Dopo un lungo iter giudiziario iniziato nel 2011, la Cassazione ha stabilito che sei operai forestali, originariamente incaricati della pulizia dei viali parafuoco in un bosco, debbano pagare una sanzione amministrativa di quasi 400 mila euro per aver provocato un incendio devastante. Il rogo, che ha mandato in fumo quasi 19 mila piante, è avvenuto nell'area boschiva di Monte Pecoraro a Cinisi.
L'incendio e la condanna iniziale
L'incidente risale a diversi anni fa, quando gli operai forestali accendevano dei focolai per bruciare sterpaglie, ma non si assicurarono della loro totale estinzione, causando così l'incendio. La responsabilità penale degli operai era già stata accertata dalla Cassazione, che aveva sancito che il rogo era stato causato "con colpa".
Un lungo percorso giudiziario
Nel 2011, il tribunale aveva inflitto una sanzione amministrativa di 368.399 euro agli imputati. Questa decisione era stata confermata nel 2016, ma successivamente, nel 2021, la Corte d'Appello aveva annullato la sanzione, ritenendo che non fosse stata provata la colpa degli operai e mancasse l'elemento soggettivo del reato.
La Cassazione ribalta la decisione
L'Assessorato regionale al Territorio e all'Ambiente ha impugnato la decisione della Corte d'Appello, e la Cassazione ha dato ragione alla Regione. La Suprema Corte ha stabilito che, una volta che il giudice penale accerta con efficacia di giudicato la presenza dell'elemento soggettivo della colpa, è precluso al giudice civile di effettuare un nuovo accertamento su tale elemento.
Nel provvedimento della Cassazione si legge che "tutti i comportamenti della squadra ebbero modo di concorrere all'evento, integrandosi le rispettive condotte e venendo essi meno alla regola di interagire con prudenza." Inoltre, la Suprema Corte ha stigmatizzato il fatto che la Corte d'Appello abbia erroneamente ritenuto di poter procedere a una nuova valutazione dell'elemento soggettivo della colpa.
Nuovo processo d'appello
A seguito di questa decisione, la Cassazione ha disposto un nuovo processo d'appello per riesaminare la questione delle sanzioni amministrative, mantenendo fermo il principio che la colpa degli operai, già accertata in sede penale, non può essere riconsiderata in sede civile.
Le conseguenze
Nel frattempo, uno dei sei operai è deceduto e nel processo sono subentrati quattro dei suoi eredi. La vicenda mette in luce l'importanza della corretta gestione dei lavori forestali e le severe conseguenze legali che possono derivare dalla negligenza. Con questa sentenza, la Cassazione riafferma il principio della responsabilità personale e della necessità di agire con prudenza in ambiti così delicati come la gestione del patrimonio forestale.