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23/07/2024 06:00:00

"Ancora oggi a Marsala c'è una diffusa omertà"

"Un esempio di etica professionale per tutti noi. Un esempio concreto, ancora attuale, anche in un momento in cui la magistratura si trova un po' nell'occhio del ciclone con una serie di interventi e riforme che vengono proposte in Parlamento, alcune delle quali già approvate. Paolo Borsellino ha dimostrato la sua piena autonomia e indipendenza da ogni forma di potere e lo ha realizzato qui a Marsala per circa sei anni, svolgendo il ruolo di procuratore in modo da poter investigare e creare una squadra finalizzata a svolgere l'attività d'indagine a 360°. Questo è il grande insegnamento che ci dà e che continua a darci. Ecco perché abbiamo il dovere di conoscerlo, per chi non lo ha conosciuto, studiandolo, e poi di svolgere la propria attività, in ogni ambito, in ogni settore, senza distinzioni, non necessariamente solo per i magistrati o solo per gli operatori del diritto, ma per la cittadinanza attiva. Paolo Borsellino è stato molto attento a questo aspetto sociale del risveglio delle coscienze. Lo ha fatto qui a Marsala per molti anni, e ancor prima negli anni in cui ha fatto parte del pool antimafia. Il risveglio delle coscienze è un'eredità che tutti noi, da cittadini, dobbiamo intraprendere."

Così il procuratore della Repubblica di Marsala, Fernando Asaro, nel corso della seconda edizione di "Ricordando Paolo Borsellino: come seguire il suo esempio" che si è svolta ieri in Piazza della Vittoria a Marsala, davanti al Centro socio-educativo "I giusti di Sicilia", che si trova in un bene confiscato alla mafia.

All'incontro, che aveva come tema "L'attualità di Paolo Borsellino", organizzato da don Francesco Fiorino dell'Opera Mons. Gioacchino Di Leo ODV con il patrocinio della Diocesi di Mazara del Vallo, dell'Associazione Nazionale Magistrati, Sottosezione di Marsala, e del Comune di Marsala, hanno partecipato, oltre ai responsabili locali delle forze dell'ordine e al procuratore Asaro, il questore di Trapani Giuseppe Felice Peritore, il prefetto di Trapani Daniela Lupo, il sindaco di Marsala Massimo Grillo e il comandante della polizia municipale Vincenzo Menfi.

C'è anche il ricordo personale del procuratore di Marsala, Fernando Asaro, del periodo stragista della primavera-estate del '92: "Il mio ricordo è di un cittadino palermitano che viveva nella propria città una guerra civile iniziata molti anni prima, già nel '79, poi ad agosto del 1980 l'omicidio del procuratore di Palermo Gaetano Costa. Purtroppo l'elenco di omicidi è lungo, fino ad arrivare al 1992 che si apre con un altro omicidio eccellente, quello dell'onorevole Salvo Lima, e poi prosegue il 23 maggio a Capaci e il 19 luglio in via D'Amelio per poi chiudersi a settembre con l'uccisione di colui che rappresentava il potere economico nella nostra realtà siciliana, Ignazio Salvo. Il 19 luglio io mi trovavo a Palermo e ricordo ancora il boato che abbiamo sentito tutti. Con questo animo ho iniziato, abbiamo iniziato, una generazione di magistrati, a svolgere dall'ottobre del 1992 il ruolo di magistrati all'interno del palazzo di giustizia prima di Palermo e poi di Caltanissetta".

Il ricordo di Paolo Borsellino è stata anche l'occasione per parlare di attualità e il procuratore Asaro ha sottolineato che "ancora oggi, nel territorio, c'è una diffusa omertà. Gli accertamenti in procura vengono svolti tramite specifiche attività d'indagine e rarissime, poche testimonianze della gente comune. Si assiste più a denunce di determinate persone offese, per certe categorie di reati, piuttosto che, anzi all'assenza totale di denunce di reati di usura, evasione fiscale, che è sì un accertamento che spetta alle forze dell'ordine, in particolare alla Guardia di Finanza, che svolge questo compito, ma ci sono delle realtà in cui determinati fenomeni criminosi possiamo sentirli ma non vederli attraverso delle testimonianze, e allora lo sforzo è tutto nostro, della procura e delle forze dell'ordine per cercare di individuare questi reati. Diventa più difficile se non vi è una vera denuncia."

Qui le interviste con il questore Giuseppe Felice Peritore e il prefetto di Trapani Daniela Lupo.