In Sicilia viene perso oltre il 50% di acqua. E questo è un dato che aggrava ancora di più l’emergenza siccità più drammatica degli ultimi decenni. Una rete colabrodo che la politica e le istituzioni non hanno saputo gestire e adesso quel litro su due che viene perso pesa come un macigno. Soprattutto sugli agricoltori che stanno affrontando una delle annate più difficili di sempre con ripercussioni irrimediabili sui prodotti. Come ad esempio i limoni, piccolissimi e senza succo. Negli ultimi giorni in Sicilia ha piovuto, ma non è bastato. Il terreno è troppo arido, gli invasi troppo vuoti per poter avere respiro.
UN LITRO SU DUE PERSO
In Sicilia, la crisi idrica ha raggiunto livelli allarmanti, con una perdita di oltre il 50% dell'acqua immessa in rete, un dato che emerge chiaramente dal rapporto Istat sull'acqua del 2022. Con un volume di 339,7 milioni di metri cubi di acqua perduta, la regione registra il secondo dato più alto a livello nazionale. L'Agrigentino in particolare vede le peggiori performance, con perdite che arrivano al 58%. Queste cifre non solo evidenziano la gravità del problema ma lanciano anche un allarme sulla fiducia dei cittadini riguardo alla potabilità dell'acqua, con più della metà della popolazione che esprime dubbi in merito.
LA NAVE CISTERNA E LE AUTOBOTTI
Per fronteggiare questa crisi, la Regione Siciliana ha iniziato a utilizzare risorse innovative come l'impiego di autobotti del servizio antincendio per la distribuzione di acqua non potabile. Questa soluzione temporanea si sta mostrando vitale per le famiglie, le aziende agricole e zootecniche colpite dalla siccità. Il presidente della Regione, Renato Schifani, e il dipartimento della Protezione Civile hanno coordinato gli sforzi per massimizzare l'efficacia di queste risorse, dimostrando un notevole esempio di collaborazione e prontezza nel rispondere alle esigenze urgenti.
LIMONI SENZA SUCCO
La siccità non colpisce solo la disponibilità d'acqua ma ha anche un impatto devastante sull'agricoltura. A Castelvetrano Rosario Cognata, produttore di limoni che aderisce a Coldiretti, lamenta: "Quello che ho in mano è un limone che rappresenta la situazione drastica che stiamo affrontando nelle campagne. Un caldo asfissiante che sta colpendo in particolare gli agrumeti. I Limoni bruciati dal sole, non hanno più la polpa come dovrebbe essere, l'interno del limone ha raggiunto temperature molto elevate. Cadono dagli alberi a causa dello stress proprio perché l'albero non riesce più sostenerli. La polpa all'interno è bruciata, scura e non idonea al consumo". Cognata dice si aver perso il 30-40% della produzione, ma a pochi chilometri dal suo campo, racconta e fa vedere una diga di acqua piovana inutilizzata da anni. Costruita nel '59, attende ancora una certificazione che ne garantisca il funzionamento. Quando piove, invece, l'acqua che si raccoglie viene scaricata in mare.La mancanza di acqua e le alte temperature hanno danneggiato gravemente i raccolti, con perdite significative di produzione e qualità. Questo fenomeno è aggravato dalla cattiva gestione delle risorse idriche esistenti, inclusa la mancata utilizzazione di dighe di raccolta d'acqua piovana, che potrebbero altrimenti alleviare in parte la situazione.
HA PIOVUTO, MA NON BASTA
Nonostante alcuni temporali post-Ferragosto abbiano portato un leggero sollievo, la situazione rimane critica. Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura Sicilia, evidenzia che queste precipitazioni isolate non sono sufficienti a risolvere il problema della siccità né a riempire gli invasi regionali. Le colture continuano a soffrire, e l'infrastruttura idrica rimane insufficiente per gestire efficacemente le emergenze e le esigenze quotidiane.