Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
29/08/2024 13:05:00

Mafia. Definitiva la confisca dei beni di Andrea Impastato. C'è anche un resort a San Vito

 La Cassazione ha rigettato il ricorso e ha reso definitiva la confisca dei beni di Andrea Impastato, un noto esponente mafioso originario di Cinisi, deceduto nel 2022 all'età di 74 anni. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Palermo – sezione misure di Prevenzione, è stato stimato in un valore complessivo di oltre 150 milioni di euro e rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata in Sicilia.

Andrea Impastato, figlio di Giacomo "u sinnacheddu", esponente di spicco della “famiglia” di Cinisi e in stretto contatto con i noti Badalamenti, aveva costruito un impero economico attraverso una vasta rete di società, immobili e terreni, che oggi sono stati definitivamente confiscati dallo Stato. Tra i beni sequestrati, che si estendono tra le province di Palermo e Trapani, spiccano numerose unità immobiliari, complessi industriali di oltre 50 mila metri quadrati, una cava, appezzamenti di terreno, e una grossa struttura alberghiera situata a San Vito Lo Capo, una delle località turistiche più rinomate della Sicilia.

Le indagini patrimoniali, avviate nel 2007 dalla Divisione Anticrimine della Questura di Palermo e coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno permesso di ricostruire l'enorme patrimonio illecito di Impastato. Attraverso un'attenta analisi della sua posizione economica e finanziaria, sono stati verificati i profili di sproporzione tra il patrimonio disponibile e il reale profilo economico di Impastato, evidenziando l'utilizzo di prestanome e fiduciari, principalmente reclutati all'interno della sua famiglia, per costruire il suo impero economico.

Andrea Impastato era già stato arrestato il 2 ottobre 2002 per associazione a delinquere di stampo mafioso, al termine di una lunga e articolata indagine antimafia della Squadra Mobile di Palermo. L'indagine ha rivelato i suoi contatti con figure di spicco di Cosa Nostra, tra cui Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo. Nel 2005, Impastato è stato condannato dalla Corte d'Appello di Palermo a quattro anni di reclusione, con ulteriori pene accessorie.