E’ l’unica donna condannata nel processo scaturito dall’operazione antimafia “Ermes 3” del 20 giugno 2020 sui fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, per cui il Tribunale ha inflitto più di 50 anni di reclusione (ne abbiamo parlato qui). Lei dovrà scontare 8 anni.
Si chiama Nella Furnari ed è figlia di Saverio, braccio destro del capomafia Nino Marotta, morto suicida in carcere nel 1997. Indicata dal pentito Lorenzo Cimarosa come figlioccia del boss Vito Gondola (detto Coffa), capo del mandamento di Mazara del Vallo, in un’intercettazione del 2013 diceva: “…per me… essere figlia di mio padre… è filosofia di vita... dice sono figlia di un mafioso… sono mafiosa… sono quello… mi possono dire quello che vogliono… per me è una filosofia di vita… di testa… non è quella la... di andarmi a fottere un appalto di un altro… o di andarmi a fottere il terreno di un altro… o di andarmi a fottere la zona di un altro…”.
Dal 2014 al 2017 ha lavorato per il comune di Castelvetrano (fino allo scioglimento per mafia) con un’impresa esterna che lavorava nel verde pubblico. All’epoca le ditte che si occupavano di “manutenzione del territorio e di salvaguardia del paesaggio agrario e forestale” erano una ventina e il dissesto finanziario era ancora soltanto una lontana possibilità.
Non che il comune non avesse risorse proprie, tutt’altro. Ma nel corso del tempo erano finiti tutti a svolgere attività di concetto e, complessivamente, per le cosiddette esternalizzazioni furono assegnati più di 320 mila euro in tre anni, di cui 8 mila alla signora Furnari. Che aveva la sua zona di cura del verde pubblico, senza andarsi “a fottere la zona di un altro”.
Egidio Morici