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07/08/2024 06:00:00

"Io, residente - non residente di Trapani: il mio dialogo con il Sindaco Tranchida"

 Gent.mo direttore,
 ho letto l’articolo comparso su TP24 dal titolo: Trapani, la rivolta: "
Tasse sì, parcheggi no? Così ci cacciate via".

Aavevo inviato una lettera firmata al sindaco Giacomo Tranchida. Devo dire che il sindaco mi ha chiamato al telefono per un dialogo diretto che ho molto apprezzato. Non ho invece compreso il suo essere irremovibile nell’escludere un ripensamento all’ordinanza sui parcheggi o la ricerca di una “terza via” per venire inncontro anche a noi non residenti.
Per il suo ruolo, il sindaco deve accollarsi le necessità di tutte le persone presenti nel territorio e, a volte, fare marcia indietro rispetto a una decisione presa è un segno inequivocabile di buona gestione e di generosità di fronte alle richieste pervenute.
Trapani, come molte altre città d’Italia, necessità di ben altro per migliorare viabilità e sosta delle auto, ma non è discriminando tra categorie di automobilisti che la situazione va affrontata.
Le allego la mia lettera 

F.M.

***

Caro “Mio” Sindaco di Trapani,

non sono un suo elettore ma solo per il fatto che la mia residenza ufficiale è a Bologna e non a Trapani. Ad ogni buon conto mi sento da tempo un vero trapanese; mi sento così per effetto di un processo lungo e continuo, vorrei dire inarrestabile, che continua tutt’ora a dieci anni dal suo inizio e che rappresenta il cuore vero di questa mia lettera.

Se vuole accettare da subito un consiglio, prima di continuare la lettura si distenda un po’ sulla poltrona e avvisi la segretaria che vuole essere lasciato in pace per dieci minuti così da accostarsi alle mie argomentazioni in serenità d’animo e con quella disposizione al ragionamento e all’apertura che spesso, per i tanti impegni, è difficile avere.

 

Dieci anni fa, appena arrivato a Trapani, da subito quindi, ho compreso che mi sarebbe piaciuto far parte di una comunità di mare, di avere un vissuto mediterraneo, di avere il privilegio di passare buona parte del mio tempo a guardare le onde e quella mutevole linea di passaggio tra acqua e cielo. E da subito, senza forzatura alcuna, più per magia che per calcolo, sono entrato a far parte di una comunità mista, eterogenea ma tranquilla che popola un’area cittadina che, a grandi linee, va da via Torre Arsa a Torre di Ligny. Allora mi muovevo a piedi. Un giorno provai con mia moglie ad affittare una bicicletta, ma, per i pericoli della strada, non sono mai arrivato a superare la Tonnara di Punta Tipa.

Nel tempo la Mia-Comunità-Trapanese è via via cresciuta e si è estesa tanto geograficamente quanto nei numeri e nell’intensità di rapporti sociali fino ad arrivare al giorno che ho acquistato un piccolo appartamento, pochi metri quadrati, giusto per due persone e senza fronzoli, in Via delle Sirene.

Dal suo punto di vista di amministratore, io per lei non sono un residente in senso stretto, anagraficamente intendo. Ma dal mio punto di vista, invece, io mi sento un trapanese nel senso più ampio che lei possa immaginare. E ne ho le prove!

Sono trapanese come lei perché nell’ultimo anno sono stato in città tutti i mesi tranne a dicembre e gennaio.

Sono trapanese perché ho sistemato la mia piccola vecchia casa e ho incontrato un geometra, un idraulico, un elettricista, un imbianchino, un muratore e un piccolo impresario edile. Li conosco tutti per nome e se ho bisogno di loro sono sempre pronti ad aiutarmi così come se loro hanno bisogno di me sono sempre pronto ad aiutarli… sono un medico.

Sono trapanese perché in città ho amici e amiche pasticceri, commercialisti, pescivendoli, grandi pescatori d’altura e piccoli pescatori dilettanti, baristi, bancari, dirigenti ed ex dirigenti di enti pubblici, imprenditori, fotografi, dentisti, oculisti, profumieri, ristoratori, custodi di barche di lusso, meccanici e gommisti, un elettrauto, falegnami, fabbri, soci del tennis club, tanti panettieri e, soprattutto, pensionati con i quali faccio il bagno in mare. Li conosco tutti per nome e stiamo un po’ assieme tutte le volte che possiamo.

Sono anche un ambasciatore involontario perché invito famigliari, amici e colleghi a visitare Trapani e la sua provincia. Con la mia auto li accompagno a Segesta, al Cretto di Burri e a conoscere da vicino il Satiro Danzante. Poi al ritorno passiamo per il caseificio e acquistiamo la ricotta appena fatta. Poi li aiuto ad entrare in mare in sicurezza camminando tra gli scogli spigolosi di Ligny che conosco come le mie tasche.

Molti dei miei amici pensionati sono stati adottati da Trapani come è successo a me. Vengono da Padova, Lecco, Varese, Bologna, Milano, Mestre, Torino, Pisa e dalla Brianza; tutti hanno investito i loro risparmi per avere casa in centro a Trapani. Altri, tanti, sono trapanesi di ritorno; sono nonni che hanno passato l’infanzia in via delle Sirene o in via Conte Agostino Pepoli. Famiglie numerose, emigrate in Lombardia cinquant’anni fa per fare fortuna lavorando sodo, uomini e donne che oggi parlano un siciliano sfumato con l’inflessione lombarda e d’inverno si cibano di polenta e gorgonzola.

A loro voglio bene e queste righe sono scritte anche in nome loro. Se adesso guarda fuori dalla finestra del suo ufficio, quella che si affaccia sulla piazza, ne vedrà di sicuro qualcuno passeggiare in tutta tranquillità. D’estate si riconoscono perché hanno hanno i nipotini al seguito e la sera li può incontrare quando vanno a prendere il gelato da Gino.

Dal punto di vista del Comune che lei rappresenta, noi, i cosiddetti residenti-non-residenti, siamo in regola. Paghiamo puntualmente le bollette per le utenze e le tasse per la nostra seconda casa senza lamentarci. Data l’età e la saggezza che spesso ci portiamo addosso, dal punto di vista della quiete pubblica e del comportamento personale siamo inattaccabili. Abbiamo a cuore il bene comune e alcuni di noi sono in prima fila agli eventi organizzati del Luglio Musicale Trapanese e ai concerti del maestro fisarmonicista Pietro Adragna che adoriamo come un figlio.

Poche, pochissime persone di noi residenti-non-residenti, tengono stabilmente un’auto a Trapani sfruttando la possibilità, sino ad ora offerta dal regolamento comunale, di poter parcheggiare davanti alla propria abitazione come tutti i residenti-residenti. Quando non siamo in città parcheggiamo l’auto in un garage o nel giardino di un amico che ci ospita così evitiamo di occupare a lungo lo spazio pubblico. Certo, quando ritorno a casa in via delle Sirene è bello avere un mezzo a disposizione per raggiungere tutti assieme una spiaggia o andare a camminare al monte Cofano.

Per tutte queste ragioni le chiedo di essere al fianco anche di noi residenti-non-residenti, di sentirsi il nostro sindaco a tutti gli effetti, di comprendere qualche nostra piccola necessità anche se votiamo in un’altra città e non siamo a Trapani dodici mesi all’anno. La condivisione in armonia degli spazi pubblici, compreso anche il posto auto sotto casa, sia d’ora in poi garantito e gratuito per noi e per sempre come è stato fino ad ora.

Con la speranza di incontrarLa al di fuori degli impegni di lavoro per fare assieme un brindisi “A Trapani!”

Cordiali saluti.

 

F.M.