“La coerenza prima di tutto. Il presidente Schifani, da questo punto di vista, è lodevole: non sta facendo altro, infatti, che proseguire l'azione scandalosa avviata dal suo predecessore, il presidente Musumeci - attraverso l'allora assessore regionale Toni Scilla - nel prendere in giro i pescatori siciliani in merito ai ristori dovuti per il blocco dell'esercizio delle attività di pesca con utilizzo di reti a strascico. Non uno ma addirittura sono due i decreti scellerati con i quali si sono procurati ingenti danni, per almeno sette milioni di euro, alla marineria siciliana”.
Lo afferma il deputato trapanese del PD, Dario Safina. Che continua: “Il Governo, imperterrito, invece di porre rimedi agli errori palesi perpetrati nel corso della vecchia e dell'attuale legislatura, che fa? Boccia l'emendamento presentato dal sottoscritto l'anno scorso e continua a fare spallucce”.
“Ecco perché – prosegue Safina -, in attesa di riproporre formalmente, l'emendamento a favore dei ristori per i pescatori siciliani, assieme ai colleghi deputati del gruppo PD Michele Catanzaro, Giovanni Burtone, Valentina Chinnici, Antonello Cracolici, Emanuele Dipasquale, Mario Giambona, Calogero Leanza, Ersilia Saverino, Tiziano Spada e Sebastiano Venezia, torniamo alla carica nei confronti del Governo Regionale in merito ai mancati ristori per i pescatori siciliani che hanno subito danni a causa dell’illegittimità del D.A. n. 26/GAB/2022 del 25 luglio 2022”.
“Con questa interpellanza – spiega l’onorevole trapanese - si chiede di sapere, in tempi brevissimi, se questo governo intenda celermente provvedere a porre rimedio riconoscere gli adeguati ristori ai pescatori - ovvero alle unità autorizzate all’esercizio delle attività di pesca con l’utilizzo di reti a strascico a divergenti, sfogliare rapidi, reti gemelle a divergenti - che hanno subito ingenti danni economici a causa dell’illegittimità del D.A. n. 26/GAB/2022 del 25 luglio 2022”.
E conclude Safina: “Un atto dovuto, il nostro, che speriamo non rimanga "lettera morta" così come "morta" rischia di essere lo status della marineria siciliana”.