Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato quattro misure cautelari nell'ambito dell'operazione contro l'estorsione e l'illecita concorrenza con minaccia o violenza, aggravate dal metodo mafioso, che ha avuto come epicentro Santa Margherita Belice. L'operazione, condotta dalla polizia ai primi di giugno, mirava a colpire un'organizzazione criminale coinvolta nella gestione illecita delle attività agro-pastorali nella zona.
Tra gli indagati, Domenico Bavetta, di 42 anni, di Montevago, è stato il solo a essere sottoposto agli arresti domiciliari, misura che è stata ora annullata. Annullata anche la misura cautelare della custodia in carcere per Giovanni Campo, di 33 anni, di Santa Margherita Belice, che è stato rimesso in libertà.
Pasquale Ciaccio, di 59 anni, e Pietro Guzzardo, di 46 anni, entrambi di Santa Margherita Belice e anch'essi liberati. Resta ancora in attesa di decisione Pietro Campo, di 72 anni, già in carcere e ritenuto "interprete" dei pizzini di Matteo Messina Denaro.
Le indagini, coordinate dai PM Alessia Sinatra e Claudio Camilleri, hanno rivelato un pervasivo controllo criminale sulle attività agro-pastorali di Santa Margherita Belice, Montevago e Sambuca di Sicilia. Gli indagati sono accusati di aver costretto i proprietari e gestori dei terreni agricoli a cedere ampie aree per il pascolo abusivo del bestiame, imponendo canoni irrisori, spesso non corrisposti.
Le difese hanno puntato sulla mancanza di gravi indizi di colpevolezza e sull'insussistenza dell'aggravante dell'agevolazione mafiosa, ottenendo così l'annullamento delle misure cautelari per i loro assistiti. Le vicende oggetto delle indagini coprono un periodo tra il 2016 e il 2022, delineando un quadro di illegalità diffusa e radicata nel territorio.