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27/09/2023 06:00:00

I femminicidi, il murales per Marisa Leo a Marsala e il rispetto delle regole

I femminicidi lasciano molto più di una riflessione. Tra tutte, quella che la certezza dell’impegno deve essere costante, deve essere faro nella stanchezza e nella bruttura di una società che diventa sempre più violenta, dalle parole alle mani. Dalle pistole, ai coltelli, all’acido.

Anna Elisa Fontana, di Pantelleria, è l’ennesima combattente, ammazzata dal suo compagno, è stata data alle fiamme, morta dopo due giorni di agonia.

 Il motivo apparente: uno sguardo incrociatosi con un altro uomo. Ma nessun motivo può stare alla base di una violenza così atroce, così cruda e mortale. E ci risiamo con le parole, tante, alcune necessarie altre intrise di retorica.

C’è una forza più potente delle parole? No. Ma c’è anche il rispetto delle regole, che dobbiamo imparare se vogliamo insegnare agli altri il rispetto, se vogliamo parlare di amore e di sentimenti del bello.

 

Marisa Leo è stata uccisa dal compagno, donna coraggiosa, mamma presente, sorriso allegro, dava forma e colore alle sue giornate. La sua morte ha riempito quotidiani per settimane intere. Non è mai abbastanza commemorare e ricordare, si tratta di quei fiori imperituri che vivranno nelle azioni degli altri, nei cuori di chi ha amato.

 

A Marsala il giorno dopo l'omicidio, in suo onore è stato realizzato un murales, bello e imponente, come è l’arte dell'autore, Fabio Ingrassia.

L’Amministrazione comunale dovrebbe avvalersi di questi professionisti, che sanno con la loro creatività raggiungere vette alte di bellezza, donandola a chiunque.

In questa bellezza, in questa commemorazione, evidentemente per pudore o per paura di scalfire il sentimento del lutto, qualcosa non è stata detta.

 

 

 

Cerchiamo di dirla, oggi, con delicatezza, con tatto, e senza nessuna intenzione di generare polemiche, ma con la schietta consapevolezza che la gentilezza e l'educazione al bello parta dal rispetto delle regole. 


Proprio per il rispetto delle regole alla base di una società educata e gentile, bisogna dire che quel murales, è stato realizzato su un monumento storico, l'arco di Porta Garibaldi, e le regole non lo consentirebbero.


Marisa Leo non meritava solo un murales, merita una azione costante di contrasto alla violenza, che va oltre la stessa bellezza di un murales, che omaggia una donna, ma che viene realizzato al di fuori le regole: su un monumento.

E accade nel silenzio di tutti, istituzioni comprese.
Rilevare, con coraggio e rispetto, e dire questo significa amare il rispetto delle regole, amare la vita che Marisa Leo ha rappresentato.

Sdoganare tale prassi significa giustificare qualunque altra azione su qualunque altro monumento. Si è creato un precedente.

Il fatto che l’Amministrazione comunale, nessuno dei consiglieri comunali, che passano da lì trenta volte al giorno, non lo dicano è fatto assai più grave. La morte e il lutto meritano sentimenti di benevolenza ma pure di guida.

Altrettanto grave è che in uno dei monumenti più rappresentativi della città, sempre Porta Garibaldi, primo ingresso alla città, ci sia un furgoncino che vende granite e succhi con un generatore di corrente perennemente acceso, un rumore insopportabile, che arriva fino al Santuario e che imbruttisce quella che era la cinta muraria della città. Porta Garibaldi si chiama così perché lì si è fatta la storia d'Italia: è entrato il generale Garibaldi, l'11 Maggio 1860, il giorno in cui l'Italia ha cominciato ad essere una. Ma secondo voi, dentro l'Arco di Trionfo, l'Arco di Costantino a Roma, sarebbe possibile?

Tutto è permesso, tutto è consentito in una città che ha perso la bussola, perché c’è una Amministrazione che è senza bussola, senza progettualità e senza alcuna visione di bellezza e di tutela. Non basta andare ad un funerale per commemorare le donne, non è necessario fare alcun consiglio comunale aperto, che serve solo a parlarsi addosso, rispettare le regole è già un passo per veicolare il sentimento del giusto.