Potrebbe essere questa foto il simbolo di una città non funzionante, il cartello è posizionato in prossimità di uno dei semafori più importanti di snodo viario ma soprattutto più pericoloso per intensità di traffico. Siamo in zona Ponte Fiumarella, i due semafori presenti sono guasti, ci sono due cartelli che ne indicano la non funzionalità, peraltro chi viene dalla zona dei lidi e tenta di immettersi sulla via Mazara deve prestare altissima attenzione, sul lato sinistro la visuale è ridotta a causa delle sterpaglie.
E’ l’emblema di una città alla deriva, con una amministrazione che farfuglia promesse e obiettivi che puntualmente non trovano riscontro. Tutto riscontrabile ad occhio nudo. Il Bilancio della città è stato approvato, c’è lo strumento economico dunque che dovrebbe servire a non lasciare la “normalità” sospesa. Incastrata tra le promesse e una realtà dannata.
La sperimentazione del 2020, poi i nuovi innesti in giunta non hanno portato nulla se non una ulteriore ingessatura e sbavature imperdonabili.
Il peccato originale lo sconta Enzo Sturiano che ha piazzato in giunta Ivan Gerardi, assessore e consigliere, consigliere e assessore, due ruoli che esercita l’uno in contrapposizione all’altro. Eppure nessuno lo nota, nessuno lo solleva. A tutti conviene così, perché più che alla fattiva amministrazione e alla coerenza politica si tiene conto del consenso. E quei voti, che Gerardi vanta intorno ai 700, sono mattoncino su cui costruire, quindi meglio un assessore ai Lavori Pubblici in stallo che rimosso.
E’ la logica di una politica miope, infruttuosa per la classe dirigente da costruire, per una Amministrazione che conta di raggiungere obiettivi importanti, sempre con il verbo declinato al futuro. Si potrebbe dire, e lo si dice da decenni, che la politica è in crisi, in verità è in sciopero, non riescono più nemmeno a darsi da fare per mostrare quanto si vale.
Un andamento in città che fa rabbrividire: annunci di verde pubblico curato e poi basta affacciarsi alla villetta di Porticella per capire quanto degrado ha sommerso Marsala. La fontana è uno stagno, le piante con le spine hanno invaso panchine e marciapiede, non c’è erba(altro che verde) ma secca sterpaglia. Le città vanno verso il green, con la creazione di polmoni verdi, Marsala continua a correre veloce verso il brutto. La fontana di Piazza Inam è vuota, spenta, sporca. Il simbolo della città rappresenta se stessa: il degrado in cui versiamo.
Gli assessori forse vivono in mondi paralleli, perché è impossibile in conferenza stampa sostenere che c’è la chiave di svolta. Il lungomare è al buio, non è solo un fatto legato alla sicurezza ma allo stato comatoso in cui tutta la città vive, in forte rassegnazione mentre sta andando via anche l’ultimo brandello di speranza. La maggioranza dei cittadini si è abituata a subire passivamente qualsiasi scelta giuntale e comunale.
La carenza principale poi è data dallo scadimento del dibattito e dell’elaborazione politica, pure dalla poca chiarezza all’interno dei partiti. Gli assessori, tre, in quota Forza Italia non sono riconosciuti da chi il partito lo rappresenta a livello provinciale, Toni Scilla. Si sono tesserati, dicono, ma le tessere non sono mai arrivate. Sono azzurri ma non hanno un gruppo in consiglio comunale, non è mai stato convocato e men che meno strutturato. Esiste Forza Italia in Aula, è rappresentata da Elia Martinico e Enzo Sturiano, il resto c’è come testimonianza.
Gerardi ad esempio fa gruppo con Michele Accardi, che viene quasi sempre delegato dall’assessore a partecipare alle commissioni consiliari ove non può prenderne parte. Un azzurro sbiadito, perché così conviene. Così non vengono toccati equilibri in consiglio comunale, se Gerardi dovesse fare gruppo con Forza Italia verrebbe meno il suo di gruppo e Accardi finirebbe al misto.
Tutto questo accade e viene visto a Palermo, mentre l’affanno dei rappresentanti istituzionali del territorio, Stefano Pellegrino, è quello di continuare a dire che tutto è sotto controllo. Va avanti da almeno 8 mesi la situazione. Alla fine pure il gatto ha capito che c’è una convenienza per i consiglieri e gli assessori a dire che sono forzisti senza poi esserlo. Liberà di movimento, quella libertà che lo stesso Sturiano vuole per sé, per le prossime mosse politico elettorali.
E quello di cui non si rendono conto è che, dopo tutti questi mesi, hanno cristallizzato un concetto: Scilla aveva ragione, il loro passaggio era fatto non di appartenenza al partito ma di mera convenienza. Il re adesso è nudo. Si dirà che dopo la pausa estiva ci sarà l’ennesimo incontro a Palermo, è la puntata noiosa di una serie che non appassiona nessuno. Questo modo di procedere non fa che accrescere la sfiducia nella politica, che va intesa in modo chiaro, preciso.