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17/07/2024 06:00:00

Ecomafie: Sicilia seconda in Italia per gli ecoreati, tra bracconaggio, cemento e rifiuti

La Sicilia emerge come una delle Regioni più colpite dai crimini ambientali in Italia, secondo il Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente. I dati rivelano un'escalation allarmante: ben 3.922 reati ambientali registrati nel 2023, con un incremento del 35% rispetto all'anno precedente. Questo posiziona l'isola al secondo posto a livello nazionale per ecoreati, dietro solo alla Campania.

Cemento illegale e abusivismo edilizio in Sicilia - L'abusivismo edilizio, alimentato dal cemento illegale, rappresenta un problema particolarmente grave in Sicilia. L'isola vanta il triste primato per i reati nel settore del ciclo del cemento, con 1.181 illeciti registrati nel 2023. Questo dato è dovuto in gran parte alla diffusione di costruzioni abusive, concentrate per quasi la metà nel Sud Italia.

Bracconaggio, la Sicilia epicentro del traffico illegale - La fauna selvatica in Sicilia è seriamente minacciata dal bracconaggio. I reati contro gli animali sono aumentati, con 977 incidenti nel 2023, posizionando la regione al 14,7% del totale nazionale in questo settore. La Sicilia è tristemente nota come epicentro per il mercato nero internazionale di rapaci, un'attività che genera ingenti profitti per i bracconieri a spese della biodiversità.

726 reati legati alla gestione rifiuti - Nonostante una riduzione a livello nazionale, i reati legati ai rifiuti rimangono una sfida per la Sicilia. Nel 2023, l'isola ha registrato 726 illeciti in questo settore, pari al 7,9% del totale nazionale. La gestione inefficace dei rifiuti e la saturazione delle discariche contribuiscono al problema, con rifiuti che deturpano il paesaggio e mettono a rischio la salute pubblica.

Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia - “Nel rapporto, relativo ai dati del 2023, emerge l’aggravarsi della situazione nell’isola, che diventa la seconda regione per ecoreati consumati con un drammatico aumento del 35%. Tra questi, come purtroppo è sempre avvenuto quando sono state annunciate improponibili sanatorie, consolida il suo primo posto per i reati commessi nel settore del ciclo del cemento, a causa della gravissima piaga dell’abusivismo edilizio, concentrato per quasi la metà nel Sud”. 

I numeri degli ecoreati in Italia - I reati ambientali in Italia nel 2023 sono 35.487, +15,6% rispetto al 2022, con una media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora. Illeciti che si concentrano soprattutto nel Mezzogiorno e in particolare nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa – Campania, Puglia, Sicilia e Calabria – dove si concentra il 43,5% deli illeciti penali, +3,8% rispetto al 2022. Nel dettaglio la Sicilia conta 3922 reati, 3515 persone denunciate, 29 arresti e 615 sequestri. Numeri che incidono per l’11% sul totale nazionale. Nel 2023 in Italia aumenta anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Tra gli illeciti, nella Penisola continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), che si conferma sempre al primo posto tra i reati ambientali; ma a preoccupare è soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% che salgono al secondo posto. Al terzo posto con 6.581 reati la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti. Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato. Sono inoltre 378 i clan mafiosi censiti.

Regioni  - A livello regionale la Campania si conferma al primo posto della classifica con più illeciti ambientali, 4.952 reati, pari al 14% del totale nazionale, seguita da Sicilia (che sale di una posizione rispetto al 2022, con 3.922 reati, +35% rispetto al 2022), Puglia (scesa al terzo posto, con 3.643 illeciti penali, +19,2%) e Calabria (2.912 reati, +31,4%). La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. Balza dal quindicesimo al settimo posto la Sardegna. Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima.

Tra le Province , Palermo al sesto posto - A livello provinciale, Napoli torna al primo posto, a quota con 1.494 reati, seguita da Avellino (in forte crescita con 1.203 reati, pari al +72,9%) e Bari. Roma scende al quarto posto, con 867 illeciti penali, seguita da Salerno, Palermo, Foggia e Cosenza. La prima provincia del Nord è quella di Venezia, con 662 reati, che si colloca al nono posto ed entra nella classifica delle prime venti province per illegalità ambientale.

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Proposte di Legambiente - Legambiente chiede al Governo Meloni un impegno serio nella lotta alle ecomafie. Un messaggio che l’associazione ambientalista ha ribadito anche con la sua Goletta Verde, campagna storica che monitora ogni estate lo stato di salute di mare e coste, che al suo ultimo giorno di tappa nel Lazio, ha esposto durante la navigazione lungo le coste laziali lo striscione “No ecomostri, No ecomafie” lanciando un messaggio a livello nazionale e territoriale. Quindici le proposte che l’associazione ambientalista indirizza all’Esecutivo per avvicinare il quadro normativo ai principi sanciti in Costituzione, di queste sei sono i pilastri su cui lavorare in maniera prioritaria: 1) Recepire quanto prima la nuova direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente, approvata dal Parlamento europeo il 27 febbraio 2024, che introduce nuove fattispecie di reato rispetto a quelle già previste dal nostro Codice penale e prevede l’adozione di strategie nazionali contro la criminalità ambientale; 2) Introdurre nel Codice penale i delitti contro le agromafie; 3) Introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali; 4) Restituire ai prefetti pieni poteri per la demolizione degli immobili che i Comuni non hanno abbattuto, a partire dall’ultimo condono edilizio; 5) Inasprire le sanzioni contro i reati nel ciclo dei rifiuti; 6) Completare l’approvazione dei decreti attuativi del Sistema nazionale di protezione ambientale e potenziare gli organici delle Agenzie regionali, per garantire controlli adeguati sul Pnrr e sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

Il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani - "In questi tre decenni il Rapporto Ecomafia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente è diventato sempre più un’operaomnia per analizzare i fenomeni criminali legati al business ambientale, grazie anche a contributi istituzionali di rilievo, come dimostra l’edizione 2024. Dalla nostra analisi, emerge però che c’è ancora molto da fare nel nostro Paese, dove continuano a mancare norme importanti, come quelle che dovrebbero semplificare gli abbattimenti degli ecomostri – assegnando ad esempio ai Prefetti l’esecuzione delle ordinanze di demolizione mai eseguite nei decenni passati –, l’inserimento nel Codice penale dei delitti commessi dalle agromafie oppure l’approvazione dei decreti attuativi della legge istitutiva del SNPA per rendere più efficaci i controlli pubblici delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente. Dal Governo Meloni ci aspettiamo un segnale di discontinuità. Serve approvare quanto prima le riforme necessarie per rafforzare le attività di prevenzione e di controllo. Ne gioverebbero molto la salute delle persone, degli ecosistemi, della biodiversità e quella delle imprese sane che continuano ad essere minacciate dalla concorrenza sleale praticata da ecofurbi, ecocriminali ed ecomafiosi”.