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18/12/2023 06:00:00

Cento anni fa la tragedia del Diximude nel cielo della Sicilia

 Un bagliore nella notte e nel cielo tempestoso è rimasto impresso nella mente dei cittadini di Sciacca. Era la notte del 21 dicembre del 1923 quando il Dixmude, un dirigibile francese, forse colpito da un fulmine precipito, dopo essersi incendiato, cadde a poche miglia dal porto di Sciacca con cinquantadue persone a bordo. 

I primi testimoni - Alle due e trenta un gruppo di lavoratori della Ferrovia aveva finito il proprio turno e gli operai, insieme ai macchinisti, si preparavano a prendere un treno per tornare a casa, quando videro il cielo a ovest accendersi, ma non era un fulmine. Quell'evento tragico ha unito per sempre la città siciliana di Sciacca con la storia aeronautica francese e in modo indelebile i destini di due terre distanti: la Francia e la Sicilia. 

Cos'era il Diximude - Il Dixmude era un dirigibile semirigido, battezzato in onore della città belga di Dixmude, considerato uno dei fiore all'occhiello della marina francese dell'epoca. Il Dixmude era un dirigibile di grandi dimensioni, lungo oltre 200 metri e con una struttura imponente. Venne costruito per fungere da nave ammiraglia della flotta aerea francese e rappresentava una combinazione di tecnologia avanzata e ambizione militare.

La costruzione - Il dirigibile LZ 114 (numerazione tattica per l'impiego presso la Kaiserliche Marine LZ 72) venne costruito nello stabilimento di Löwenthal dalla ditta Luftschiffbau Zeppelin di Friedrichshafen a partire dall'agosto 1918, ma la sua costruzione fu arrestata con la fine della prima guerra mondiale. In seguito agli accordi armistiziali il dirigibile venne ceduto, in conto riparazioni, alla Francia, e destinato alla Aéronautique navale.

L'ultimo viaggio - Tre giorni prima della tragedia, il 18 dicembre 1923, il dirigibile Dixmude lasciò la sua base a Cuers-Pierrefeu per un raid di prova non-stop sopra il Sahara. Dixmude completò con successo il suo addestramento e il dirigibile fece ritorno verso la Francia. Aveva a bordo cinquanta persone, quaranta membri dell’equipaggio e dieci ospiti. Raggiunse In-Salahe e mise poi la prora verso Algeri nei tempi previsti, iniziando il viaggio di ritorno verso la Francia. Alle 22:00 raggiunse la regione di Thala, in Tunisia. L'aeronave disponeva ancora di circa 36 ore di carburante e rinunciò a raggiungere Baraki, mettendo la prora verso il Mediterraneo.

Alle 2:30 il bagliore nel cielo di Sciacca - Oltrepassata la costa tunisina a Médenine, si dirigeva verso la Sardegna. Fu visto attraversare la Tunisia la sera del 20. Il 21 dicembre la stazione radio di Algeri captò due messaggi, all’una e 21 e poi alle 2 e 8 minuti, con cui si diceva che il dirigibile vacillava a causa di un temporale e poi più nulla. Verso le 2:30 del mattino, mentre il dirigibile transitava al largo della Sicilia, una luce di un fuoco ardente illuminò il cielo di Sciacca. Si ritenne che probabilmente il dirigibile fosse stato colpito da un fulmine che aveva acceso e bruciato i suoi palloni all'idrogeno. Il Dixmude e tutto il suo equipaggio caddero in mare a poche miglia dal porticciolo di Sciacca.

I soccorsi e il ritrovamento del capitano - Nonostante l'immediato intervento di soccorso guidato da Don Michele Arena, parroco della chiesa delle Giummare, fu presto evidente che per gli occupanti del dirigibile non c'era più nulla da fare. Il capitano del Dixmude, Du Plessis de Grénédan, fu ritrovato cinque giorni dopo tra le reti dei pescatori, con l'orologio fermo alle 2:27 al polso. Fu il parroco Arena a identificarne il corpo, ma la sua compassione e il suo impegno andarono oltre. Grazie ai suoi legami con le autorità francesi e le famiglie delle vittime, una colonna votiva venne eretta in memoria della tragedia.

La solidarietà dei saccensi e la città risparmiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale - Questa dimostrazione di solidarietà e rispetto duraturo non sarebbe stata dimenticata. Durante il secondo conflitto mondiale, grazie a questi legami profondi, Sciacca fu risparmiata dai bombardamenti dell'aviazione francese. La città, grazie alla memoria del tragico evento e al legame di umanità tra due terre lontane, mantenne la sua integrità durante uno dei periodi più bui della storia. Ancora oggi, nel viale delle Terme, la colonna votiva e la statua della Madonna di Notre Dame de Fourviere dominano il paesaggio, testimoniando la solidarietà e il rispetto che hanno unito per sempre la Francia e Sciacca, una storia che attraversa il tempo, mantenendo viva la memoria di quei momenti di dolore e compassione che hanno legato in modo indissolubile due comunità distanti.

Le ipotesi sulle cause dell'incidente e il mistero - In una relazione del Comitato consultivo nazionale per l'aeronautica francese dell’aprile del 1924 si leggeva che «l'aeronave non è stata colpita da un fulmine e che l'idrogeno nelle celle a gas non è stato incendiato da un lampo, ma che il dirigibile fu, molto più probabilmente, distrutto dalla benzina che prendeva fuoco». Secondo quel comitato ci fu «un incendio di benzina nel corridoio della chiglia». Si osserva inoltre che: «Il dirigibile veniva impiegato, in una stagione dell'anno molto critica e burrascosa, per svolgere compiti per i quali non era stato progettato». E così conclude la relazione: «Il futuro probabilmente spiegherà perché il Dìxmude è stato guidato così rapidamente in Sicilia e lì naufragò». Il mistero della tragedia del Dixmude rimane invece ancora fitto e non tutti sono convinti che sia stato un fulmine ad incendiare il dirigibile.

 La tragedia e l'impatto sullo sviluppo dell'aviazione militare - L'incidente risultò catastrofico, provocò la perdita di tutte le 52 persone a bordo, inclusi membri dell'equipaggio e osservatori. Quella tragedia sconvolse non solo la comunità aeronautica francese ma attirò l'attenzione internazionale, evidenziando le sfide e i pericoli associati ai voli aeronautici in condizioni meteorologiche avverse. L'incidente del Dixmude ebbe un impatto significativo sullo sviluppo dell'aviazione militare francese e internazionale. Portò a una revisione delle procedure di sicurezza e alla ricerca di miglioramenti tecnologici per rendere più sicuri i voli in condizioni atmosferiche avverse.