In una giornata segnata da delusione e indignazione, i lavoratori ASU dei Beni Culturali in Sicilia si sono sentiti traditi dal Governo Regionale, che ha scelto di ignorare le loro legittime richieste di stabilizzazione. Questo è quanto emerso da un comunicato congiunto diffuso dalle principali sigle sindacali FP CGIL, UGL, ALE-UGL, COBAS-CODIR, CONFINTESA, e USB, che denunciano la mancata accoglienza del Governo verso i lavoratori in sit-in di protesta.
I lavoratori ASU, che da anni contribuiscono con professionalità alla conservazione e promozione del patrimonio culturale siciliano, si sono riuniti per esprimere il loro dissenso verso un governo che, secondo le accuse dei sindacati, ha fatto promesse di stabilizzazione mai realizzate. "Parole vuote e promesse al vento" è la sintesi delle loro dichiarazioni, che evidenziano un profondo senso di abbandono da parte delle istituzioni regionali.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, un incontro tenutosi presso la Prefettura di Palermo tra le organizzazioni sindacali e il Dipartimento Beni Culturali, rappresentato dall'Ing. La Rocca, si è concluso con un nulla di fatto. Le speranze dei lavoratori per una soluzione concreta sono state deluse dalla mancanza di proposte valide e dalla percezione di un tentativo da parte delle autorità di nascondersi dietro cavilli legali. La Rocca, Dirigente Generale del Dipartimento, ha citato norme e leggi che apparentemente non si applicano al caso, suscitando ulteriori frustrazioni tra i presenti.
Con l’ennesimo rifiuto del governo di affrontare seriamente la questione, i lavoratori e i sindacati si sentono spinti verso azioni di protesta più incisive. Lo sciopero e il blocco delle attività nei siti culturali e nei musei dell'isola vengono considerati non solo una minaccia, ma una misura necessaria per costringere il Governo regionale a prendere in considerazione le loro richieste. I lavoratori chiedono l'applicazione immediata di una legge regionale, approvata a gennaio, che prevedeva la loro stabilizzazione, ma che fino ad oggi è rimasta inattuata.
Questo stallo non solo mette in crisi i lavoratori ASU, ma rischia anche di compromettere la valorizzazione del patrimonio culturale siciliano. La gestione della cultura e del patrimonio artistico e storico della regione sembra essere ostaggio di una burocrazia inefficiente e di una politica incapace di mantenere le promesse fatte.
I sindacati, insieme ai lavoratori, dichiarano di non essere disposti a tollerare ulteriormente questa situazione. La lotta continua, più determinata che mai, con l'obiettivo di ottenere finalmente il riconoscimento e la stabilità lavorativa che meritano.