”Sua figlia ha causato un incidente stradale ed ora si trova in caserma. Se non consegna i soldi, l’avvocato non potrà aiutarla a pagare la cauzione per farla rilasciare dai Carabinieri”. Sono queste le parole, un classico della truffa, che un 80enne a Trapani si è sentito riferire al telefono da un uomo che si è presentato come un carabiniere.
Il falso carabiniere ha quindi chiesto alla vittima di consegnare all'avvocato che avrebbe bussato alla porta, soldi o gioielli per risolvere la controversia.
Preso dal panico e senza pensarci due volte, l'anziano ha creduto a quanto riportatogli. Subito dopo un sedicente avvocato ha bussato alla porta, si è fatto consegnare prima 1470 euro, successivamente altri 7500 euro che l'80enne aveva nel frattempo prelevato in banca.
I due pregiudicati originari della Campania, sono stati fermati proprio all'imbocco della autostrada. A seguito di una perquisizione fisica e all'auto, è stata ritrovata la somma di denaro che l'anziano ha dato ai due pregiudicati e oltre 50 gioielli nascosti in flaconi di detersivo. Sempre i due campani sarebbero stati riconosciuti colpevoli di una truffa identica ad Alcamo ai danni di un 89enne , che due giorni prima aveva dato loro, ben 15 mila euro.
Chiamare immediatamente il 112
Una truffa che nei mesi di aprile e maggio sta prendendo piede nel territorio provinciale con 19 casi. L’appello è del tenente colonello Pancrazio Dario Vigliotta, comandante Reparto Operativo dei Carabinieri di Trapani. L'Arma dei Carabinieri ha organizzato molti incontri con i cittadini nelle parrocchie, come quella di Santo Alberto, nelle sedi comunali, nelle strutture assistenziali o ricreative.
Il fine è mettere in guardia sulla truffa a danno delle persone vulnerabili che ha mietuto molte vittime soprattutto a Trapani, ad Alcamo, a Marsala sollecitando gli anziani a chiamare il 112.
Pendolari della truffa
Questo è il copione messo in scena ripetutamente dai due truffatori di origine campana che, secondo quanto appurato dagli investigatori, hanno realizzato i loro piani spostandosi per l’Italia con autovetture di proprietà o prese a noleggio e talvolta in treno, raggiungendo l’area territoriale prescelta per il compimento delle truffe.
Scelto il posto, rimanevano lì per alcuni giorni, generalmente dal lunedì al venerdì, pernottando in strutture alberghiere. Successivamente, individuato un luogo specifico dove agire e prescelta la vittima, inscenavano il consolidato copione: contattavano l’anziano direttamente o tramite un complice e facendo leva sui suoi affetti più cari lo convincevano ad accettare la loro richiesta.
Alla porta si presentava uno dei due truffatori per prendere soldi e preziosi, mentre l'altro faceva da "palo" poco lontano a bordo di un'auto. Poi i due si allontanavano velocemente per riprendere l’attività altrove.