La nuova pista ciclabile sul lungomare di Marsala sta creando molte critiche e polemiche in città. E’ l’argomento di discussione principale in ogni bar e in ogni piazza. Tutti si chiedono se sia sicura, se non si poteva fare diversamente, che vuol dire che possono passarci sopra anche le auto.
Abbiamo cercato di capire di più parlandone con il capo della Polizia Municipale, Vincenzo Menfi, che ha spiegato come mai la pista si sta realizzando in questo modo.
“Ci sono ancora perplessità sul fatto che alcuni tratti della pista sono stati convertiti in modalità promiscua. Ad esempio tra viale Isonzo e piazza Piemonte e Lombardo. Il progetto iniziale prevedeva una pista ad uso esclusivo dei ciclisti e a doppio senso. Le piste di questo genere sono disciplinate da decreti e circolari, che prevedono che ci siano anche itinerari promiscui, cioè attraversate sia da veicoli che velocipedi. Si tratta di corsie ciclabili, che si creano quando la sede della carreggiata non ha dimensioni sufficienti per un uso esclusivo” spiega Menfi. E’ questo il caso di quel tratto di strada. “ Se si fosse mantenuta la pista per come era il progetto non ci sarebbe stato abbastanza spazio per i veicoli, lo spazio che restava l’abbiamo ritenuto poco sicuro. Anche perché in quel tratto passano anche mezzi pesanti e mezzi di soccorso. Oppure bisognava creare un senso unico in tutto il lungomare, ma immaginate cosa sarebbe successo…”. Una gran caos, con auto e camion che dovevano passare per le vie più strette del centro.
“Per mantenere il doppio senso di marcia abbiamo ritenuto di convertire la pista in corsie ciclabili, cioè destinate alle bici ma che possano essere attraversate da veicoli. Questa soluzione non è esente da pericoli, ma è lo stesso che succede in altri tratti, in altre strade in cui non c’è pista”, aggiunge Menfi.
Era sbagliata, allora, la progettazione iniziale, qualcuno ha sbagliato?
“Non è vero che chi ha progettato ha sbagliato. I pareri sulle piste ciclabili vanno rese dagli ingegneri. I vigili urbani non danno pareri vincolanti, ho relazionato al sindaco Grillo e lui è stato libero di valutare la scelta più opportuna” precisa il comandante dei Vigili Urbani specificando che anche altri tratti saranno promiscui
“Le varianti sono state condivise con gli stessi organi che hanno progettato la pista, e hanno ritenuto che la pista così avrebbe creato meno problemi”.
Stessa cosa vale per il curvone di Capo Boeo. “Anche lì è promiscua, quel tratto è brevissimo ed è una soluzione tra tratto precedente e quello successivo. Anche lì non era possibile l’uso esclusivo. Non è una soluzione che ci siamo inventati, ma è prevista dalle norme”.
Auto, mezzi pesanti, ciclisti insieme, ci sono problemi di sicurezza? “Abbiamo ridotto i limiti di velocità in alcuni tratti. Non escludiamo in alcuni tratti di realizzare strisce pedonali rialzate. In tutto il lungomare c’è il limite di 30 km/h, bisogna imporre un cambiamento delle abitudini, 50 km/h in centro sono tanti. Dobbiamo ridurre il limite di velocità”, conclude Menfi.
Ecco l’intervista integrale.