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27/01/2024 14:17:00

Sicilia, cadono le accuse di mafia, assolto l'editore Ciancio

 "Assolto perché il fatto non sussiste". É la sentenza pronunciata dalla prima sezione penale del Tribunale di Catania nel processo per concorso esterno celebrato nei confronti dell'imprenditore ed editore Mario Ciancio Sanfilippo. La Procura aveva chiesto la condanna a 12 anni e la confisca dei beni che gli erano stati dissequestrati. Il processo, all’ex direttore ed editore del quotidiano “La Sicilia” iniziato nel 2017, verteva su presunti rapporti con esponenti di spicco di Cosa nostra etnea. Ipotesi sempre contestata dall'imprenditore e dai suoi legali.

Il processo, iniziato nel 2017, ha riguardato presunti rapporti con esponenti di spicco di Cosa nostra etnea della famiglia Santapaola Ercolano. Ipotesi sempre contestata dall'imprenditore e dai suoi legali, gli avvocati Giulia Buongiorno, Francesco Colotti e Carmelo Peluso. In una prima fase dell'inchiesta la Procura aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo, ma il gup Luigi Barone aveva rigettato la proposta e disposto nuove indagini. Il gup Gaetana Bernabò Distefano aveva invece poi rigettato la successiva richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura e disposto l'archiviazione dell'inchiesta, ma la sua decisione è stata annullata dalla Cassazione e il gip Loredana Pezzino, il 1° giugno del 2017, ha disposto il rinvio a giudizio dell'imprenditore ed editore che ha 91 anni.

Nell'ambito della stessa inchiesta, il 22 gennaio 2022, con decisione della Cassazione che ha ritenuto inammissibile il ricorso della Procura generale, è diventato definitivo il dissequestro dei beni stimati in 150 milioni di euro, riconducibili a Mario Ciancio Sanfilippo, che era stato disposto dalla Corte d'appello di Catania, compreso il suo gruppo editoriale. Sono gli stessi beni di cui la Procura ha chiesto la confisca al Tribunale in sede di requisitoria e che erano stati sequestrati il 24 settembre del 2018. Nel procedimento si erano costituite quattro parti civili: i fratelli del commissario Beppe Montana, l'Ordine dei giornalisti di Sicilia, l'associazione Libera e il Comune di Catania.