La remissione della querela nei confronti di Andrea Vanella è stata considerata dal giudice Bruno Vivona del Tribunale di Marsala, estensiva anche per Calogero Martire.
Nessun processo dunque per il politico castelvetranese che, insieme al sindacalista di Marsala, erano imputati per aver minacciato l’imprenditrice Beya Merikech (qui la notizia).
All’inizio, il giudice aveva suggerito di trovare un accordo tra le parti.
Nell’udienza dell’11 luglio scorso, un accordo lo si era trovato, anche se non tra tutte le parti, dal momento che la remissione della querela c’era stata soltanto nei confronti del coimputato Andrea Vanella e l’avvocato di parte civile Caterina Bivona aveva sottolineato come dall’ex candidato sindaco non fosse invece arrivata nessuna proposta e nessun chiarimento.
Ma l’avvocato della difesa, Giuseppe Ferro, aveva chiesto “l’effetto estensivo per entrambi i coimputati, visto che la fattispecie del reato è la stessa”. E così è stato.
Nell’udienza di ieri infatti, il giudice ha applicato l’estensività della remissione della querela al coimputato. E, per una sorta di aggregazione, Calogero Martire non subirà alcun processo, pur non avendo proposto nessun tipo di risarcimento.
“Valuteremo se ricorrere in Appello – ha dichiarato l’avvocato Caterina Bivona, legale di Beya Merikech – In ogni caso andremo avanti in ambito civile per ottenere un risarcimento”.
Dunque il caso si conclude senza entrare nel merito della veridicità delle accuse. Calogero Martire, consigliere comunale ed ex candidato sindaco con un importante ruolo nello scacchiere politico per le prossime elezioni amministrative di Castelvetrano, previste per il 2024 non è più imputato. Proprio come il sindacalista Andrea Vanella.
Insomma, non è stato necessario dimostrare la sua “estraneità ai fatti contestati”, per il semplice fatto che i fatti non sono più contestati.
Non in un processo penale, almeno.
Egidio Morici