Agronomo e direttore tecnico di Caruso & Minini, Fernando Paternò, con passione e competenza, ha contribuito in modo significativo al successo in questi ultimi anni dell'azienda. Anche lui ha partecipato al progetto sperimentale Stravina, interamente finanziato dalla Regione Siciliana: “Siamo partiti dal concetto, molto controverso, di vino naturale, spesso oggetto di confusione - spiega Paternò -. Tuttavia, grazie al progetto Stravina, Caruso & Minini è riuscita a creare una produzione che si avvicina davvero il più possibile al concetto di vino naturale. Partendo dal sistema vigneto, composto da suolo, microclima e piante, l'azienda ha adottato una tecnica di gestione che mira a ripristinare un equilibrio tra esigenze di produzione, territorio ed ambiente naturale, seguendo un disciplinare molto dettagliato elaborato dalla Facoltà di Agraria dell'Università di Palermo, prezioso nostro partner scientifico”.
Grazie alla misura 16.1 del PSR Sicilia 2014/2022, il progetto STRA.VI.NA. ha ricevuto un finanziamento per l'innovazione di processo e prodotto, permettendo a Caruso & Minini di adottare tecniche rispettose dell'ambiente mai sperimentate fino ad ora. “Queste includono - spiega Paternò - solo per fare un esempio, l'uso di lieviti naturali selezionati ed estratti dalle bucce delle uve stesse, rendendo così il vino ad impronta ecologica misurabile e contenuta”.
Come abbiamo già raccontato in un precedente articolo, il progetto Stravina ha attraversato varie fasi di test, dalla prima vinificazione alla terza prova. Il vino così ottenuto non è stato destinato, ovviamente, alla commercializzazione, ma è stato oggetto di degustazione all'interno del gruppo operativo di ricercatori e partner, e i campioni sono stati presentati anche al Vinitaly 2023, diventando subito oggetto di grande interesse per gli appassionati e gli operatori del settore. La vendemmia di Caruso & Minini, intanto, è terminata. Nonostante le difficoltà note del settore, è andata abbastanza bene, come conferma Fernando Paternò. Grazie alla pioggia di giugno, l'acqua nel sottosuolo è stata ripristinata, garantendo una buona crescita delle viti: “I vini rossi sono ben strutturati, con colori e profumi sorprendenti. Anche i bianchi, le cui uve presentano una naturale maggiore resilienza ai cambiamenti climatici, risultano sapidi, freschi e, complessivamente, molto eleganti”.