Il tempio dorico di Segesta circondato da una distesa nera. Dalla cenere che aveva lasciato il devastante incendio che ha sfregiato uno dei luoghi simbolo e più belli non solo della provincia di Trapani, ma di tutta la Sicilia. Era la notte tra il 24 e il 25 luglio. Un anno dopo Segesta ricorda quel dramma e rinasce, rinasce dalla cenere. Luigi Biondo, direttore del parco archeologico, ripercorre la notte dell'incendio: "Un'ora dopo ero lì, e ho pianto. 150 ettari di terra bruciata, un lavoro decennale distrutto”. Danni per 1,3 milioni di euro, 2 chilometri di staccionata distrutti, il bar incenerito e un paesaggio devastato.
Ma dalla tragedia è nata una storia di speranza. In sole 36 ore il parco ha riaperto, accogliendo i visitatori.
"L'arte e la bellezza superano la devastazione", afferma Biondo. "Da questa esperienza siamo ripartiti con la resilienza e la cura." Nei giorni scorsi nelle colonne del maestoso tempio lambito dalle fiamme, Phos, il videomapping immersivo racconta di Prometeo, del fuoco che rigenera, che è strumento di vita e di ingegno, ma anche di distruzione.
Un anno dopo abbiamo intervistato Luigi Biondo, direttore del Parco.
Un anno dopo l’incendio. Così Segesta rinasce dalla cenere from Tp24 on Vimeo.
Oggi il Tempio Dorico si trasformerà virtualmente in un telaio dove sono cucite tremila tessere, ricavate da abiti che hanno già avuto una vita e ne cercano un’altra. Un unico abbraccio di tela che segue il disegno di una greca, nato dalle mani delle donne del territorio che hanno raccolto l’idea di Silvia Scaringella [Roma, 1986].
Oggi, infatti, Mercoledì 24 luglio alle 19, si inaugura la terza installazione che completa TEXERE. Come fili nell’insieme progetto curato dal direttore di Segesta, Luigi Biondo. Saranno presenti l’assessore regionale ai Beni Culturali e Identità Siciliana Francesco Paolo Scarpinato, il dirigente generale del Dipartimento Beni Culturali, Mario La Rocca, il direttore del Parco archeologico Luigi Biondo, il sindaco di Calatafimi Segesta Francesco Groppuso, l’artista Silvia Scaringella, le rappresentanti del Centro del Riuso di Calatafimi e la comunità.