Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
12/07/2024 06:00:00

Dagli asili all'hub vaccinale. Così la mafia di Sciacca controllava gli appalti

 La mafia aveva messo le mani sull'hub vaccinale di Sciacca.
E’ uno degli episodi emersi dall’indagine che ha portato ad una serie di arresti contro la famiglia mafiosa saccense, evidenziando pressanti infiltrazioni in appalti pubblici, dalle reti fognarie all'area portuale, e alle recenti elezioni comunali del 2022.


I dettagli dell'operazione
L'operazione è stata eseguita dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo e della Compagnia di Sciacca, su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia. Sono state emesse due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di sette individui, di cui cinque sottoposti a detenzione in carcere e due agli arresti domiciliari. Le accuse includono associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione, illecita concorrenza aggravata dalla finalità di agevolare Cosa Nostra, scambio elettorale politico-mafioso e traffico illecito di rifiuti. Tra i destinatari, figura anche un pubblico ufficiale.
Le indagini hanno rivelato che la famiglia mafiosa di Sciacca esercitava un capillare controllo economico del territorio, culminato con la leadership di un uomo di Cosa Nostra dopo la morte di Salvatore Di Gangi nel 2021. Questo nuovo leader, già condannato per associazione mafiosa, è riconosciuto per la sua capacità di influenzare il settore degli appalti. L'associazione mafiosa ha dimostrato una persistente capacità di infiltrazione e condizionamento del tessuto socio-economico, controllando appalti e influenzando le elezioni. Le attività criminali includevano estorsioni, illecita concorrenza e usura, con un focus sui settori delle costruzioni e del movimento terra.

 

 

Infiltrazioni negli appalti pubblici
Le indagini hanno rivelato un capillare controllo economico del territorio da parte della famiglia mafiosa di Sciacca, con particolare enfasi sul settore degli appalti pubblici. Tra i casi più eclatanti c'è quello dell'hub vaccinale di Sciacca. Nel 2021, l'ex responsabile della Protezione Civile di Agrigento, Maurizio Costa, avrebbe favorito l'aggiudicazione dell'appalto per la realizzazione dell'hub vaccinale a una società mafiosa, in cambio di lavori presso la propria abitazione. Costa, 64 anni, è ora accusato di corruzione e falso.


Altri appalti sospetti
La mafia aveva messo gli occhi anche su altri importanti appalti pubblici. Tra il 2020 e il 2023, sarebbero stati condizionati appalti per la realizzazione del depuratore, il rifacimento della rete fognaria, l'area portuale di Sciacca e l'asilo comunale di Menfi. Gli imprenditori mafiosi, sostituendosi alle società aggiudicatarie, avrebbero eluso la normativa antimafia attraverso estorsioni e illecita concorrenza.

Il boss che sosteneva il candidato
L'inchiesta ha svelato anche tentativi di influenzare le elezioni comunali del 2022 a Sciacca. Il nuovo reggente della famiglia mafiosa avrebbe incontrato un candidato al consiglio comunale per offrirgli appoggio politico. Il Gip di Palermo, Fabio Pilato, ha ritenuto sufficienti gli elementi per contestare agli indagati il reato di scambio elettorale politico-mafioso.


Gli arrestati
Il Gip di Palermo ha disposto gli arresti in carcere per:

- Domenico Friscia, 61 anni, di Sciacca, indagato per associazione di tipo mafioso e scambio elettorale politico-mafioso.
- Domenico Maniscalco, 59 anni, di Sciacca, indagato per associazione di tipo mafioso, usura aggravata, estorsione aggravata, illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata, traffico illecito di rifiuti.
- Giuseppe Marciante, 37 anni, di Agrigento, indagato per associazione di tipo mafioso e corruzione aggravata.
- Michele Russo, 45 anni, di Sciacca, indagato per associazione di tipo mafioso.
- Maurizio Costa, 64 anni, di Agrigento, indagato per corruzione e falso in atto pubblico.

Ai domiciliari sono finiti:
- Rosario Catanzaro, 55 anni, di Sciacca, indagato per scambio elettorale politico-mafioso.
- Vittorio Di Natale, 49 anni, di Sciacca, indagato per scambio elettorale politico-mafioso.