Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
10/07/2023 06:00:00

D'Annibale: "A Mazara Italia Viva con Quinci, sta amministrando bene. Come ci stiamo muovendo in provincia"

Giacomo D’Annibale, dirigente regionale e nazionale di Italia Viva, la scissione con il partito di Calenda vi ha penalizzato o rilanciato?


Quello che sta accadendo con Calenda credo sia più una questione di “potere” personale tra lui e Renzi, e per la percezione che ho, poco davvero importa agli iscritti e agli elettori che invece si aspettano un’area moderata, riformista, europeista e liberale unita. Non ci interessano le forme, se partito unico, coalizione, lista o altro, ma è bene che i leader, se lo sono davvero, tengano presente che sui territori, tra i gruppi dirigenti locali ed i simpatizzanti il lavoro insieme spesso è, come sta accadendo ad esempio in provincia di Trapani, cementato, forte e proficuo.
Certo è che Italia Viva aveva sacrificato tanto in questa prospettiva a favore di Calenda, sostenendolo con il suo nome alle amministrative a Roma, alle Nazionali ed anche alle Regionali ed oggi mi sembra invece che questa rinvigorita identità stia dando i suoi frutti facendo registrare una crescita di IV su tanti fronti, sia interni che esterni. I leader per definizione non dovrebbero mai temere il confronto e la concorrenza, altrimenti sono solo dei capi, ovviamente “pro tempore”, soprattutto quando hai l’ambizione di mettere insieme persone di qualità che hanno testa, idee, capacità e visione.

Mazara ha una coordinatrice che è pure consigliera comunale, Arianna D’Alfio, e poi un assessore in giunta, Francesco Di Liberti. La città è chiamata al voto nel 2024, pronti a sostenere di nuovo Salvatore Quinci?

A Mazara del Vallo abbiamo dato vita ad un modello operativo che potrebbe essere una culla per Renew Europe e sulla base di questo abbiamo, insieme al sindaco Quinci e ad i gruppi dirigenti di Azione e Italia Viva, integrato il percorso politico ed il percorso amministrativo in città. C’è una indiscussa capacità amministrativa del Sindaco ed oggi c’è un perimetro forte, eterogeneo e di qualità, aperto ed inclusivo, in grado di immaginare il futuro della città per i prossimi 15 anni, rispondendo a quella vera esigenza sacrificata per troppo tempo dai vecchi capi politici di creare una classe dirigente sana, preparata e capace. Un sindaco al secondo mandato oggi, in questo scenario, è prezioso ed irrinunciabile se guardiamo al bene collettivo e con uno sguardo lungo senza fermarsi ad un palmo dal naso, magari solo per smania di potere che oggi non si coniuga con le esigenze di un territorio che vuole crescere. E’ questa la visione politica che vogliamo coniugare con la sfida amministrativa, di pari passo ed è evidente che Salvatore Quinci con le aperture degli ultimi mesi, con ritrovata attrattività, ne è l’architetto principale. Arianna D’Alfio è oggi una delle migliori consigliere presenti in città, per eleganza, contenuti, capacità e visione, una risorsa preziosa per IV ma soprattutto per l’amministrazione, anche se spesso deve lottare per guadagnare lo spazio che merita; Francesco Di Liberti è un professionista e fine politico, uno che bene incarna quella nuova classe dirigente di cui ha bisogno Mazara e sta già mostrando il suo valore nel settore più delicato che è il bilancio.

I cittadini sembrano un pò scontenti dell’operato dell’amministrazione e per questo si dovrà molto recuperare. Da che parte andare?

Questa amministrazione è in carica da appena 4 anni, di cui due impiegati a fronteggiare una pandemia globale, un bilancio precario anche condizionato dal rientro inflitto dalla Corte dei Conti ed un vuoto di progetti nei cassetti. La città aveva bisogno di interventi straordinari, di capacità progettuale per intercettare fondi e risorse senza le quali nulla è ovviamente possibile, ma anche di cose ordinarie tralasciate o nascoste per anni (penso alle migliaia di buche censite per le strade dopo anni di assenza di manutenzione, ad esempio, che finalmente si stanno affrontando). In questi anni il Sindaco Quinci e la sua Amministrazione hanno investito su questo, sulla famosa “ottima attività amministrativa” che tutti riconoscono, sacrificando al contempo alcuni aspetti politici e soprattutto una accurata comunicazione. Oggi si cominciano a raccogliere i frutti di quel lavoro e cominciano ad essere sotto gli occhi di tutti smontando pezzo per pezzo una narrazione falsa messa in atto dai “soffiatori sul fuoco” dei bisogni della gente. E quindi si vedono i cantieri, i parchi realizzati, le opere in fase di realizzazione e quelle che si attiveranno con i tempi della burocrazia proprio perché non erano già fatti. E potrei parlare di decine, centinaia di opere e servizi come i primi bus elettrici che fra qualche giorno daranno vita ad un primo servizio di trasporto urbano assente in città da decenni.
Oggi questo è possibile coniugando la visione civica a quella Politica, mettendo in moto le risorse migliori della città in grado di affrontare problemi diversi, comunicazione diversa, relazioni diverse nei momenti che servono, con una Politica seria che, mettendo prima gli uomini e le idee degli interessi personali, discute da destra a sinistra donando il meglio alla città. Si chiama riformismo, si chiama essere moderati, si chiama Politica. Ed è quella la strada da perseguire. Intorno a questa visione dobbiamo aggregare le forze politiche che ci stanno, che vogliono davvero una città più moderna ed aperta e sono in grado di portare un vero contributo prima che il nome di un eventuale assessore designato. E credo che in tanti, adesso, cominciano a rendersi conto che oggi in Politica si vince solo se a vincere è la Città.

 Le ultime amministrative a Trapani vi hanno visto a fianco del M5S e di alcuni esponenti del Pd. Italia Viva dove guarda? Ci sono le provinciali di nuovo alleanza con il centrosinistra?

A Trapani è nato e si sta radicando finalmente un bel gruppo dirigente, ed era l’obiettivo principale. Per farlo bisognava spingere sull’entusiasmo visto il pochissimo tempo disponibile ed è quello che la candidatura di Brillante aveva innescato ed è stata preziosa. Credo che più che “parte del PD” si sia data una casa e si sia puntato un faro su quell’area riformista e liberale che è presente e comincia a star male dentro contenitori che sono più ad uso e consumo dei soliti “pochi”. Il M5S ha chiaramente dimostrato di avere a cuore più le sue dinamiche interne e le passerelle per i loro capi che un vero progetto per Trapani e l’interesse per la città, di fatto agendo da soli, isolandosi ed isolando tutto il resto della coalizione, senza che Brillante riuscisse davvero a dar vita al progetto per la città tenendo saldi i punti prima che le polemiche da “oppositori” incapaci di costruire nulla che sono i 5SS. E se questo è ciò che hanno in mente per la provincia di Trapani, mi pare evidente che dovremo stare dalla parte opposta. Ad Italia Viva, ad Azione, ai nostri elettori non interessano le urla, interessa la capacità di governo e la soluzione dei problemi di un territorio che urla a gran voce riscatto e ricchezza e dovremo farlo guardando a chi ha questo in mente, non alla cerimonia per l’arrivo di Conte o della Schlein.

Europee e provinciali imporranno una linea chiara, questo pendere un pò di qua e un pò di là non è un deterrente per un partito che, magari, cresce poco anche per questo?

Europee e provinciali sono due partite diversissime e fondamentali entrambe, sia per ciò che rappresentano ma anche per le “regole del gioco”. Le Europee, per cui si vota con il sistema proporzionale, sono la sfida più importante ed entusiasmante per l’intera area politica che rappresentiamo. Dovremmo aver imparato che oggi è l’Europa la sede dove possono nascere problemi o soluzioni che hanno ripercussioni anche nella vita di tutte le comunità, anche locali (penso alle questioni Pesca, Energia, Agricoltura, penso alla tutela del made in Italy e dell’enogastronomia, ad esempio…). Noi immaginiamo un’Europa forte, sogniamo gli Stati Uniti d’Europa perché siamo ben consapevoli che le sfide del futuro si possono vincere insieme, dalla manifattura all’industria, dall’energia alla ricerca, dalla pace alle alleanze internazionali. Abbiamo di fronte invece populisti e sovranisti che pensano che chiudendosi fra le mura di casa si possa resistere ai venti che invece spirano sempre più forti. E’ questa visione che abbiamo l’onere e l’onore di rappresentare.
Le provinciali sono elezioni amministrative, che hanno un respiro locale e regole del gioco diverse. Questa provincia ha bisogno, oggi più che mai, di investimenti, di prospettive, di infrastrutture. Ha bisogno di un aeroporto che voli alto come sta facendo adesso e di porti che creino ricchezza. Ha bisogno di investimenti in cultura, nella scuola, di attrarre capitali per creare opportunità. Ha bisogno di legalità, oggi che siamo liberi dalla cappa più pesante che ci ha oppressi per anni. E questo dovremo contribuire a costruirlo, insieme a chi ha una visione chiara di sviluppo e capacità di governare, come dicevo prima, il territorio, in una coalizione ampia e capace.