Nel processo abbreviato, davanti al gup Sara Quittino, al 28enne marsalese Giuseppe Rallo, accusato di tentato omicidio per avere investito con la sua auto l’ex compagna (L.F.), nonché per maltrattamenti in famiglia e furto, il pm Paolo Bianchi (titolare del procedimento è, comunque, Roberto Piscitello) ha chiesto al giudice la nomina di un perito per accertare l’elemento psicologico del reato più grave.
Bisogna accertare, in sostanza, se il Rallo aveva l’intenzione di investire l’ex compagna, come sostenuto sin dall’inizio dalla Procura e dalla parte civile. Quest’ultima rappresentata dall’avvocato Vincenzo Forti, che si è associato a quest’ultima richiesta del pm. Una richiesta avanzata dal rappresentante della pubblica accusa per sgombrare il campo da ogni incertezza dopo che la difesa (avvocato Pasquale Massimiliano Tranchida) aveva fatto ricorso prima al Tribunale del Riesame e poi anche in Cassazione per tentare di derubricare il reato di tentato omicidio in lesioni personali gravi o gravissime. Nel qual caso, la pena sarebbe decisamente meno pesante.
In quest’ultima udienza, inoltre, l’avvocato Forti, ai fini del risarcimento dei danni per la sua assistita da parte del Fondo di Garanzia per le vittime di incidenti stradali quando il mezzo investitore non è assicurato, ha chiesto che la polizia, intervenuta sul posto dopo l’ “incidente”, dica se l’auto investitrice era assicurata oppure no.
“Atteso che la richiesta che ho fatto via pec al Commissariato di Marsala – dichiara, in proposito, l’avvocato Forti - è a tutt’oggi inevasa, otterrò la conferma della mancanza di copertura assicurativa dell’auto tramite la magistratura procedente”.
Questi i fatti per cui è processo: nella tarda serata del 16 luglio dello scorso anno, lungo una strada alla periferia di Marsala, un’arteria che collega la via Favara alla via Salemi, Giuseppe Rallo investì L.F. con la sua auto mentre la giovane procedeva su un monopattino. Nell’impatto la ragazza riportò fratture scomposte ad una gamba e al bacino, nonché una lesione ad uno dei reni. Qualche mese prima aveva lasciato l’abitazione con cui viveva con il compagno, dal quale ha avuto due figli, perché, pare, stanca dei continui maltrattamenti. Dopo la denuncia presentata ai carabinieri, Giuseppe Rallo (accusato anche di aver rubato lo scooter all’ex compagna) è stato arrestato e rinchiuso in carcere. Per i maltrattamenti subiti, la ragazza aveva più volte denunciato il compagno. Denunce, poi, ritirate a seguito di “scuse”. Nel processo, oltre all’ex convivente di Rallo (L.F., di 22 anni), rappresentata dall’avvocato Vincenzo Forti, è parte civile anche l’associazione “Casa di Venere”, rappresentata dall’avvocatessa Roberta Anselmi.