Durante la pandemia, numerose farmacie hanno venduto come igienizzanti dei prodotti che in realtà erano semplici detergenti. Il tribunale di Trapani ha condannato il rappresentante legale della "BZ Chem Srl" per aver commercializzato un gel presentandolo come sanificante, quando in realtà si trattava di un comune sapone. Lo racconta oggi il Giornale di Sicilia. I cittadini e le farmacie che utilizzavano e vendevano il prodotto erano convinti di usare un igienizzante efficace contro il Coronavirus, ma in realtà si limitavano a lavarsi le mani con un semplice detergente.
I rappresentanti di tre farmacie - Lamia, Pellegrino e Gaetana Agueci - si sono costituiti parte civile e hanno ottenuto il risarcimento poiché è emerso che il prodotto denominato "Senz'Acqua Gel" non aveva alcuna proprietà sanificante, come fraudolentemente indicato nelle etichette del prodotto venduto alle farmacie.
Il giudice monocratico di Trapani, Francesco Giarrusso, ha condannato il rappresentante legale della società campana "BZ Chem Srl" per aver commercializzato beni di qualità diversa rispetto a quella dichiarata. "Si tratta di frode in commercio poiché la farmacia nel periodo pandemico aveva chiesto un prodotto sanificante per eliminare batteri e virus", ha spiegato l'avvocato Vincenzo Abate, difensore della parte civile farmacia Lamia. Il rappresentante della ditta aveva consegnato a diverse farmacie flaconi di gel con in etichetta una capacità sanificante di cui il prodotto era privo. "La farmacia Lamia era stata informata delle diverse caratteristiche del prodotto solo dopo che era stato comprato - ha indicato l’avvocato Abate - e anche dopo che i militari della Guardia di Finanza di Trapani, nel 2020, in piena pandemia, avevano sequestrato il prodotto nella farmacia che era diverso da quello che le farmacie intendevano acquistare".
Il prodotto "sanificante" si caratterizzava per il possesso di specifiche capacità biocide, che lo rendono idoneo ad eliminare batteri e virus mentre il "detergente" non possedeva tali caratteristiche, ma è classificabile come un mero igienizzante, al pari di un comune sapone cosmetico.
La sentenza del tribunale di Trapani indica che la ditta, condannata al risarcimento del danno in favore delle parti civili, vendeva un prodotto con scheda tecnica che lo indicava come sanificante mentre in realtà era un semplice detergente, in un periodo molto complesso e delicato come quello della pandemia.