
Alla pista ciclabile della Spagnola si crea una fila di macchine e un ingorgo incredibile e a quel punto con gli scarichi delle auto non c’è più nulla di salubre.
Si potevano prevedere tante altre soluzioni se l’obiettivo doveva essere quello di preservare lo Stagnone. Senza nulla togliere alle piste ciclabili, queste sono state progettate e realizzate tutte fronte mare. E siccome noi viviamo in un posto molto ventoso, nel periodo invernale quella della Stagnone non si può utilizzare. E a mio modo di vedere, al di là del decoro urbano e del toccò di modernità, secondo la logica di qualcuno, si può utilizzare in determinati periodi o solo in alcune giornate.
D’inverno, con le alghe è impraticabile.
Esatto d’inverno non ci va nessuno.
Parliamo della pista ciclabile cittadina.
All’inizio quando ne sentivo parlare pensavo, lo spazio c’è, una volta che è stata finanziata si deve realizzare, ma non sapevamo di tutte le intersezioni che ci sono lungo la pista. Io non avendo visto il progetto, ho partecipato ad un incontro dove il sindaco ha presentato alla città alcuni progetti, tra i quali quello della pista ciclabile e in quella occasione ho chiesto di visionare il progetto. Mi ponevo il problema del doppio senso di marcia, del parcheggio, visto che ci sono attività commerciali, di ristorazione e circoli. Mi è stato detto che ci sarà l’autorizzazione al parcheggio sui marciapiedi, che può essere autorizzato, solo in casi eccezionali. Ma mi sono chiesto, se c’è un disabile e ci sono le auto parcheggiate, si lede il diritto di quella persona che non può passare. Da lì si sono susseguiti una serie di incontri. In quello organizzato dall’amministrazione si è parlato di pista ciclabile dai Canottieri fino alla Florio. Per me alla Salinella già c’era, non mi sono posto il problema. Me lo sono posto dal Circolo Velico in poi, nel quale mi hanno detto, ci sarà una pista promiscua, dove possono circolare sia macchine che bici, sarà solo tratteggiata e non dipinta di rosso. Il fatto è che non si potrà parcheggiare. Nella riunione non si è parlato di viale Isonzo, si è parlato di via Scipione l’Africano e della pista che finisce a Porta Garibaldi. La via Dello Sbarco, verrà utilizzata temporaneamente, in attesa che venga allargato il tratto di lungomare che va da via Dello Sbarco fino al bar Oltremare, al vecchio molo, ma nel frattempo la pista ciclabile, sale da via Dello Sbarco, gira in via Verdi, passa davanti al Commissario di Polizia, gira in via Crispi e riprende il lungomare, salendo in via Noto, prosegue fino alla stazione dove ci sarà il terminal. Ma si deve tenere conto che c’è una struttura sanitaria che riceve circa duemila persone al giorno e non si esclude che possa diventare una Casa di Comunità con ulteriore incremento di personale e utenti.
Quanti posti auto salteranno?
Guardi io li ho contati tutti, ne ho contati 270.
E le persone dove parcheggeranno?
Questo dovremmo chiederlo a chi ha fatto il progetto, chi lo ha autorizzato e dopo tre anni che il progetto è stato approvato, ne parliamo solo adesso. Mi spiace aver avuto scontri animati con l’allora sindaco Di Girolamo e anche con Grillo, ma nella relazione fatta da chi ha redatto il progetto, c’era un percorso diverso che partiva dalla via Fazio, via Roma, Via Mario Nuccio, via Mazzini e si andava fino in via Sibilla. Qualcuno il progetto lo avrà modificato, dunque. Oggi mi si dice che non si può modificare il tracciato della pista ciclabile perché fare una variante al progetto comporterebbe la perdita del finanziamento. E a proposito di parcheggi, ricordo che con l’amministrazione Carini abbiamo fatto l’allargamento di viale Isonzo per aumentare i parcheggi, per i quali paghiamo ancora un mutuo, e oggi si andrebbero a perdere i parcheggi.
Coppola, dalla protesta alla proposta, che cosa propone il consiglio comunale?
Qualcuno pensa di chiedere lo stop dei lavori e rinunciare al finanziamento. Con la commissione presieduta dal collega Gabriele Di Pietra, abbiamo chiesto al sindaco se può cambiare il crono programma dei lavori e nel frattempo cercare di evitare di fare queste intersezioni che recherebbero danni, non solo per i parcheggi ma anche alla viabilità, ad esempio all’incrocio con viale Isonzo, dove, secondo me, così come è nel progetto, ci sarà un rischio incolumità. E riguardo alla vicenda di viale Isonzo, ho chiesto lumi al presidente del Consiglio comunale. Non sapeva nemmeno lui di viale Isonzo e Isolato Egadi, dove la pista sarebbe sul lato sinistro. A questo punto si dovrebbe fare un attraversamento nella curva per andare poi a immettersi sulla pista del lungomare che è a destra.
Manca da noi una cultura della bicicletta?
Sì, io penso che la pista ciclopedonale, ad esempio, sarebbe stato più opportuna da via Dante Alighieri, dove passano mezzi pesanti e da lì raggiungere il centro. La pista al lungomare servirà solo per chi farà la passeggiata di sabato e di domenica e con la bella giornata.
Che impegno ha preso con voi il sindaco Grillo?
Ci siamo visti qualche giorno fa e mi ha detto che si pensava di fare dei tentativi a livello regionale per vedere di fare le opportune modifiche, anche se complicato. Io ho chiesto al sindaco che il comune deve sforzarsi e metterci anche di suo, economicamente, con un mutuo, e più che fare parcheggiare sui marciapiedi sarà meglio restringerli.
E continuiamo a parlare di pista ciclabile, come anticipato, anche con il consigliere Rino Passalacqua. Questa pista ciclabile urbana è stata realizzata come progetto quando lei era assessore, cosa c’è che non va così come è?
Sto apprendendo ora della delegazione capeggiata dal sindaco a Palermo per vedere di modificare la pista ciclabile. Il progetto è approvato da anni, sono stati affidati e da qualche settimana sono iniziati i lavori e ora si va alla Regione per modificare il progetto. Scene del genere non se ne sono mai viste. Io sono esterrefatto. Tutto il mondo va a cercare di mitigare l’aumento dell’inquinamento, l’Europa cerca di frenare l’uso delle automobili, c’è una tendenza mondiale a preservare la nostra natura, il nostro ecosistema, tranne a Marsala, che non è la quinta città della Sicilia, ma è la prima città del mondo che è contro questa politica sostenibile. Siamo di fronte a disastri climatici che non sono causati dal nulla, ma sono causati dal nostro mancato rispetto della natura e a Marsala non si tiene conto di tutto questo.
Rino Passalacqua, le maggiori critiche che vengono mosse alla pista ciclabile urbana, riguardano l’intersecazione con alcune strade che pare farebbero saltare circa trecento parcheggi auto.
Questa è una boutade che ha lanciato il mio amico consigliere, Flavio Coppola, come campagna denigratoria nei confronti della pista ciclabile. Ma vediamo di fare chiarezza su ciò che comporterebbe la pista ciclabile sul nostro modo di vivere quotidiano e come criticità. Noi abbiamo l’abitudine di usare l’auto per ogni cosa, fregandocene della bellezza del posto in cui viviamo. Mi sono sentito, l’altro giorno, di intervenire con una mia lettera, dopo aver ascoltato tanti interventi contro la pista ciclabile, tra i quali quello di Flavio Coppola e altri, e anche quello di altre persone che hanno messo in discussione l’opera, e tra queste persone c’è anche il parere di persone qualificate come Salvatore Ombra che io stimo, e proprio dopo il suo intervento ho deciso di replicare e dire la mia. Mi auguro che anche la sua esternazione sia stata influenzata da persone che la pensano solo in una certa maniera. Non credo che una persona come lui, che si occupa di turismo, visto che è il presidente dell’aeroporto, la possa pensare in questa maniera. Credo che tutto sia migliorabile, ma pensare alle strade più larghe per le macchine anziché ai pedoni e ai ciclisti in un lungomare bello come il nostro è impensabile. Ma veniamo alle specificità della pista ciclabile. Sul tratto della Salinella, 800 metri circa, si parla del fatto che c’era una carreggiata in terra battuta, staccata dal contesto stradale, perché allora, forse, era stata concepita per questo. Per fare la pista ciclabile lì, avrebbe comportato un parere della soprintendenza, perché entro i 150 metri dalla linea di costa, avere una progettazione più complicata e sarebbe costato di più, ma avevamo la scadenza del bando e alla fine abbiamo presentato il progetto. Per legge in quella carreggiata può esistere il doppio senso di marcia, assieme alla pista ciclabile, le misure
ci sono.
Rino Passalacqua, i parcheggi saltano o no?
L’anello che va dai Canottieri, viale Isonzo, Porta Nuova, Bastione e ritorna ai Canottieri, questo sarà a senso unico, così decongestioniamo il lungomare, l’unico angolo di Marsala dove si può respirare aria pulita e dove poter andare a piedi e in bici. Il doppio senso di marcia lì è terribile. Con il senso unico di marcia tutta la carreggiata di sinistra potrà essere utilizzata per legge come parcheggio, stiamo parlando di 3 km.
Passalacqua, ma si fa prima la pista e poi si pensa ai servizi, non dovrebbe essere al contrario?
No, non è così. Quando esce un bando, che può essere europeo o ministeriale, non ci sarà mai un bando o dei finanziamenti che prevedono oltre all’infrastruttura tutto ciò che è a corredo e a disposizione di quell’opera. Saranno le amministrazioni ad essere brave a reperire altri fiondi per cercare di migliorare quell’infrastruttura, ma tra cercare di migliorarla ed eliminarla è una boiata, una miopia assurda. D’estate, in quell’area, con tutti i locali aperti, la sera ci sono le auto parcheggiate sui marciapiedi in maniera illegale e nessuno li contravvenziona, con la pista ciclabile si legalizzerebbe un lungomare, diventerebbe un gioiello e si potrebbe fruire di quei locali in tutta sicurezza. Quando si fa la politica si pensa alla comunità e non al parente che si può lamentare.
Due criticità preoccupano più delle altre. Sono il passaggio all’ex Inam e il passaggio della pista ciclabile in via Verdi, davanti al commissariato di polizia.
Per quanto riguarda la via Verdi si aspettano dei pareri dal commissariato. Per quanto riguarda piazza Inam, sulla via Noto verrebbe tolto lo spazio dove la gente per ora parcheggia. Noi avevamo fatto una convenzione con Ferrovie dello Stato per il parcheggio interno che sarebbe perfetto per raggiungere l’Inam ad esempio, perché non è stata rinnovata la convenzione? Purtroppo quando non si ha una visione di città, non bisogna fare politica, bisogna starsene a casa.
Lei è d’accordo con la chiusura di piazza Mameli o no?
Piazza Mameli è una piazza che sicuramente va migliorata. Sì, è l’ingresso della città, ma che l’area pedonale possa iniziare questi trenta metri prima non la vedo. Basterebbe migliorare i marciapiedi, l’illuminazione e i controlli per le auto parcheggiate in doppia fila. Spendere 800mila euro mi sembra esagerato. Qualche giorno fa ho visto un signore in carrozzina che da porta Mazara doveva raggiungere di Piazza del Popolo e non c’era un marciapiede né a destra né a sinistra che contenesse la carrozzina. Si trovava sulla strada e per arrivare in piazza del Popolo non l’ho ha fatto in sicurezza. Di ciò ci dobbiamo vergognare, su questo io mi aspetto una presa di posizione da parte dei miei colleghi consiglieri.