Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/06/2024 11:00:00

"Col RdC un milione di poveri in meno, e Meloni l'ha cancellato"

“Il Reddito di cittadinanza funzionava alla grande per dare una mano agli ultimi. E questa volta non sono i contiani o altre fonti, pur autorevolissime, a riconoscerlo, ma è lo stesso governo nazionale. Lo dice, come riporta oggi Repubblica, la relazione sulla povertà messa a punto dalla commissione del ministero del Lavoro. Nei quattro anni in cui è stato in vita, questo strumento ha fatto uscire dalla povertà un milione di persone all'anno, ma alla Meloni questo non interessava, visto che lo ha cancellato per interessi elettorali”.
Lo afferma il coordinatore regionale per la Sicilia del M5S, Nuccio Di Paola.

“Pur di andare contro una misura del M5S – dice Di Paola – il governo Meloni non ha esitato a mandare sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie dichiarando ufficialmente guerra ai poveri e non alla povertà come avrebbe dovuto fare. In Sicilia sono oltre 37 mila le famiglie che rischiano di rientrare nel tunnel della miseria. E le risorse mancheranno non solo nelle tasche di tanti siciliani, ma anche nei negozi e nelle attività commerciali”.
“Come M5S regionale – continua Di Paola – già lo scorso anno abbiamo presentato un'interpellanza al governo Schifani per chiedere provvedimenti in grado di dare una mano ai siciliani in difficoltà, ma non mi pare che dalle parti di Palazzo d'Orleans si stiano sbracciando per trovare soluzioni. Là sono specializzati nella lotta per la spartizione delle poltrone, che, come abbiamo visto, ha ingessato la sanità per mesi, impedendo fino ad ora la nomina dei manager, e che ora rischia di bloccare il rimpasto di governo e un'adeguata azione amministrativa”.