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07/03/2024 06:00:00

Strage di Altavilla. Indagini nell'abitazione della coppia e lo scambio di accuse con Barreca 

Continuano le indagini da parte di magistatura e carabinieri per cercare la verità sulla strage di Altavilla Milicia. Le autorità stanno compiendo indagini approfondite all'interno dell'abitazione di Massimo Carandente e Sabrina Fina, accusati del triplice omicidio avvenuto nella villetta degli orrori. Le operazioni investigative sono condotte dai militari del Ris e del Sis, incaricati dalla Procura di Termini Imerese, con l'obiettivo di raccogliere prove utili alle indagini.

Controlli nell'abitazione dei coniugi - L'abitazione dei sospettati, situata a Sferracavallo, si presenta in stato di disordine, con pile di abiti sui letti e altri oggetti sparsi. I militari stanno repertando tutto ciò che potrebbe essere rilevante per l'inchiesta, concentrandosi su elementi deperibili come impronte, abiti e scarpe. Una volta terminati questi accertamenti, verrà effettuata un'analoga operazione nella villetta di Altavilla Milicia, luogo del triplice omicidio. La coppia Carandente-Fina è stata accusata dal marito e padre delle vittime, Giovanni Barreca, di aver partecipato al massacro nel tentativo di scacciare presunte presenze demoniache. Tuttavia, la versione dei fatti fornita dai coniugi differisce da quella di Barreca e della figlia di 17 anni, anche lei arrestata. Nonostante la superficialità della prima ispezione della casa dei sospettati, durante la quale sono stati ritrovati biglietti di treno e materiale religioso, le autorità sperano di trovare ulteriori elementi che possano contribuire alla comprensione dei contorni del crimine. Inoltre, si indaga sulla possibile appartenenza dei sospettati a un gruppo parareligioso, che potrebbe avere legami con altre persone coinvolte nella vicenda.

La coppia ha chiesto di essere interrogata - Carandente e Fina, assistiti dall'avvocato Marco Rocca, hanno richiesto di essere interrogati, dopo aver scelto di rimanere in silenzio durante l'udienza di convalida dei fermi. Credono di poter fornire una versione alternativa rispetto a quella fornita da Barreca e dalla sua figlia, la quale ha indicato i coniugi come responsabili della strage e li ha accusati di aver plagiato la sua famiglia. 

Lo scontro tra Barreca e i coniugi - Nella strage di Altavilla Milicia, c'è un susseguirsi di accuse e controaccuse e a uno scontro indiretto tra il reo confesso Giovanni Barreca e i coniugi di Sferracavallo, Sabrina Fina e Massimo Carandente. La controversia, solleva interrogativi su chi sia realmente responsabile di uno degli eventi più drammatici della recente cronaca siciliana. I coniugi Fina e Carandente, comunemente noti come "fratelli in Cristo" o "fratelli di Dio", respingono con fermezza ogni accusa riguardante il loro coinvolgimento nella strage, nella quale hanno perso la vita la moglie di Barreca Antonella Salamone di 54 anni e i loro figli Emmanuel, di soli 5 anni, e Kevin, di 16 anni. L'unica sopravvissuta alla tragedia è la figlia 17enne di Barreca, che ha confessato di aver partecipato al massacro.

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Barreca accusa la coppia di averlo plagiato - Inizialmente, Giovanni Barreca aveva indicato i coniugi Fina-Carandente non come complici, ma come coloro che lo avevano aiutato a "liberare la sua casa e la sua famiglia dal diavolo". Tuttavia, recenti sviluppi hanno portato Barreca a cambiare direzione, puntando il dito contro la coppia e accusandoli di averlo plagiato. Il legale di Barreca, Giancarlo Barracato, ha dichiarato che nel suo assistito stanno riemergendo ricordi che lo portano a colpevolizzare Massimo Carandente e Sabrina Fina.

I coniugi smentiscono la loro presenza nel luogo del crimine - Tuttavia, le ricostruzioni dei fatti sono contrastanti: mentre Barreca attribuisce loro la responsabilità del massacro, i coniugi Fina e Carandente, tramite il loro avvocato Marco Rocca, smentiscono categoricamente di essere stati presenti sul luogo del crimine. La versione dei coniugi, difesi dall'avvocato Rocca, nega la loro presenza durante i tragici eventi. Questa versione si contrappone alle accuse di Barreca, ma al momento non è possibile raggiungere una ricostruzione oggettiva della vicenda.

Verità ancora avvolta nel mistero - Con le dichiarazioni contrastanti tra Barreca e i coniugi Fina-Carandente, e considerando il coinvolgimento della figlia 17enne, la verità sulla strage di Altavilla Milicia resta avvolta nell'ombra. Mentre Barreca accusa i coniugi di averlo plagiato, questi ultimi respingono le accuse, affermando di non essere stati presenti nella villetta al momento del crimine. A quasi un mese dalla tragedia, lo scontro tra gli indagati è in corso, alimentando un mistero ancora irrisolto.

 

La criminologa Bruzzone ha incontrato Barreca - "Abbiamo ripercorso la vicenda in maniera dettagliata e tutta una serie di aspetti di fondamentale importanza per collocare tutti i vari soggetti nei vari ruoli. Abbiamo ripercorso tutto quello che è successo in quella settimana e nei giorni precedenti. Il racconto di Barreca è stato coerente e fortemente caratterizzato da problematiche importanti a livello psichiatrico gravissime in cui sono subentrati come detonatori gli altri due indagati. Tornerò a Palermo per verificare altre informazioni che mi ha fornito Barreca". A parlare è Roberta Bruzzone, la criminologa chiamata a far parte del team della difesa per una consulenza psichiatrica di parte nei confronti di Giovanni Barreca, accusato degli omicidi, compiuti ad Altavilla Milicia, della moglie Antonella Salamone e dei figli Kevin ed Emanuel di 16 e 5 anni.

Ci sarà un sopralluogo nella villetta - La consulente della difesa Roberta Bruzzone e Barreca si sono incontrati al carcere Pagliarelli di Palermo. La difesa di Giovanni Barreca ha chiesto anche di entrare nella villetta di Altavilla Milicia per fare un sopralluogo sulla scena del crimine, effettuato dai Ris, in cerca di dettagli, magari trascurati, che possano definire meglio alcuni punti oscuri sulla dinamica del massacro. Una mossa fondamentale che, nelle intenzioni dell'avvocato Giancarlo Barracato, è servita anticipare e respingere le accuse di Massimo Carandente e Sabrina Fina - ritenuti gli ispiratori della strage - i quali sostengono di essere andati via prima che esplodesse la violenza, addossando all'imbianchino di 54 anni tutte le colpe. Nella casa dell'orrore la criminologa vuole esaminare anche quelle scritte sui muri tracciate nei giorni della strage. "Sono fondamentali - ha concluso - per ricostruire alcuni passaggi dei delitti, le scritte sono fondamentali per capire una problematica psichiatrica che probabilmente non riguardava solo Barreca".