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29/03/2024 06:00:00

Marco Falcone: "Il governo della Regione e Forza Italia vicini al territorio Trapanese"

 Marco Falcone, assessore all’Economia e al Bilancio della Regione Siciliana, avete avuto delle norme impugnate a livello nazionale, cosa avete salvato, che risultati avete portato a casa?

Intanto un risultato storico. Dopo 21 anni la Regione riesce ad approvare la Legge di Stabilità in tempo. Questo dà stabilità ai conti della Regione, ai conti dei Comuni, dà certezze alle imprese sia per gli stanziamenti e soprattutto per i pagamenti. L’obiettivo più importante che volevamo raggiungere e lo abbiamo fatto.

Assessore Falcone, non siete riusciti a salvare quella norma che fa assumere i figli delle vittime dei femminicidi.

No, anche su questo c’è stata una contrattazione con il ministero degli Affari regionali e abbiamo stabilito di rivedere la norma e di darle un’applicazione temporale fino al 2025 in attesa che lo Stato possa derogare per disciplinare meglio la materia che è di sua competenza e dunque anche questa norma sarà salvata.

I dati Istat usciti in questi giorni, danno una fotografia di un meridione, dal Lazio al Sud, che è drammatica e la Sicilia è un po’ il fanalino di coda, con tante famiglie che hanno difficoltà a trovare un lavoro. L’Isola e un po’ indietro con le riforme?

I dati tendenziali che abbiamo potuto registrare nel 2023 e nei primi due mesi del 2024 ci danno uno scenario in crescita. Lo vediamo dalle entrate erariali, dall’Irpef, dall’Iva; coloro che producono reddito e hanno attività imprenditoriali sono in crescita e lo vediamo anche dai dati che ci ha fornito l’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili, alla quale abbiamo chiesto se i dati di iscrizioni alle casse edili sono in crescita o meno e se sono i crescita o meno i salari. Nelle prossime settimane avremo un dato chiaro ma riteniamo che il tendenziale è in crescita. Questo significa che l’economia della Sicilia sta migliorando.

Falcone che ci dice della galleria di Segesta, quando si completeranno i lavori, lei è stato assessore alle Infrastrutture.

Nel 2018 una delle prime cose che facemmo fu quella di inaugurare la prima canna. Riteniamo con fiducia di poter dire che da qui a breve i lavori saranno completati e sarà riaperta alla funzione pubblica.

Lei è candidato alle europee con Forza Italia assieme al collega di Tamajo, il tour che sta facendo in provincia di Trapani è un tour elettorale o politico?

Siamo già stati più volte nei comuni del Trapanese in passato. Sono stato a Castellammare, Marsala, Mazara, Favignana e Pantelleria quando ero impegnato in assessorato alle Infrastrutture, per rafforzare il territorio sotto il profilo infrastrutturale e portuale. Ora ritorniamo, siamo stati all’aeroporto di Birgi per verificare i danni causati dal maltempo, e tra una cosa e un’altra parliamo anche di elezioni europee.

Perché lasciare una giunta regionale per volare a Bruxelles?

Perché Bruxelles è strategica per l’economia della nostra Isola. L’Europa oggi interviene sul 75% della nostra legislazione nazionale e regionale ma interviene anche per i finanziamenti. La Regione Siciliana percepisce 8 miliardi di euro, tantissime risorse che vanno indirizzate e utilizzate nel migliore dei modi, ma dobbiamo molte volte intervenire in Europa per snellire le procedure e chiarire come meglio utilizzare queste risorse. Dopo aver fatto tanto per la Sicilia, penso che tanto altro si debba fare in Europa e questa deve servire al nostro territorio, alla nostra Isola e a questa provincia straordina che è Trapani.

E’ una candidatura vera? Di solito i big scendono in campo perché sono attrattori di consenso e poi fanno scorrere la lista.

E’ una candidatura vera. Andiamo in Europa con la convinzione di fare una nuova esperienza sempre al servizio di questa nostra terra. Vogliamo farlo, se ci sarà l’elezione, nel migliore dei modi, con coscienza, impegno e con tanta passione, quella passione che abbiamo profuso in questi sette anni al governo della Regione, la vorremmo e la vorrei profondere in Europa.

E’ una candidatura per rinnovare gli equilibri all’interno di Forza Italia in Sicilia?

No, è una candidatura voluta dal segretario nazionale Antonio Tajani per dare un contributo di competenza, di esperienza e di passione, alla delegazione europea, per ripristinare e rilanciare l’azione liberale di Forza Italia come ha detto il capogruppo Stefano Pellegrino. Noi siamo un partito liberale, un partito europeista, ma soprattutto siamo il partito di riferimento della grande famiglia del partito popolare europeo. Forza Italia è l’unico partito in Italia che è all’interno del PPE che è il partito di maggioranza relativa, quindi significa che, più forte sarà Forza Italia, più forte sarà il PPE e più conterà l’Italia.

Falcone, molti dicevano che Forza Italia, dopo la morte di Berlusconi, sarebbe finita, lo diceva anche Gianfranco Micciché. Molti forse ci speravano e invece Forza Italia resiste e in Sicilia è molto forte.

Forza Italia resiste in Sicilia e si afferma sempre di più in Italia grazie alla leadership di Antonio Tajani che, da un lato è il custode della Forza Italia tradizionale, ricordo che il presidente Berlusconi disse: “non ha mai sbagliato una parola”; dall’altro lato, grazie ad Antonio Tajani che è l’innovatore di questa nuova Forza Italia che è inclusiva, responsabile, europeista, una Forza Italia che ha una grandissima credibilità internazionale, grazie alla caratura di Tajani che oggi riesce a rappresentare l’Italia da ministro degli Esteri ad altissimi livelli come pochissimi leader internazionali. Da questa legittimazione internazionale deriva anche la caratura nazionale. E a livello nazionale dopo la dipartita del presidente Berlusconi, il partito ha voluto, da un lato coniugare un’azione di buon governo, in Sicilia, in Calabria e nelle altre regioni e negli enti locali dove Forza Italia governa assieme alla coalizione di centrodestra e dall’altro lato quello di essere un partito movimentista, un movimento azzurro che ha sperimentato l’aggregazione su temi, contenuti, strategie e pianificazione del governo del territorio. Lo abbiamo fatto a Milano, a Gaeta, a Paestum e lo abbiamo fatto a Taormina con il grande evento “Etna 23” con 4 ministri, 38 parlamentari, tre capigruppo di camera, senato e parlamento europeo, insomma, l’intero governo di Forza Italia che ha partecipato per riaffermare un grande radicamento nel territorio e una vicinanza al territorio. Forza Italia è questa, è quella che voleva Silvio Berlusconi, e che noi cerchiamo di interpretare, rinnovandola, contestualizzandola, e come ha detto Stefano Pellegrino, cercando di dare risposte di concretezza, coniugando passione alla fattività.

Sarà fatta una convention di Forza Italia nel Trapanese?

Non lo escludiamo, anzi, nel passato ci sono stati momenti di grande adesione e partecipazione, nel prosieguo non escludiamo di farne una a Trapani. In questo momento stiamo facendo questo percorso elettorale che allo stesso tempo è anche un modo per trattare i temi del territorio. Voglio ricordare che Forza Italia, nella sua espressione di governo, ha voluto sostenere l’aeroporto di Birgi adeguando il capitale sociale nell’ultima finanziaria. Non ci credeva nessuno cinque anni fa quando l’aeroporto stava per chiudere, perché aveva ridotto a meno di centomila i passeggeri e oggi abbiamo toccato un milione e trecentomila passeggeri e per questa ragione abbiamo aumentato il capitale sociale di ulteriori 4 milioni e duecentomila euro. Ciò significa che il governo della Regione e mi permetta, anche Forza Italia, sono vicini a questo territorio, lo abbiamo fatto con l’aeroporto di Birgi e con tante altre realtà di sviluppo e di crescita della qualità della vita del territorio trapanese.

Qualche settimana fa Renato Schifani ha detto: “io non sono qui per farmi rottamare o farmi sostituire e vado avanti”, diamo un giudizio di questo governo, si poteva fare di più e meglio in questo anno e mezzo?

I dati che diamo sono questi. Aumentano le entrate e aumenta la spesa. Nel 2023 rispetto al 2022 abbiamo aumentato i pagamenti alle imprese di un miliardo e 800 milioni di euro. Il pil in Sicilia vale 86 miliardi di euro, abbiamo aumentato il pil dell’1,3% che è in linea con le regioni del Nord. Per la prima volta dopo 21 anni abbiamo approvato la legge stabilità che ci consente certezza di trasferimenti ai comuni e assunzioni, cinquemila nuovi occupati in Sicilia. Abbiamo abbassato le tasse e grazie allo straccia bolli abbiamo ridotto del 10% il bollo auto e da questa misura siamo riusciti ad ottenere 150 milioni in più di gettito che abbiamo rimesso nel settore produttivo dell’Isola. Abbiamo diminuito i mutui sulla prima casa con 50 milioni di euro e poi tante altre iniziative per l’editoria, editoria on line. Abbiamo messo 40 milioni di euro per il fondo di progettazione ai comuni, riteniamo, considerando tutto questo, che il consuntivo è certamente positivo e Renato Schifani è il presidente di una squadra che lavora positivamente e utilmente per la Regione Siciliana.